cuore 3dStampante 3D per pezzi di ricambio umani

Ipotesi di heart-bioprint
Le nuove frontiere dell’ingegneria tissutale: stamperemo organi e membra umane con materiale organico

Siamo da tempo già in quell’epoca che negli ultimi sessant’anni abbiamo variamente allucinato come fantascienza. Potremmo già dire che in teoria gli umani possono essere riprodotti con una stampante 3D.
Naturalmente sto forzando una notizia di Redattore Sociale che tratta di nuove frontiere della medicina rigenerativa. Un ricercatore dell’Istituto ortopedico Rizzoli di Bologna, il dott Nicola Fazio, parla di ingegneria tissutale, vale a dire quella nuova scienza che studia come ricostruite organi e membra umane con materiale organico invece che in materiali sintetici. La teoria è affascinante; al Rizzoli hanno già una ricca banca delle cellule del tessuto muscolo scheletrico, a detta del ricercatore, questa è la base per caricare stampanti a 3D di un materiale che permetta la stampa tridimensionale di parti del nostro corpo: “Ci sono due tecniche per stampare in 3D- spiega Nicola Fazio- quella a getto d’inchiostro e la modellazione a deposizione fusa, il cosiddetto bioprinting. Il getto d’inchiostro è perfetto per stampare tessuti ossei, perché utilizza le polveri.”
Per stampare invece delle cellule, e completare il progetto di un pezzo umano completo, si usa bioprinting, che permette di ricostruire anche la carne seguendo un progetto che fa muovere delle testine che depositano strato su strato i materiali biologici. “Per farlo, utilizza due tipi di testine: uno per depositare cellule, uno per depositare biomateriali. Questa stampa garantisce anche la creazione di una microvascolatura funzionale.” Il primo traguardo sarà creare tessuti vivi su misura per la chirurgia ortopedica e maxillo facciale. Tra un paio d’ anni sono pronti per la stampa di tessuti ingegnerizzati.
Ci siamo la fantasia ha due anni per sbizzarrirci…Cosa vogliamo farci stampare in carne e ossa? Ci servono pezzi di ricambio? C’è qualcosa che non ci piace e vorremmo farcelo riprogettare? Inutile specificare che già possiamo prefigurarci la progettazione completa dell’ umano perfetto che vorremmo tutto per noi, forse ci servirà un sacchetto di biomateriali che è più ingombrante di sicuro che la cartuccia di ricambio di una stampante a getto d’ inchiostro, diciamo tra i cinquanta e i settanta chili a seconda dell’ umanoide che vogliamo realizzare. Impostiamo la stampante alla sera e andiamo a dormire.
Strato dopo strato quella la notte esegue ronzando, la mattina dopo si presenta bello completo e con il caffè in mano il nostro “progetto in carne”…Poi non dite che quella raccontata in Blade Runner non fosse una storia profetica.

GIANLUCA NICOLETTI da lastampa.it

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