Wigglitz: migliaia di micro-giocattoli stampati in 3D, prodotti in una maxi print farm negli USA
Wigglitz è un marchio di piccoli giocattoli articolati, colorati e “sfrigolanti” al tatto, stampati interamente in 3D. Ogni pezzo è composto da più segmenti snodati, pensati sia come collezionabili sia come fidget toy da tenere in mano sulla scrivania o nello zaino. Il brand nasce come estensione dell’attività di ZB Designs, azienda statunitense che in pochi anni è passata da un singolo maker in appartamento a una realtà industriale con un catalogo di bundle, mystery pack e box in abbonamento dedicati ai Wigglitz.
Una print farm da 2.700 stampanti desktop FDM
Wigglitz dichiara di gestire “la più grande print farm degli Stati Uniti” dedicata alla stampa 3D di giocattoli, con circa 2.700 stampanti desktop a estrusione di materiale, tutte di Bambu Lab, e un ordine in corso per altre 500 unità. La flotta è composta in gran parte da Bambu Lab X1 Carbon (X1C) equipaggiate con il sistema AMS (Automatic Material System), che abilita la stampa multicolore partendo da più bobine contemporaneamente. Questo consente di produrre in serie creature molto piccole ma estremamente vivaci, con combinazioni cromatiche complesse su un singolo job di stampa.
Produzione manuale, plate standard e throughput per piatto
Nonostante la scala, l’organizzazione della print farm resta sorprendentemente “artigianale”: le piattaforme di stampa Bambu Lab standard vengono rimosse a mano, il controllo qualità viene effettuato visivamente e alcune rifiniture – come la lisciatura di piccoli difetti – sono realizzate con una pistola termica. Non sono presenti sistemi di rimozione automatizzata dei piatti, né stacker per le build plate, né soluzioni robotiche per lo smistamento dei pezzi finiti. A seconda del modello di giocattolo, Wigglitz riesce a produrre circa 90–130 pezzi per singola piattaforma di stampa, che vengono poi confezionati in sacchetti da 10 unità venduti a 24,99 dollari per il canale diretto.
Materiali, sicurezza e gestione del filamento
Per i Wigglitz viene utilizzato filamento fornito su bobine, indicato da 3DPrint.com come materiale di eSun, stampato su macchine FDM a estrusione di materiale. L’azienda usa bobine standard da circa 0,75–1 kg, senza passare a maxi bobine da 5 kg o a sistemi personalizzati di alimentazione. A livello industriale, questo comporta una gestione intensiva del cambio bobine e costi logistici non banali, specialmente a fronte di migliaia di stampanti attive.
Altre fonti del settore toy riportano che ogni Wigglitz ha una dimensione di circa 1–2 pollici, è realizzato con materiali di origine vegetale, non tossici, ed è sottoposto a test di sicurezza e resistenza per il target bambino. Queste caratteristiche sono fondamentali per poter distribuire i prodotti su larga scala tramite i canali retail tradizionali, nel pieno rispetto delle normative sui giocattoli.
Da keychain a giocattolo collezionabile: l’evoluzione di ZB Designs
ZB Designs nasce circa tre anni e mezzo fa in una seconda camera di un piccolo appartamento, inizialmente producendo coltelli personalizzati e portachiavi per aziende locali. Il passaggio ai giocattoli stampati in 3D arriva dopo vari tentativi e fallimenti, ascoltando le richieste dei clienti e osservando il potenziale delle piccole figure articolate come oggetti da collezione e antistress. Oggi l’azienda propone bundle personalizzabili, mystery box e pack tematici – come draghi, dinosauri, squali – con una forte attenzione alla selezione dei colori da parte dell’utente finale.
Prezzi, margini e canali di vendita
Sul sito ufficiale, Wigglitz propone bundle da 6, 15, 30 e 50 pezzi, con un costo unitario che scende progressivamente fino a circa 1,20 dollari a giocattolo per i pack più grandi acquistati direttamente. L’articolo di 3DPrint.com evidenzia come, su ordini diretti, il margine resti molto interessante, mentre nel canale wholesale la scala potrebbe portare a volumi di vendita nell’ordine dei milioni di pezzi, mantenendo comunque un modello di business sostenibile, se ben ottimizzato dal lato produttivo.
