E3D ObXiDian 500: hotend universale da 500 °C per materiali tecnici e filamenti abrasivi
E3D ha presentato ObXiDian 500, un hotend universale progettato per lavorare fino a 500 °C e con un nuovo rivestimento dichiarato 5 volte più duro rispetto a quello dell’ObXidian originale. Il produttore britannico, già punto di riferimento per hotend e ugelli in ambito FFF professionale, mira così a coprire la fascia di stampanti orientate ai materiali ingegneristici – dai tecnopolimeri rinforzati alle superpolimeri come PEEK e PEI – mantenendo allo stesso tempo un’elevata resistenza all’usura con filamenti caricati con fibre di vetro o carbonio.
Dal primo ObXidian a ObXiDian 500: il limite dei 300 °C e l’evoluzione delle stampanti
Il primo ObXidian aveva introdotto per E3D una combinazione rara: flusso elevato e forte resistenza all’abrasione, grazie a un ugello in acciaio con rivestimento DLC (Diamond-Like Carbon). Questa soluzione ha trovato rapidamente spazio su molte stampanti desktop, con oltre 250.000 unità vendute, in un contesto in cui la maggior parte delle macchine lavorava con temperature dell’ugello intorno a 250–300 °C. Con la diffusione di stampanti ottimizzate per materiali tecnici, le temperature massime sono salite oltre i 300 °C, fino alla soglia dei 350 °C su diversi sistemi di fascia alta: un livello a cui il rivestimento DLC dell’ObXidian originario iniziava a degradarsi, compromettendo durata e prestazioni. Da qui la decisione di riprogettare completamente il rivestimento e definire una nuova generazione di hotend.
Un nuovo coating per 500 °C e maggiore durezza
Per ObXiDian 500, E3D ha sviluppato un rivestimento diverso dal DLC precedente, ispirato alla famiglia dei coating E3DLC™ già usati sulle linee ObXidian e Revo ObXidian. Secondo l’azienda, questo nuovo strato resta stabile fino a 500 °C, superando di ampio margine la soglia richiesta dalla maggior parte delle stampanti FFF industriali, e risulta 5 volte più duro del rivestimento usato sull’ObXidian originale. La durezza elevata è ottenuta combinando un inserto in acciaio utensile con il coating E3DLC, che conferisce anche proprietà anti-adesione: la tendenza dell’ugello ad accumulare plastica in punta si riduce, con un impatto diretto sulla qualità superficiale dei pezzi e sulla riduzione dei crash dovuti ad accumuli di materiale.
Alta portata: l’eredità della linea High Flow
ObXiDian 500 sfrutta l’esperienza di E3D sugli hotend High Flow, come quelli sviluppati per la serie Revo e per le collaborazioni con Bambu Lab. La geometria interna dell’hotend è progettata per aumentare l’area di contatto fra filamento e metallo caldo, grazie a un percorso di flusso “sdoppiato” e prolungato che migliora lo scambio termico. Questo consente di gestire portate volumetriche fino a circa +70% rispetto agli hotend standard, mantenendo una fusione omogenea del materiale anche a velocità di stampa elevate. In pratica, l’utente può spingere di più su velocità e layer height senza trovarsi di fronte a sotto-estrusione sistematica o instabilità del flusso.
Compatibilità: Bambu Lab, Prusa Nextruder e sistema Revo
ObXiDian 500 è proposto come hotend “universale” in tre varianti principali:
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Versione Bambu Lab compatibile con le serie H, P e X, cioè le piattaforme di fascia più alta del produttore cinese, dove lo spazio disponibile e le dinamiche del sistema AMS richiedono un modulo compatto e leggero.
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Versione per Prusa Nextruder, pensata per l’integrazione sulle macchine equipaggiate con l’estrusore di nuova generazione di Prusa, dove l’obiettivo è aumentare la finestra di materiali lavorabili senza modifiche profonde all’hardware.
