Fitasy porta la personalizzazione delle scarpe su smartphone con un processo scan-to-print e stampa 3D

Dalla misura “standard” al profilo reale del piede
Fitasy, azienda tecnologica con sede a Indianapolis, propone un flusso “scan-to-print” che punta a superare i limiti delle taglie tradizionali: l’utente usa lo smartphone per acquisire i dati del piede e ottenere una calzatura stampata in 3D basata sulla geometria individuale. L’obiettivo dichiarato è ridurre i problemi legati a calzature non adeguate (punti di pressione, sfregamenti, discomfort prolungato) intervenendo direttamente sulla forma, non solo sulla lunghezza della suola.

Come funziona lo “scan-to-print” di Fitasy
Il processo ruota attorno a tre componenti: acquisizione tramite imaging su smartphone, ricostruzione e interpretazione tramite “spatial AI”, e produzione con stampa 3D a proiezione (Digital Light Projection, DLP). Fitasy dichiara che la scansione viene effettuata in condizioni diverse (piede in carico e a riposo) per ottenere un modello e un “fit profile” più aderente all’uso reale; da quel profilo vengono generati i dati di stampa per realizzare la scarpa.

Struttura a reticolo e produzione in monomateriale
Il design della scarpa si basa su una struttura a reticolo multistrato (indicata come “triple-layer lattice”) pensata per adattarsi ai contorni del piede e distribuire i carichi. Un punto centrale del messaggio di Fitasy è l’uso di un solo materiale per l’intera scarpa: questo semplifica riciclo e fine vita rispetto alle sneaker tradizionali, spesso composte da schiume, tessuti, colle e inserti difficili da separare. Alcune ricostruzioni di settore descrivono il materiale come poliuretano riciclabile, coerente con l’approccio “mono-materiale” rivendicato dal marchio.

Tempistiche: demo in fiera e finestra ordini
Secondo quanto riportato da Fitasy e ripreso dalla stampa di settore, è attiva una waitlist e l’azienda prevede l’avvio degli ordini consumer nella primavera 2026, con presentazioni in ambito fieristico. Questi passaggi servono tipicamente a validare produzione, supply chain e ripetibilità del fitting digitale prima di un rilascio su larga scala.

Chi c’è dietro Fitasy e quali competenze dichiara
La copertura del progetto evidenzia un team con esperienze in ingegneria, scienza dei materiali e imaging computazionale, citando percorsi in istituzioni come MIT, Caltech, University of Wisconsin e Imperial College London. A livello di posizionamento, Fitasy si presenta come realtà “sport tech / footwear tech”, con un focus su comfort, recupero e utilizzo quotidiano, mantenendo però un linguaggio orientato a scalabilità industriale (dalla scansione alla produzione automatizzata).

Contesto: la corsa alle scarpe stampate in 3D e al fitting digitale
Il caso Fitasy si inserisce in una traiettoria più ampia: calzature e componenti personalizzati ottenuti con produzione additiva (reticoli, geometrie funzionali) e digitalizzazione del piede tramite app. In parallelo, stanno emergendo modelli “on-demand” e piattaforme dedicate alla produzione di calzature stampate in 3D; inoltre alcuni brand e startup sperimentano scan da smartphone, design computazionale e partnership produttive per rendere sostenibile il costo della personalizzazione. Fitasy prova a differenziarsi concentrandosi su un flusso end-to-end (scansione, modellazione, stampa) e sul tema del monomateriale riciclabile.

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Di Fantasy

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