Social media, percezione del brand e visibilità “editoriale”
Wigglitz ha accumulato rapidamente una base social consistente, con oltre 145.000 follower su Instagram e circa 28.000 su TikTok, secondo l’analisi di 3DPrint.com. Nonostante ciò, la copertura mediatica indipendente è ancora limitata: la maggior parte degli articoli online sono rielaborazioni di comunicati stampa o contenuti prodotti dall’azienda stessa. Nel segmento dei negozi specializzati e delle boutique di giocattoli, invece, Wigglitz emerge come “must-have” estivo in diversi blog di settore e piccoli retailer online, che ne sottolineano l’efficacia come fidget toy da scrivania e gadget da collezione.
L’accordo con Moose Toys: dalla nicchia al mass market
Un elemento chiave per capire il futuro del marchio è la partnership con Moose Toys, grande player globale dei giocattoli collezionabili. L’accordo prevede che ZB Designs continui a produrre in-house tutti i Wigglitz nei propri impianti nello Utah, mantenendo la specializzazione del canale “specialty store”, mentre Moose Toys mette a disposizione la propria rete distributiva per portare il brand anche nei grandi retailer di massa e in nuove catene a livello internazionale. Le comunicazioni ufficiali sottolineano che ogni Wigglitz è un fidget articolato stampato in 3D negli USA, con controlli su sicurezza, durabilità e materiali.
La concorrenza: decine di linee di animali articolati cinesi su Amazon e Temu
Il successo di Wigglitz arriva in un contesto molto affollato. Su Amazon esistono decine di pack di animali articolati stampati in 3D, spesso prodotti in Cina, con i top seller che raggiungono migliaia di confezioni vendute ogni mese. Secondo l’analisi di 3DPrint.com, i pack più popolari arrivano anche a 4.000 vendite mensili complessive, mentre su Temu sono presenti molti set simili con prezzi unitari che possono scendere fino a circa 0,14 dollari a pezzo. In questo scenario, Wigglitz deve giustificare un prezzo per unità nell’ordine di 2,49–2,99 dollari, puntando su produzione locale, qualità percepita, branding e collaborazione con un grande nome come Moose Toys.
Ottimizzazione industriale: dove può crescere ancora la print farm
Dal punto di vista ingegneristico, l’articolo di Joris Peels mette in luce come Wigglitz, pur avendo raggiunto una scala notevole, abbia ampi margini di ottimizzazione:
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passaggio a bobine da 5 kg o sistemi di alimentazione personalizzati per ridurre il numero di cambi filo;
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potenziale accordo con produttori di filamento statunitensi (es. Toner Plastics) per migliorare la coerenza del claim “made in USA” e ridurre costi e complessità logistica;
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adozione di soluzioni per automazione della rimozione e dello stacking delle build plate, visto il numero elevatissimo di cicli di stampa quotidiani;
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introduzione di sistemi di ispezione automatizzata (visione artificiale) per il controllo qualità delle parti appena uscite dalla piastra.
Per un osservatore del mondo additive, Wigglitz è quindi un caso di studio interessante: mostra come una print farm basata interamente su macchine desktop FDM possa diventare un’operazione semi-industriale, pur mantenendo in gran parte processi manuali e un forte radicamento nel mondo “maker”.
Il significato di Wigglitz per la stampa 3D consumer
Wigglitz rappresenta un esempio concreto di come la stampa 3D possa smettere di essere soltanto uno strumento per prototipazione o produzione personalizzata, entrando a pieno titolo nella produzione in serie di giocattoli consumer. Gli elementi chiave:
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uso massiccio di stampanti desktop FDM di fascia prosumer, non di macchine industriali custom;
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design modulare e facilmente declinabile in decine di varianti, perfetto per collezionismo e limited edition stagionali;
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modello “made in USA” che unisce marketing, controllo della qualità e reattività al mercato;
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sinergia con un grande attore del retail come Moose Toys, che trasforma un brand nato in una stanza in un potenziale fenomeno globale.
Se l’azienda riuscirà a implementare parte delle ottimizzazioni tecniche suggerite – automazione, gestione avanzata del filamento, integrazione logistica – Wigglitz potrebbe diventare uno dei casi più citati quando si parla di print farm dedicate alla produzione di massa nel settore giocattolo.