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Versione per sistema E3D Revo, indirizzata a chi ha già adottato l’ecosistema RapidChange di E3D e vuole un hotend in grado di gestire temperature molto elevate, mantenendo la comodità di cambio rapido degli ugelli Revo.
Secondo quanto riportato, i prezzi si collocano tra 52 e 90 sterline (circa 68–119 dollari), a seconda della variante e della configurazione.
Perché un hotend da 500 °C interessa sempre più utenti
La soglia dei 500 °C apre in modo più ampio la porta a polimeri e compositi che fino a pochi anni fa erano confinati alla stampa 3D industriale: PEEK, PEKK, PEI/ULTEM, PPSU e altre formulazioni ad alta temperatura, spesso rinforzate con fibre di carbonio o vetro. Su molte stampanti, tuttavia, non è solo l’ugello a limitare l’uso di questi materiali, ma l’intera catena termica (estrusore, camera, piatto). La disponibilità di un hotend capace di sopportare 500 °C, con rivestimento resistente all’abrasione, permette ai costruttori di sistemi e ai retrofit di progettare piattaforme più spinte sapendo che il collo di bottiglia non sarà il gruppo hotend. In combinazione con camere riscaldate e piatti ad alta temperatura, si può costruire una finestra di processo più ampia per componenti strutturali e parti funzionali in ambito aerospaziale, automotive e macchine industriali.
Confronto con altri sistemi ad alta temperatura
Nel segmento degli estrusori e hotend capaci di raggiungere o superare i 500 °C, ObXiDian 500 entra in un contesto già popolato da soluzioni come gli estrusori BIQU H2 500℃, gli estrusori Typhoon di Dyze Design o alcune piattaforme industriali come AON M2+, che dichiarano temperature massime dell’ugello di 500 °C. La differenza chiave è il posizionamento di E3D: invece di un estrusore completo, ObXiDian 500 è un hotend compatibile con ecosistemi diffusi (Bambu, Prusa, Revo), pensato per aggiornare macchine esistenti con un modulo ad alta temperatura e alta resistenza all’usura senza cambiare l’intero sistema di movimento. Questo approccio rende più semplice scalare verso materiali impegnativi sfruttando hardware già installato.
Usura, manutenzione e qualità di stampa nel lungo periodo
La promessa di una durezza 5 volte superiore rispetto al precedente ObXidian, sommata alla già elevata resistenza all’usura delle versioni standard, punta a ridurre il numero di sostituzioni dell’ugello in ambienti produttivi che stampano in modo ricorrente filamenti abrasivi. Meno cambi ugello significa meno variazioni di offset Z, meno fermi macchina e meno rischi di difetti legati a micro-danni alla geometria dell’ugello. L’abbinamento con la superficie anti-adesione E3DLC aiuta a mantenere pulita la punta, riducendo gli accumuli che possono alterare il flusso o causare collisioni con il pezzo. Per i service e i reparti interni che lavorano su turni estesi con compositi tecnici, questa combinazione può tradursi in una maggiore prevedibilità della qualità di stampa nel medio periodo.
Impatto previsto sul mercato prosumer e professionale
Per il segmento prosumer avanzato e per le piccole aziende che operano con stampanti Bambu Lab, Prusa o sistemi basati su Revo, ObXiDian 500 offre un percorso di aggiornamento verso materiali più impegnativi senza passare subito a una piattaforma industriale dedicata. Per i costruttori di stampanti, la disponibilità di un hotend di terze parti con rating a 500 °C e compatibile con più ecosistemi semplifica la progettazione di nuove macchine orientate ai tecnopolimeri, sfruttando un componente già noto e supportato sul mercato. Lato community, è probabile che l’adozione iniziale si concentri su utenti che oggi già utilizzano ObXidian o Revo High Flow con filamenti abrasivi e che cercano una finestra di sicurezza maggiore in termini di temperatura e durata.
