Nuvu Studio: Studenti progettano una flebo portatile contro l’ipotermia degli alpinisti.
La stampa 3D è spesso coinvolta nell’innovazione di prototipazione che aiuta con la sostenibilità a molti livelli.
L’uomo contro la natura è sicuramente uno dei settori in cui è più necessaria, l’auto-sostenibilità
La questione della medicina preventiva salendo a quote elevate e in regioni isolate deve essere presa seriamente in considerazione. Col Zaino in spalla il campeggio dovrebbero essere avventuroso e divertente, ma non un’attività in cui qualcuno finisce in situazioni di vita o di morte.
Gli studenti del Nuvu Studio a Cambridge, sono interessati a trovare un modo per aiutare gli alpinisti d’alta quota a prevenire la morte o le gravi invalidità a causa della ipotermia (congelamento ). Per questo hanno costruito il dispositivo Backcountry IV che assomiglia a prima vista ad una piccola torcia , in combinazione con qualcosa che si potrebbe anche vedere appeso sopra il letto d’ospedale la flebo.
Mentre un certo numero di procedure diverse sono messe in atto quando un paziente entra in una stanza d’ospedale o di emergenza con l’ipotermia, mettere l’ago della flebo e fornire una soluzione salina calda è la prima cosa . Gli studenti erano ben consapevoli del fatto che non è un dispositivo di salvataggio di per sé, ma è destinato ad aiutare a mantenere il climber più stabile possibile riscaldando e fornendo nutrienti fino a che non possano arrivare le cure di medici professionisti.
Il Backcountry IV è un dispositivo ben ponderato, con i liquidi ( soluzione salina) che sono purificati attraverso l’illuminazione ultravioletta integrata nel piccolo contenitore stampato in 3d , che è un modulo che si collega ad un altro vano per il riscaldamento attorno ai 40 gradi centigradi .
“Questo processo è iniziato semplicemente agganciando un resistore da 3.9 ohm ad una scheda Arduino e collegando la resistenza fino al sensore di temperatura .
I liquidi della flebo sono diretti attraverso il tubo fino a raggiungere l’ago , che si trova su un semicerchietto da polso stampato in 3d . Il dispositivo ha anche abbastanza spazio per trasportare oggetti come il pacchetto di sale, il cerca vena, e altro ancora. Nel considerare il peso, gli studenti hanno subito capito che portarselo in giro sarebbe stato tropp pesante così hanno deciso di utilizzare il contenitore dell’ acqua che il climber ha già con se e un pacchetto di sale per fare la soluzione salina della flebo.
Utilizzando una stampante MakerGear 3D, gli studenti hanno stampato in 3d ogni parte di questo dispositivo, ad eccezione dell’ago della flebo e del quadro elettronico per la Micro Arduino situato sotto il vano superiore del Backcountry IV. Il dispositivo è compatto, il design aerodinamico ma ci sono voluti numerose iterazioni per gli studenti per affinare un’unità IV ( sistema flebo ) pienamente funzionante.
I compartimenti hanno dovuto essere ridisegnati per far posto alla Arduino, le dimensioni e il design del bracciale doveva essere riadattato, e il contenitore doveva essere riprogettato per l’utilizzo di una batteria più grande.
Gli studenti coinvolti nel progetto sono stati:
Max Dadagian
Laurel Sullivan
Devin Lewtan
Oliver Geller
Sydney Brown
Jordana Conti
Erano guidati dai coach Mahek Shah, Andrew Todd Marcus, e David Wang.
Una grande quantità di lavoro di progettazione e di ingegneria è stata spesa nel piccolo dispositivo che si infila in uno zaino, nella speranza che uno non ne abbia mai bisogno – ma se lo hai, potrebbe essere un vero salvavita.