Creality contesta le accuse di MakerWorld: «nessuna notifica legale ricevuta»
Creality ha preso posizione in modo netto contro le accuse arrivate da MakerWorld, la piattaforma di modelli 3D legata a Bambu Lab. Secondo quanto riportato da 3D Printing Industry, l’azienda cinese respinge l’idea che ci sia stata una violazione “diffusa” di modelli esclusivi di MakerWorld caricati senza consenso su Creality Cloud e su altre piattaforme, e soprattutto afferma di non aver ricevuto alcuna comunicazione legale formale da parte di Bambu Lab o MakerWorld.
Da MakerWorld l’accusa di migliaia di modelli copiati
La replica di Creality arriva dopo un’escalation iniziata con un post pubblico della community MakerWorld, in cui la piattaforma ha dichiarato di aver raccolto numerosi casi documentati di modelli esclusivi pubblicati prima su MakerWorld e poi ricomparsi, senza autorizzazione, su Creality Cloud, Nexprint (Elegoo) e MakerOnline (Anycubic). In quel contesto, MakerWorld parla di oltre 4.000 modelli e circa 2.000 creator coinvolti in un arco temporale di circa un anno, con episodi che comprendono anche presunti account fake che imitano i profili originali dei designer.
Cause in Cina secondo MakerWorld, ma Creality dice di non essere stata citata
Nel suo primo racconto pubblico, MakerWorld sostiene di aver già avviato azioni legali in Cina contro alcune di queste piattaforme, indicando Creality Cloud e Nexprint come destinatari di cause formali e MakerOnline come oggetto di una lettera ufficiale di diffida (cease & desist). Da queste comunicazioni emergerebbe un quadro di presunte violazioni non solo delle licenze “Non-Commercial” e “No Derivatives”, ma anche dell’Exclusive Model Program, che vincola alcuni modelli a uso esclusivo della piattaforma.
Creality, però, nella dichiarazione rilasciata a 3D Printing Industry afferma di non essere a conoscenza di alcun procedimento che la riguardi direttamente e di non aver ricevuto notifiche legali o documenti formali da parte di Bambu Lab. Per l’azienda, le affermazioni di MakerWorld circolate online sarebbero “non verificate” e “non basate su prove fattuali” rese note.
Moderazione e takedown: come Creality descrive il funzionamento di Creality Cloud
Nella sua risposta, Creality insiste sul fatto che Creality Cloud dispone già di procedure per la tutela del copyright e di un team dedicato alla moderazione. Secondo l’azienda, i modelli o i profili segnalati vengono esaminati e, se necessario, rimossi in base a una propria Intellectual Property Policy, che prevede:
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moduli per l’invio di segnalazioni dettagliate da parte dei titolari dei diritti;
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controlli periodici sui contenuti caricati;
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possibilità di chiudere gli account che violano ripetutamente la proprietà intellettuale di terzi.
Queste linee guida ricalcano lo schema che molte piattaforme online adottano in contesti influenzati da normative come il Digital Millennium Copyright Act (DMCA) negli Stati Uniti, in cui la responsabilità del provider è mitigata se esistono processi chiari di notice & takedown e se le segnalazioni vengono gestite con una certa tempestività.
Il modello MakerWorld: “reminder and supporter” e nuovi strumenti per la difesa dei diritti
Dall’altra parte, MakerWorld descrive un approccio diverso alla protezione dei creator. Oltre alle azioni legali annunciate, la piattaforma sta costruendo un sistema più strutturato di diritti e segnalazioni centralizzate, che dovrebbe includere:
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una dashboard per raccogliere prove di presunte violazioni (screenshot, link, timestamp);
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strumenti per seguire lo stato dei casi;
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la possibilità che sia MakerWorld stessa a presentare reclami a nome dei creatori, quando si tratta di modelli inclusi in programmi esclusivi o con accordi specifici.
Questo percorso si collega al già citato Exclusive Model Program, che lega alcuni modelli a un uso esclusivo su MakerWorld e prevede supporto, anche legale, per i designer che vedono le proprie opere riutilizzate in violazione delle licenze. In più, diverse analisi di settore indicano MakerWorld come uno degli ecosistemi di modelli 3D più attivi per volumi e engagement, con decine di milioni di utenti, un catalogo superiore al milione di modelli e un budget annuale significativo destinato a incentivi e premi economici per i creator.
Un contenzioso ancora senza verifiche indipendenti
Un punto chiave messo in evidenza da 3D Printing Industry è che, al momento, le affermazioni di MakerWorld – sia sul numero dei modelli coinvolti, sia sull’uso in campagne pubblicitarie da parte di Creality, Elegoo (Nexprint) e Anycubic (MakerOnline) – non sono state verificate in modo indipendente dalla testata. I giornalisti dichiarano di non aver esaminato direttamente gli elenchi completo dei file contestati e delle prove raccolte.
