Cerberus: la cella ibrida containerizzata di Rapid Fusion per produrre ovunque

Rapid Fusion ha presentato Cerberus, una piattaforma di produzione ibrida alloggiata in un container standard, pensata per essere installata e messa in funzione in circa 25 minuti. Il sistema combina stampa 3D a pellet di grande formato e lavorazione CNC in un’unica cella, con l’obiettivo di produrre parti finite in contesti remoti o difficili da servire con le tradizionali catene di fornitura. Cerberus debutterà a Formnext 2025 a Francoforte, dove l’azienda britannica mostrerà dal vivo il setup rapido e il flusso di lavoro ibrido.
 


Dalle piattaforme Apollo e Medusa al nuovo sistema containerizzato

Cerberus non nasce nel vuoto: Rapid Fusion lavora da anni sulla manifattura additiva a grande formato con estrusione di pellet e celle robotizzate. Le piattaforme Apollo e Medusa hanno già introdotto concetti come bracci robotici KUKA, estrusori ad alta portata e integrazione tra deposizione e fresatura per ridurre tempi e costi di produzione di stampi e attrezzaggi. Medusa, in particolare, è stata descritta come il primo sistema ibrido di grande formato costruito nel Regno Unito per polimeri, con il supporto di partner come Rolls-Royce, AI Build e il National Manufacturing Institute Scotland (NMIS).
 

Cerberus rappresenta l’estensione di questa esperienza in un formato containerizzato: Rapid Fusion prende la logica della piattaforma ibrida Medusa e la trasferisce in un’unità trasportabile, con layout interno ottimizzato per resistere a vibrazioni, sbalzi termici e cicli di lavoro continuativi.
 


Architettura ibrida: estrusione a pellet e fresatura CNC in un unico container

Secondo le informazioni diffuse da TCT Magazine, Cerberus è progettato come una macchina ibrida che integra:

  • una sezione di stampa 3D a pellet con volume di costruzione cubico dichiarato a 1.200 mm circa;

  • una portata di materiale fino a 17 kg/ora, pensata per componenti di grandi dimensioni e stampi;

  • una testa di fresatura con mandrino da 3 kW per la rifinitura CNC delle superfici;

  • capacità operative fino a 500 °C per la lavorazione di polimeri avanzati e compositi;

  • due teste indipendenti che consentono di ridurre i tempi morti e organizzare cicli di lavoro consecutivi.
     

La sezione CNC deriva dal lavoro che Rapid Fusion ha già svolto sul proprio “CNC Milling Tool”, un elettromandrino ad alte prestazioni progettato per rifinire stampi polimerici: nei test su altre celle ibride, l’azienda ha mostrato come la combinazione stampa + fresatura possa portare da tolleranze nell’ordine dei millimetri a finiture con precisione molto più elevata su geometrie complesse.
 


Un container per la produzione in ambienti ostili e remoti

Cerberus è alloggiato in un container progettato per il trasporto standard via camion, ferrovia o nave, con l’idea di spostare la capacità produttiva verso il punto in cui serve. Rapid Fusion descrive il sistema come adatto a:

  • cantieri edili remoti;

  • basi avanzate in contesti desertici o artici;

  • piattaforme petrolifere offshore;

  • scenari di risposta a disastri, dove servono componenti e dispositivi in tempi brevi.
     

Il CTO Martin Jewell ha guidato lo sviluppo del sistema portando l’esperienza maturata in tre missioni in Afghanistan con i Royal Engineers: da qui l’attenzione alla robustezza del container, alla riduzione delle operazioni manuali di setup e alla capacità di operare in ambienti ad alta intensità operativa. Il design punta a ridurre movimentazioni, attrezzaggi esterni e dipendenza da infrastrutture locali, avvicinando il concetto di “fabbrica mobile” già sperimentato in altri progetti containerizzati nel mondo AM.
 


AI, controllo di processo e moduli energetici opzionali

All’interno di Cerberus non c’è solo meccanica: Rapid Fusion integra nel container il proprio ecosistema software e l’assistente AI “Bob”, già citato in altre comunicazioni dell’azienda. L’obiettivo è:

  • monitorare in tempo reale i parametri di stampa e fresatura;

  • suggerire strategie di processo e correzioni per ridurre errori e fermi macchina;

  • gestire la pianificazione dei job in funzione dei vincoli energetici e dei tempi disponibili.
     

