R3direct realizza un monumento in 3D utilizzando rifiuti riciclati
R3direct ha utilizzato stampanti 3D WASP per creare una statua realizzata con rifiuti post-consumo riciclati. I materiali sono stati forniti da Revet, e la statua è stata progettata da Edoardo Malagigi, ispirata alla scultura del 1973 chiamata Marco Cavallo. L’originale Marco Cavallo fu concepito per evidenziare i “diritti dei più fragili” ed era un’installazione di un cavallo di cartapesta realizzata da un gruppo di artisti italiani. L’opera fu creata in collaborazione con i pazienti di un ospedale psichiatrico, con l’obiettivo di attirare l’attenzione sul trattamento dei pazienti nelle istituzioni mentali. La scultura del 1973 trae ispirazione dai disegni di Leonardo da Vinci per un monumento a Francesco Sforza. Oggi, un gruppo di artisti sta creando un Marco Cavallo del XXI secolo, che intende nuovamente stimolare la riflessione sulla salute mentale e sull’ambiente.
Processo di produzione e tecnologie utilizzate
I rifiuti utilizzati per il monumento sono stati raccolti nei giardini di San Salvi, un sito che un tempo ospitava una chiesa e un ospedale psichiatrico, ora aperto al pubblico. La scultura è stata realizzata utilizzando due stampanti WASP 3MT HDP. Queste stampanti 3D a granulato hanno un volume di costruzione di 1m x 1m e possono stampare oggetti di grandi dimensioni a una velocità di 100 mm/s, grazie a un sistema di alimentazione continua. Il sistema chiuso, dotato di una camera riscaldata e filtri HEPA, è inoltre equipaggiato con la tecnologia FIRECAP, che permette di mantenere una zona riscaldata localizzata e mobile fino a 200°C. Ciò consente di mantenere una temperatura ottimale per il materiale, concentrando il calore in aree specifiche, riducendo così il consumo di elettricità, migliorando l’adesione degli strati, la qualità della superficie e riducendo la deformazione.
Installazione e significato del monumento
Stampata da R3direct, la statua è stata realizzata con materiali trovati nel complesso di San Salvi ed è stata installata nello stesso luogo. Questo complesso, un tempo manicomio, è ora un luogo sano per tutti, uno spazio per passeggiare e riflettere. Oltre alla salute mentale, il monumento è pensato per stimolare una riflessione sull’inquinamento. Revet è l’azienda che ha selezionato i materiali e li ha trasformati in pellet. WASP, Revet e R3direct mirano a perfezionare questo processo per consentire una maggiore produzione utilizzando materiali di scarto sostenibili.
Implicazioni future e potenziale globale
È facile immaginare come altre amministrazioni pubbliche e artisti possano essere ispirati da questa iniziativa. Essa offre una soluzione a bassissimo impatto ambientale. Invece di utilizzare materiali riciclati provenienti da lontano, vengono utilizzati materiali locali, riducendo significativamente le emissioni di CO2 nel processo. Concettualmente, è anche stimolante trasformare i rifiuti locali in qualcosa di significativo. Sarebbe interessante vedere una scultura che rappresenta la quantità di rifiuti che una singola persona genera in un anno: visivamente, trasmetterebbe l’impatto e la necessità di un cambiamento.
Spero davvero che WASP e i suoi partner stiano sviluppando un processo sostenibile replicabile a livello globale. Se WASP riuscisse a vendere un sistema completo di riciclaggio e compounding con le sue stampanti, chiunque, ovunque, potrebbe creare materiali a livello locale. Questo probabilmente attrarrebbe molti designer e artisti. Inoltre, avere sistemi di riciclaggio locali in grado di lavorare con materiali locali potrebbe offrire un modo molto conveniente per produrre prodotti, potenzialmente anche più economico rispetto all’uso di materiali vergini, rendendo i beni locali sia ecologici che economicamente sostenibili.
Fino ad ora, gran parte dei rifiuti locali, come PE o PETG, non è stata facile da riutilizzare. Le plastiche disponibili localmente sono spesso inadatte o difficili da stampare (come HDPE o PE), o il costo della selezione è stato proibitivo. La variazione del MFI tra i diversi gradi di PETG rende inoltre difficile la stampa. Inoltre, ottenere materiale uniforme o pellet che funzionino bene è stato complicato, richiedendo spesso l’aggiunta di circa il 30% di materiale vergine per garantire buoni risultati.
Se WASP riuscirà a superare questi ostacoli con questo sistema, potrebbe avere tra le mani un prodotto davvero vincente. Un sistema completamente integrato di trasformazione dei rifiuti in pellet non solo beneficerebbe l’ambiente, ma avrebbe anche un forte potenziale commerciale.