Allo stesso modo, la dichiarazione di Creality di non aver ricevuto alcun atto formale e di non essere stata citata in giudizio non è, per ora, accompagnata da documenti pubblici come numeri di causa o registri di tribunale disponibili in banche dati accessibili. Il quadro resta quindi segnato da dichiarazioni opposte, con MakerWorld che parla di cause in corso e Creality che nega di esserne parte.
Il confronto con il pezzo già pubblicato su Stampare in 3D
Sul fronte italiano, Stampare in 3D ha già dedicato un articolo all’avvio delle azioni legali da parte di MakerWorld contro Creality Cloud, Nexprint e MakerOnline, ricostruendo:
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l’origine del conflitto sui modelli “esclusivi”;
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il ruolo dell’Exclusive Model Program nel vincolare licenze e distribuzione;
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il contesto competitivo tra ecosistemi hardware + contenuti (Bambu Lab, Creality, Anycubic, Elegoo e altri). Stampare in 3D
Quell’articolo, però, si concentra soprattutto sul punto di vista di MakerWorld e sul significato delle cause per l’intero settore. La novità dell’ultima risposta di Creality sta nel negare apertamente di aver ricevuto notifiche legali e nel definire le accuse “non basate su prove fattuali rese note”, aprendo di fatto un fronte comunicativo che non era presente nella prima ondata di notizie.
Altre tensioni legali nel mondo della stampa 3D: il caso Stratasys vs Bambu Lab
La controversia MakerWorld–Creality si inserisce in un contesto più ampio di contenziosi legali nella stampa 3D, in cui Bambu Lab è già coinvolta. Stratasys ha avviato un’azione legale per presunta violazione di brevetti contro Bambu Lab negli Stati Uniti, sostenendo che alcune stampanti dell’azienda cinese infrangano una serie di brevetti relativi a tecnologie di stampa FFF/FFF avanzate.
Il procedimento è stato oggetto di varie fasi procedurali, tra cui richieste di trasferimento di giurisdizione e proposte di consolidamento delle cause in un unico tribunale. Per la community della stampa 3D, questo significa che la competizione fra ecosistemi chiusi – che integrano hardware, software, materiali e ora anche piattaforme di contenuti – non si gioca solo sul piano commerciale, ma sempre più spesso anche su quello giudiziario.
Responsabilità delle piattaforme e possibili sviluppi
Il nodo centrale di questa vicenda riguarda la responsabilità delle piattaforme di condivisione modelli:
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Da un lato, MakerWorld sostiene che i marketplace che ospitano modelli caricati dagli utenti non possano limitarsi a reagire alle segnalazioni, soprattutto quando si tratta di contenuti segnalati come “esclusivi” di un ecosistema concorrente.
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Dall’altro, Creality rivendica l’esistenza di procedure di moderazione, strumenti di takedown e politiche di ban degli account recidivi, e invita a un confronto “di settore” su standard più chiari per il riconoscimento dell’origine dei modelli e delle licenze associate.
Se MakerWorld riuscisse a dimostrare in tribunale la propria versione dei fatti, potrebbero emergere precedenti legali forti per l’uso non autorizzato di modelli 3D provenienti da piattaforme rivali, con impatti su:
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la gestione delle licenze commerciali su tutte le principali piattaforme di modelli;
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gli obblighi di verifica a carico dei servizi che consentono upload liberi;
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lo sviluppo di strumenti tecnici come “fingerprinting” dei modelli, watermark nei file 3MF/STL o controlli automatici sugli asset contrassegnati come esclusivi.
Se invece prevalesse la linea di Creality – ovvero che le accuse non si traducono in cause formalmente notificate e che le piattaforme continuano a operare in logica “notice & takedown” – potremmo assistere a una prosecuzione dello status quo, in cui la protezione dei creator dipende soprattutto dalla loro capacità di monitorare i contenuti e di usare correttamente gli strumenti di segnalazione.
Cosa cambia per i creator e per chi gestisce piattaforme di modelli 3D
Per i designer che pubblicano su MakerWorld, Creality Cloud, Nexprint, MakerOnline e piattaforme analoghe, la vicenda ribadisce alcune cautele operative:
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scegliere con attenzione le licenze (personale, commerciale, no-derivatives, ecc.);
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evitare di partecipare contemporaneamente a programmi esclusivi e a marketplace generici senza una strategia chiara;
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tenere traccia di dove e con quale licenza ogni modello viene pubblicato;
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utilizzare in modo sistematico le procedure di takedown quando si individua un uso non autorizzato.
Per chi gestisce piattaforme di modelli 3D, invece, il messaggio è che la sola esistenza di una policy non basta: comunità sempre più organizzate di creator e aziende come Bambu Lab stanno iniziando a usare gli strumenti legali per definire, una volta per tutte, cosa è accettabile nella circolazione dei contenuti 3D, soprattutto quando questi diventano parte integrante del marketing di stampanti e accessori.