Il sistema prevede moduli opzionali per rendere il container più autonomo: soluzioni per la generazione e gestione dell’energia, sistemi per l’aria compressa laddove non sia disponibile in loco, e connettività per l’accesso remoto ai dati di produzione. Questo tipo di configurazione punta a ridurre al minimo le dipendenze dall’infrastruttura esistente, caratteristica chiave nei siti temporanei o critici dal punto di vista logistico.
 


Perché combinare stampa 3D e CNC nello stesso container

La filosofia di Cerberus segue un trend più ampio della manifattura ibrida: sfruttare il meglio della stampa 3D e della lavorazione CNC in un unico flusso di lavoro. La stampa a pellet consente di:

  • costruire velocemente near-net-shape a grande volume, con un uso efficiente del materiale;

  • utilizzare polimeri disponibili localmente, inclusi materiali riciclati o ri-granulati, dove compatibile.

La fresatura CNC, invece, permette di:

  • portare il pezzo a tolleranze strette e finiture superficiali idonee all’uso finale;

  • integrare fori, sedi e riferimenti meccanici che richiedono alta precisione.
     

In un container dispiegabile, questa combinazione può ridurre drasticamente tempi di approvvigionamento e trasporto: componenti strutturali, attrezzaggi, casseforme o parti di ricambio possono essere modellati digitalmente e prodotti direttamente sul posto, senza passare da più fornitori o da centri di lavorazione distribuiti.
 


Settori target: difesa, energia, edilizia e risposta alle emergenze

Nelle dichiarazioni ufficiali, Rapid Fusion cita come scenari prioritari:

  • produzione di ricambi e attrezzaggi per ambito militare e difesa;

  • produzione di utensileria e componenti su piattaforme petrolifere e in impianti energetici isolati;

  • supporto alla risposta a disastri, con la possibilità di produrre supporti, alloggiamenti, dispositivi e attrezzature su richiesta;

  • applicazioni in cantieri di costruzione temporanei o grandi progetti infrastrutturali dove è utile produrre stampi e casseforme in loco.
     

L’interesse per soluzioni ibride in ambito navale e offshore è confermato anche da altri progetti nel settore, dove piattaforme 3D/CNC sono valutate per la produzione di parti a bordo o in porti remoti, riducendo i tempi di fermo per mancanza di ricambi. Cerberus si inserisce in questo quadro come opzione dedicata ai polimeri e ai compositi, puntando sulla rapidità di deployment e su un ambiente di lavoro già integrato.
 


Il ruolo di Cerberus nell’ecosistema Rapid Fusion

Negli ultimi anni Rapid Fusion ha costruito un portafoglio che comprende:

  • Apollo, piattaforma LFAM con estrusione a pellet per volumi fino a 2 × 3 × 3 m;

  • Zeus, sistema focalizzato sull’integrazione con il modulo CNC e celle robotizzate su 6 × 6 m;

  • Medusa, piattaforma ibrida che combina estrusione di pellet, estrusione di filamento e fresatura CNC in un’unica macchina;

  • progetti collaborativi come GenDSOM per il design navale e accordi industriali con Applied Automation per la produzione in serie delle piattaforme ibride.
     

A questo si aggiungono le partnership commerciali, come l’accordo con PADT (Phoenix Analysis & Design Technologies), primo rivenditore statunitense dei sistemi Rapid Fusion con focus iniziale su aerospazio e difesa. Cerberus arricchisce questo ecosistema come modulo “deployable”: una soluzione destinata a lavorare in sinergia con i sistemi fissi e le celle robotizzate esistenti, ma pensata per spostare la capacità produttiva dove le altre macchine non possono arrivare.
 


Container e fabbriche mobili: un tassello della manifattura ibrida di prossimità

La scelta di un container ISO come involucro non è isolata nel mondo della stampa 3D: in passato sono state presentate diverse “mobile factory” basate su container standard, pensate per produrre componenti in calcestruzzo, parti metalliche o polimeriche direttamente nei siti da servire. Cerberus porta in questo filone la combinazione di grande formato, stampa a pellet e CNC, con un’attenzione specifica ai polimeri strutturali e ai compositi.
 

Se le promesse su tempi di setup, robustezza ambientale e integrazione software saranno confermate dalle prime installazioni, il sistema potrebbe diventare un riferimento per chi vuole avvicinare ancora di più produzione e luogo di utilizzo, riducendo magazzini, trasporti e dipendenza da catene di fornitura fragili.
 

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Di Fantasy

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