Soprannominato “M2C”, il Centro di ricerca sulla microproduzione ha aperto i battenti martedì mattina a Neuchâtel. Un progetto lanciato da CSEM in collaborazione con EPFL per sviluppare tecniche di produzione adatte all’industria
EPFL e CSEM collaboreranno ancora più strettamente con la creazione del Micro-Fabrication Research CSEM ed EPFL lavorano fianco a fianco per “affrontare le sfide dell’industria”. Con sede a Neuchâtel, il Centro svizzero per l’elettronica e la microtecnologia ha inaugurato martedì mattina il suo nuovo Micro-Manufacturing Research Center (M2C). Questo progetto, progettato dal 2016 dall’École polytechnique fédérale de Lausanne, mira a unire le conoscenze e gli strumenti delle due entità per sviluppare nuove tecniche di produzione avanzate per l’industria manifatturiera. Nessun edificio aggiuntivo è stato costruito sul sito CSEM per questo progetto, che utilizzerà i laboratori già esistenti. Concretamente, la M2C è una “piattaforma comune che consentirà migliori scambi su tecnologie avanzate” spiega Olha Sereda, team leader di CSEM.
Diverse tecnologie saranno utilizzate da ricercatori e ingegneri in questo nuovo centro, ma è principalmente la stampa 3D al centro del progetto. Un processo tutt’altro che nuovo, ma che “non è ancora pienamente sfruttato nella microtecnologia”, secondo il direttore operativo del M2C, Bruno Studach. Un aspetto specifico che potrebbe consentire al nuovo centro di distinguersi in un mercato competitivo.
L’obiettivo principale dell’M2C è lo sviluppo di nuovi metodi di produzione di componenti per l’industria manifatturiera svizzera. Per adempiere a questa missione, il centro deve fare affidamento su “una combinazione di più discipline”, precisa Bruno Studach.
EPFL E CSEM APRONO UN NUOVO CENTRO DI PRODUZIONE AVANZATO PER AFFRONTARE LE SFIDE TECNOLOGICHE AFFRONTATE DALL’INDUSTRIA SVIZZERA
L’industria manifatturiera sta attraversando un periodo di profondi cambiamenti, guidati in parte dall’avvento della stampa 3D e di altre tecnologie avanzate. Per supportare l’industria svizzera in questo momento critico, EPFL e CSEM hanno unito le forze per creare il Micromanufacturing Science & Engineering Center (M2C), un nuovo punto focale per la ricerca pura, il trasferimento tecnologico e tutto il resto.
L’ M2C , che si concentra sulla microfabbricazione 3D ad alta precisione, coprirà ogni fase del processo di sviluppo, dalla ricerca pura presso i laboratori EPFL al trasferimento di tecnologie sostenibili e ad alto valore aggiunto all’industria sotto la guida di CSEM. Il nuovo centro catalizzerà la collaborazione tra partner accademici, istituzionali e industriali, oltre a fungere da piattaforma di istruzione e formazione per membri e utenti.
“I metodi di fabbricazione 3D stanno alzando il livello della precisione e della digitalizzazione”, afferma Bruno Studach, direttore operativo della produzione avanzata presso l’EPFL. “Queste tecniche rivoluzionarie stanno cambiando il panorama industriale, portandoci verso un futuro in cui oggetti e computer sono sempre più connessi. Investire in questi settori in rapida evoluzione è fondamentale se vogliamo stare al passo con la concorrenza globale e rimanere all’avanguardia nell’innovazione. L’M2C è stato creato pensando proprio a queste sfide”.
La produzione additiva, nota anche come stampa 3D, è una tecnica mediante la quale gli oggetti vengono costruiti in strati successivi di materiale. La sua crescente popolarità può essere attribuita al fatto che libera la libertà creativa e consente agli ingegneri di costruire componenti complessi ma leggeri e robusti. Con la stampa 3D, ogni fase del processo può essere digitalizzata, dalla progettazione alla produzione. Inoltre, una singola macchina può costruire oggetti fondamentalmente diversi. Gli scienziati e gli ingegneri dell’M2C esploreranno modi per trarre vantaggio da nuovi materiali e sistemi di produzione attraverso la progettazione, lo sviluppo e i test.
Grazie alle loro caratteristiche distintive, le parti stampate in 3D si rivolgono a settori e industrie diversi come l’esplorazione spaziale, le protesi personalizzate, i dispositivi microfluidici e l’orologeria. Inoltre, poiché i sensori e altre tecnologie possono essere integrati direttamente in questi componenti, aprono le porte alla raccolta di set di dati vari e precisi per applicazioni come la manutenzione predittiva e il monitoraggio di sistemi complessi.
Il team M2C svilupperà soluzioni per sistemi e componenti su scale che vanno da pochi micron a diverse decine di centimetri. Il lavoro del centro si allinea con l’area strategica di produzione avanzata del settore dei PF.
“Questa alleanza multidisciplinare consentirà ai laboratori EPFL e CSEM di condividere strutture all’avanguardia e collaborare per accelerare l’adozione di nuove tecnologie di produzione”, afferma Olha Sereda, leader del gruppo nella produzione additiva di CSEM. “Ciò significa che i produttori svizzeri continueranno a spingere i confini dell’innovazione e rimarranno competitivi sulla scena globale”.