Bambu Lab avvia “Let’s Make It Fund”: contributi fino a 300.000 dollari per progetti maker complessi

Un fondo globale pensato per progetti che si fermano per mancanza di risorse
Bambu Lab ha annunciato “Let’s Make It Fund”, un programma di supporto rivolto a maker, singoli o team, che vogliono portare avanti progetti tecnicamente impegnativi o costosi, spesso bloccati da limiti di budget, accesso a macchine, materiali o competenze specialistiche. L’azienda parla di contributi che, “di norma”, possono arrivare fino a 300.000 USD per singolo progetto (con la possibilità di andare oltre se il caso lo richiede), mentre la selezione avviene con una cadenza trimestrale.

Chi può candidarsi e quali progetti interessano a Bambu Lab
Il fondo non è pensato solo per chi ha già un laboratorio strutturato: Bambu Lab dichiara che possono partecipare anche maker con una sola stampante o piccoli studi di progettazione. Non è richiesto possedere una stampante Bambu Lab: l’azienda afferma che la qualità dell’idea e la solidità del piano contano più dell’hardware già disponibile. Il programma cerca proposte che rientrino in tre categorie: “Exceptional” (spingere i limiti), “Enlightening” (portare valore positivo, educativo o sociale) e “Executionable” (realizzabili, con fattibilità dimostrabile).

Candidature aperte senza scadenze fisse e selezione a trimestre
Uno degli elementi centrali è l’assenza di “call” con finestre temporali rigide: le proposte possono essere inviate in modo continuativo. Bambu Lab indica che ogni trimestre vengono scelti da due a cinque progetti, e che i contributi possono andare da “qualche migliaio di dollari” fino al tetto dichiarato (o oltre, se motivato). Questo modello mira a intercettare idee mature in qualunque momento dell’anno, senza costringere i team a sincronizzarsi con bandi periodici.

Cosa bisogna presentare: idea, piano di realizzazione e richiesta risorse dettagliata
Per candidarsi non basta descrivere un concetto: viene richiesto un impianto progettuale credibile. Tra gli elementi attesi rientrano: descrizione completa dell’idea, un piano realistico di esecuzione, una previsione di come sarà il risultato finale (render, prototipi, demo), e soprattutto un elenco concreto delle risorse necessarie (budget, stampanti, materiali, strumenti, consulenze tecniche). In pratica, Bambu Lab cerca proposte in cui sia già chiaro “come” si arriva al prodotto finale e quali ostacoli vanno rimossi con il supporto del fondo.

Non solo denaro: supporto tecnico, promozione e aiuto sulla supply chain
Oltre al contributo economico, Bambu Lab parla di un pacchetto di supporto che può includere assistenza tecnica, attività di comunicazione e promozione sui canali dell’azienda e collaborazioni con partner esterni. Tra gli aiuti potenziali rientra anche un supporto legato alla supply chain, utile quando un progetto richiede componenti non stampabili, elettronica, parti meccaniche o forniture difficili da reperire per un maker indipendente.

L’impegno richiesto ai selezionati: documentare e pubblicare i progressi
Il “prezzo” richiesto da Bambu Lab non è una quota di partecipazione ma un vincolo di trasparenza: chi riceve il supporto deve documentare il percorso, condividere fasi e traguardi e pubblicare aggiornamenti. L’obiettivo dichiarato è trasformare i progetti finanziati in storie replicabili e utili per la community, creando esempi concreti di sviluppo (dalla prototipazione alle iterazioni) e non solo “annunci”.

Come si inserisce nell’ecosistema MakerWorld: il legame con il crowdfunding
Bambu Lab collega il fondo a una strategia più ampia che ruota attorno a MakerWorld, la piattaforma dove l’azienda sta aggiungendo strumenti per sostenere economicamente i creator. Nel 2025 MakerWorld ha introdotto anche una funzione di crowdfunding: i creator possono presentare un progetto, fissare un obiettivo economico e una durata, offrire ricompense digitali o contenuti esclusivi ai sostenitori e pubblicare aggiornamenti durante lo sviluppo. Bambu Lab sottolinea che crowdfunding e fondo sono distinti, ma coerenti: entrambi mirano a far nascere progetti “troppo grandi” per essere sostenuti da una singola persona senza risorse.

Differenze pratiche: grant aziendale vs crowdfunding della community
Il crowdfunding su MakerWorld dipende dalla risposta del pubblico e dalla capacità del creator di convincere sostenitori con aggiornamenti e ricompense; il fondo “Let’s Make It Fund” invece è un meccanismo di selezione diretta da parte di Bambu Lab, che può erogare budget elevati e affiancare supporto tecnico e promozionale. In termini operativi, per un team può avere senso usare il crowdfunding per validare interesse e coprire costi iniziali, mentre il fondo può diventare un acceleratore quando servono risorse più grandi o competenze e forniture complesse.

Un programma che richiama le origini di Bambu Lab e l’uso della community come “partner”
Bambu Lab motiva l’iniziativa ricordando le proprie radici legate alla community e alla capacità dei maker di sostenere progetti ambiziosi, citando anche esperienze come il lancio della stampante X1 su Kickstarter e iniziative successive che hanno coinvolto il pubblico. L’idea dichiarata è passare da una community vista come pubblico a una community considerata parte del processo: un canale strutturato per far emergere progetti che l’azienda ritiene utili, replicabili e con impatto.

 

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Di Fantasy

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