Forte3D e l’idea di un violoncello più pratico da usare
Forte3D è una startup statunitense che sta lavorando a strumenti ad arco progettati per ridurre alcuni problemi tipici dei violoncelli tradizionali in legno: sensibilità a urti e graffi, variazioni dimensionali legate a temperatura e umidità, costi elevati e gestione complessa quando si viaggia o si suona all’aperto. L’azienda propone un violoncello che combina componenti realizzati con stampa 3D e parti in composito a base di fibra di carbonio, con l’obiettivo di ottenere uno strumento più resistente e semplice da gestire senza rinunciare a requisiti musicali seri.
Materiali e costruzione: compositi in fibra di carbonio e componenti stampati in 3D
Dalle ricostruzioni pubblicate da più testate, il progetto si basa su una struttura che integra elementi in composito di fibra di carbonio e componenti stampati in 3D (in materiali polimerici/composti), assemblati poi a mano. Questa scelta punta a limitare i fenomeni di deformazione tipici del legno e a rendere lo strumento meno delicato nelle situazioni d’uso quotidiane (trasporto, cambi di clima, utilizzo intenso). Forte3D comunica inoltre l’impiego di design proprietari e di un processo di produzione su ordinazione con assemblaggio artigianale.
Dal prototipo alla produzione: anni di iterazioni e una stampante su misura
Un aspetto interessante emerso dal racconto accademico collegato al progetto è la fase di sviluppo: il team avrebbe iterato prototipi per diversi anni e, per affrontare i vincoli dimensionali e di lavorazione dei materiali, avrebbe anche realizzato una stampante 3D di dimensioni adatte a componenti molto grandi (fino a ipotizzare la stampa di un corpo di violoncello in un unico pezzo). Questo tipo di scelta tecnica, oltre alla progettazione, incide su tempi, controllo qualità e ripetibilità, soprattutto quando si passa dalla sperimentazione a una proposta commerciale.
Il passaggio in TV: la trattativa su Shark Tank e l’accordo da 250.000 dollari
La visibilità maggiore è arrivata con la partecipazione a Shark Tank (USA). Secondo più resoconti, Forte3D è entrata chiedendo 250.000 dollari per il 10% della società. La trattativa si è chiusa con un accordo diverso: Lori Greiner ha offerto 250.000 dollari per il 16% di equity. L’operazione è rilevante perché, oltre al capitale, porta un forte canale mediatico e commerciale, elemento spesso decisivo per prodotti destinati anche al mercato consumer e alle scuole di musica.
Chi sono i protagonisti: fondatori e musicisti coinvolti
Tra i nomi citati nelle fonti compaiono Elijah Lee (legato a Yale Engineering nei resoconti accademici) e Alfred Goodrich come fondatori. In parallelo, alcune ricostruzioni sottolineano il ruolo di musicisti che hanno provato lo strumento e lo hanno portato all’attenzione del grande pubblico: tra questi è spesso menzionato il violoncellista Mike Block, descritto come coinvolto a livello di collaborazione/consulenza musicale. Questi profili sono importanti perché, per strumenti acustici o elettroacustici, la credibilità dipende molto dal feedback di performer esperti oltre che dalle caratteristiche ingegneristiche.
Prezzo, posizionamento e utilizzi possibili (scuole, tournée, ambienti non controllati)
Il progetto viene raccontato come una proposta che mira a costare meno di molti equivalenti in legno, con alcune fonti che parlano di strumenti “circa a metà prezzo” rispetto a controparti tradizionali. L’argomento economico si intreccia con la robustezza: una maggiore tolleranza a condizioni ambientali variabili potrebbe rendere questi strumenti interessanti per scuole, laboratori musicali, progetti itineranti e per chi suona in contesti dove non è sempre possibile proteggere uno strumento in legno come in una sala da concerto.
Cosa arriva dopo l’investimento: ampliamento gamma e scalabilità
Le fonti che seguono l’episodio indicano che l’azienda non si limita al violoncello: viene citato anche un violino già presentato/annunciato e l’intenzione di estendere la gamma verso altre viole e contrabbassi. Se questa roadmap verrà confermata, la sfida principale diventa la scalabilità: mantenere coerenza sonora tra esemplari, qualità di assemblaggio e fornitura stabile dei materiali compositi, senza perdere il controllo di tolleranze e finiture che, sugli strumenti ad arco, incidono su risposta e suonabilità.
