Il service londinese 3D People, specializzato in produzione additiva conto terzi, ha preso posizione contro l’uso del solo “prezzo per pezzo” come criterio principale per valutare la convenienza della stampa 3D rispetto a processi come lo stampaggio a iniezione. I fondatori Sasha Bruml e Felix Manley sostengono che il confronto diretto tra costo unitario da stampo e costo unitario da additive produce una lettura parziale, perché ignora il valore della libertà di design, dei tempi di consegna e della riduzione dei costi di magazzino resi possibili dalla produzione su richiesta.
Perché il solo costo unitario non basta
Secondo 3D People, il calcolo a “pezzo singolo” funziona bene per processi tradizionali dove il principale costo iniziale è lo stampo e le economie di scala sono chiare: più pezzi si producono, più il costo unitario scende. Nella produzione additiva, invece, non esistono attrezzaggi rigidi e i costi si distribuiscono in modo diverso: il valore si sposta sulla capacità di personalizzare geometrie, modificare il progetto in corso d’opera, produrre lotti piccoli senza penalizzazioni e ridurre le scorte fisiche. Se l’analisi ignora questi effetti e si concentra solo sul prezzo per pezzo, la stampa 3D appare spesso più costosa, mentre può ridurre il costo complessivo del prodotto e del servizio collegato.
Design freedom, integrazione funzionale e riduzione delle parti
Uno dei punti chiave evidenziati da Felix Manley è che la stampa 3D permette ai progettisti di concentrarsi maggiormente sulla funzione e sull’assemblaggio anziché sulle limitazioni di stampaggio, fresatura o fusione. Geometrie prima considerate troppo complesse o costose da realizzare – canali interni, reticoli alleggeriti, staffe con funzioni multiple integrate – diventano fabbricabili in un solo passaggio. Questo porta a una riduzione del numero di componenti per assieme, a minori operazioni di montaggio e a meno potenziali punti di guasto. Anche se il costo unitario del singolo pezzo additivo è più alto, l’insieme delle parti, dell’assemblaggio e dei controlli può risultare più conveniente, cambiando il bilancio economico complessivo del prodotto.
Tempi di consegna e reattività della supply chain
Nel ragionamento di 3D People, il prezzo per pezzo non racconta l’impatto dei tempi di consegna e della flessibilità produttiva. La produzione additiva consente di passare da file digitali a parti fisiche in tempi ridotti, senza un lungo ciclo di industrializzazione basato su stampi o attrezzaggi. Questo diventa determinante per chi deve rispondere a picchi di domanda imprevisti, cambiare rapidamente una geometria o gestire prodotti con domanda irregolare. L’effetto non si vede nella singola riga del costo unitario, ma nella capacità di evitare fermi linea, ritardi nelle consegne e surplus di scorte che rischiano di restare inutilizzate.
Dal magazzino fisico al magazzino digitale
La visione di 3D People sul superamento della logica “prezzo per pezzo” si collega all’evoluzione verso modelli di magazzino digitale. Con piattaforme dedicate alla gestione dei file e alla produzione distribuita su richiesta, il cliente archivia i progetti in cloud e attiva la produzione solo quando serve, con le parti fabbricate nel service additivo. Questo modello riduce le giacenze fisiche e la necessità di stock di sicurezza, spostando il valore dal “pezzo a magazzino” alla possibilità di produrlo in modo affidabile, rapido e localizzato. In un contesto del genere, la metrica più significativa non è il prezzo unitario isolato, ma il costo totale di garantire la disponibilità del pezzo lungo il ciclo di vita del prodotto.
Dal “prezzo per pezzo” al “total cost of ownership”
I fondatori Sasha Bruml e Felix Manley propongono di spostare il focus dal costo unitario a una visione più ampia di total cost of ownership e di costo complessivo di sistema. Nel total cost of ownership rientrano non solo i costi di produzione diretti, ma anche gli impatti di peso, la semplificazione di montaggio, la riduzione dei resi in garanzia, la flessibilità di aggiornare i componenti in campo e la capacità di accorciare il ciclo di sviluppo prodotto. La stampa 3D, anche quando il singolo componente appare più caro, può ridurre le spese legate a trasporto, magazzino, gestione dei ricambi e tempi di fermo, rendendo più vantaggioso il quadro complessivo.
3D People come partner lungo l’intera catena del valore
Nella propria comunicazione, 3D People si presenta non solo come fornitore di parti, ma come partner di sviluppo per ingegneri e uffici acquisti. Il service offre supporto nella scelta della tecnologia più adatta, nella selezione dei materiali, nella riprogettazione per additive, oltre che nella post-elaborazione e nel controllo qualità. L’obiettivo è aiutare i clienti a considerare la produzione additiva come una vera soluzione di serie, e non solo come strumento di prototipazione o opzione da utilizzare quando altre tecnologie non sono disponibili. Se il valore sta nella riprogettazione e nella trasformazione del flusso produttivo, il dialogo deve cominciare a monte del semplice preventivo.
Implicazioni per uffici acquisti e progettisti
Per adottare davvero la logica proposta da 3D People, anche i processi decisionali interni alle aziende devono evolvere. Gli uffici acquisti possono affiancare al classico foglio di calcolo del costo per pezzo una valutazione che includa la riduzione del numero di componenti, il tempo di assemblaggio, i costi di magazzino, l’impatto sui tempi di introduzione di nuovi prodotti e la capacità di personalizzare senza cambiare piattaforma produttiva. Per i progettisti, questo approccio apre spazio a geometrie più efficaci dal punto di vista funzionale, sapendo che il confronto economico non si fermerà alla cifra del prezzo unitario ma considererà il sistema nel suo insieme.
Un cambio di mentalità per la manifattura additiva
Il messaggio centrale di 3D People è che la manifattura additiva non è soltanto un’altra modalità per fabbricare lo stesso pezzo, ma un cambio di filosofia produttiva. Design più libero, produzione distribuita, magazzino digitale e cicli di vita più dinamici richiedono indicatori adeguati per misurare il valore generato. Per i fornitori di servizi di stampa 3D significa assumere un ruolo più consultivo, mentre per i clienti industriali significa rivedere criteri di gara, capitolati e KPI per allinearli alla logica della produzione digitale, superando il vincolo del solo “prezzo per pezzo”.
