Ricette da stampare in 3D, e largo ai vermi in tavola
Se ne sono viste al CES di Las Vegas e anche il Barilla di casa nostra ci crede: non si dirà più “mamma butta la pasta”, ma “premi Invio“. Le stampanti 3D mettono da parte plastica, resine e nanoparticelle per fare spazio a broccoli, panna e salsicce.
Pare che Barilla abbia in programma l’installazione di apparecchi tridimensionali nei suoi locali monomarca, come quello di New York, per produrre formati particolari, e spaziare anche in quantità e disegno. L’idea piace molto agli chef, che potrebbero sbizzarrirsi nel progettare cibo dall’aspetto stravagante e trovare un valido aiuto nel completare tortellini, senza nulla togliere al sapore, anzi. E chi lo sa, presto potremmo avere una piccola rivoluzione anche a casa nostra.
Per ora però le stampanti 3D alimentari non sono certo simili a una stampante tradizionale: sono piccole macchine industriali con enormi siringhe. Queste vanno riempite con il cibo crudo e piuttosto liquido (cioccolato fuso, impasti vari) ed ecco che la macchina “stampa” il cibo strato su strato, fino a farne una copia dell’oggetto desiderato prendendo istruzioni, proprio come fa una stampante, da un pc. Un apposito software disegna il cibo come lo desideriamo, e poi lo divide in strati “stampabili”. Gli ideatori dei primi modelli commerciali di stampanti alimentari in 3D sono convinti che presto potremmo scaricare le ricette e stamparle nelle nostre cucine.
Il più famoso di questi aggeggi è Foodini, della spagnola Natural Machines: il suo obiettivo è diffondere l’home cooking, rendendo la cucina un gioco da ragazzi. “Meglio del cibo in scatola, conservato o pieno di additivi e grassi saturi, è prepararsi uno spuntino a casa”, si legge nella presentazione di questo gioiellino. E poi si spiega: i tuoi bimbi non mangiano le verdure? Fare torte salate a forma di dinosauro sarà facilissimo.
Ma stampare il cibo può anche diventare un modo per cucinare in modo più sostenibile. È quanto promette l’olandese TNO, che ha pronta una stampante 3D alimentare che vi farà amare alghe, insetti ed erbe varie. Come ricordato recentemente dall’Onu, ci piaccia o no, mangiare insetti sarà il futuro dell’alimentazione: sono sani, nutrienti e combattono la fame nel mondo e l’esaurimento delle risorse. E se mangiare una manciata di grilli dà le stesse proteine di una bistecca, l’impatto ambientale è drasticamente diverso. Ecco allora che sono già pronte ricette per i biscotti ai vermi, fatti a forma di simpatici soldatini per la gioia dei più piccoli. Perché è proprio vero, in fondo mangiamo con gli occhi.
Michela Dell’Amico da wired.it