Bambu Lab è stato concepito come un sistema di stampa 3D completamente chiuso, in cui stampante, software e materiali provenivano esclusivamente dall’azienda stessa. Questo approccio rispecchiava quello di Formlabs, che integra e testa ogni componente per ottenere prestazioni ottimali. Sebbene questo modello limiti la scelta dei materiali e riduca le opzioni di personalizzazione, garantisce una maggiore coerenza nelle stampe. Nel tempo, Formlabs ha adottato un modello più aperto, consentendo l’utilizzo di materiali di terze parti, e anche Stratasys ha seguito una strada simile aprendo parte della sua tecnologia a fornitori esterni.
Se l’obiettivo è espandere il mercato e puntare su parti e produzione a basso costo, l’apertura ai materiali di terze parti è essenziale. Bambu Lab si è adattato offrendo diverse opzioni per materiali esterni e impostazioni personalizzabili. Anche se non è aperta come Prusa, Bambu non è nemmeno del tutto chiusa. Tuttavia, l’esperienza software rimane chiusa: il passaggio a firmware alternativo comporta la perdita del supporto ufficiale. L’azienda ha fatto questa scelta dopo che il team X1 Plus aveva sviluppato un firmware alternativo per le stampanti Bambu Lab, una decisione che ha dimostrato un atteggiamento pragmatico.
Questa apertura potrebbe comunque rappresentare un rischio per Bambu Lab: un eventuale problema legato a un firmware esterno potrebbe dare il via a titoli allarmistici come “Le stampanti Bambu Lab sono vulnerabili agli attacchi”, anche se non dipenderebbe dall’azienda. Tuttavia, questa scelta consente agli hobbisti, ai fab lab, agli istituti scolastici e agli operatori di print farm di utilizzare il proprio software o soluzioni di terze parti, assicurando che la comunità più esperta e innovativa continui a usare le stampanti Bambu. Questo evita anche che l’azienda venga etichettata come produttrice di dispositivi troppo semplici per utenti avanzati.
Bambu Lab ha dimostrato abilità nelle relazioni con il pubblico, come durante il richiamo dell’A1 o quando un’interruzione del cloud ha causato la stampa di spam fisico. Nonostante alcune dichiarazioni un po’ fuorvianti, soprattutto riguardo al software open source, l’azienda è rimasta impegnata e disponibile. Questo è un buon segno per il futuro, anche se rimane la preoccupazione per l’impatto sul mercato secondario e sui fornitori indipendenti. La crescita rapida di Bambu sta mettendo in difficoltà sia il mercato desktop sia i grandi produttori, e il deludente secondo trimestre di Stratasys potrebbe essere legato anche al fatto che le stampanti Bambu rispondono alle esigenze dei clienti a costi molto più bassi.
Molte aziende, grandi e piccole, utilizzano stampanti Bambu per la produzione, incluse applicazioni con metallo e ceramica. Il loro tempo di attività, rendimento e affidabilità sono notevoli. Anche se non è possibile utilizzarle in settori come la difesa per questioni di conformità, è importante essere consapevoli delle capacità di queste macchine, che stanno diventando un punto di riferimento nel settore.
Un esempio significativo dell’approccio di Bambu Lab è la collaborazione con E3D per l’utilizzo degli ugelli ad alto flusso temprato ObXidian, che ha consentito agli utenti di stampare più rapidamente. Questo dimostra la capacità dell’azienda di integrare prodotti innovativi di altri, creando un ecosistema aperto ma sotto controllo. Questo tipo di collaborazione permette a Bambu di crescere senza lasciare margini di vantaggio ai concorrenti.
Bambu avrebbe potuto richiedere che gli estrusori di E3D fossero venduti esclusivamente tramite il proprio store, ma ha scelto di lasciare libertà di acquisto tramite E3D. Questo atteggiamento aperto garantisce una collaborazione più solida e aiuta a mantenere un vantaggio competitivo rispetto ai concorrenti. Bambu sta giocando una partita di scacchi con estrema abilità, mettendo in difficoltà chi crede di poter competere sullo stesso piano.
Collaborazioni come quella con Slice Engineering, che ha ottimizzato il Mako Hotend per le macchine Bambu, sono segnali di una strategia chiara: abbracciare il mercato dell’aftermarket per consolidare la propria posizione. Bambu ha la capacità e le risorse per costruire un ecosistema sostenibile, con una base installata di milioni di sistemi in pochi anni.
Nonostante alcune perplessità su Bambu, come la gestione dell’open source e la natura chiusa del loro sistema, l’azienda ha chiaramente l’obiettivo di sconvolgere l’intero mercato della stampa 3D. Con finanziamenti importanti e una strategia ben definita, Bambu Lab ha tutte le carte in regola per diventare la “DJI della stampa 3D”, un’azienda capace di dominare l’intero settore con una combinazione di qualità, eccellenza e pragmatismo. Se il resto del mercato non si adeguerà, rischierà di essere superato.