Nel Nord-Est il 3D entra nelle scuole. Stampanti hi-tech accanto a libri e dizionari
Quattordici scuole superiori – alcuni istituti tecnici, dalla meccatronica al vitivinicolo, ma anche un liceo artistico e un classico – in Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige: parte da qui il progetto pilota «Un FabLab in tutte le scuole», firmato dalla Fondazione Nordest per puntare sulla formazione e dare nuovo impulso all’innovazione manifatturiera.
Nelle aule, accanto a manuali e vocabolari, entreranno stampanti tridimensionali, frese a controllo numerico e laser cutter: non un kit predefinito, ma una dotazione da mettere a punto insieme alle scuole stesse, a seconda degli argomenti che vorranno sviluppare, che siano affreschi digitali o prodotti di consumo.
La partnership finanziaria è con Unicredit, da tempo impegnata nello sviluppo dell’«ecosistema Nordest»; le tecnologie sono quelle di aziende già radicate nel territorio. La prima è la vicentina DWS, che ha portato la stampa 3D ai massimi alti livelli di precisione e definizione, aiutando le aziende ad abbassare i costi e rendendole più competitive; oggi esporta il 95% della produzione in oltre 60 Paesi del mondo ed è divisa in unità che spaziano dalla gioielleria al dentale. La seconda, Roland DG, che ha creato anche una community sul web per migliaia di aziende e di persone che si scambiano informazioni e richieste di aiuto, ha nel proprio simbolo un mouse unito a una mano: è il simbolo degli “artigiani tecnologici” ai quali mette a disposizione una serie di strumenti.
Con questo progetto «la Fondazione Nordest assume un ruolo più concreto, da pensatoio a vero dipartimento di ricerca e sviluppo per il territorio – dice il presidente Francesco Peghin – Una struttura capace di inventare nuovi approcci al business, studiarne l’efficacia e creare prototipi come quelli che si realizzeranno nelle scuole, per offrire modelli applicabili ovunque e testati». Un approccio che richiama quelli che il presidente Usa Obama ha definito manifacturing hub, con il vantaggio che il Veneto ha già una rete di hub – i distretti – da cui partire.
«Crediamo fortemente in questa rivoluzione – spiega Stefano Micelli, direttore di Fondazione Nordest – In altri Paesi si dibatte sui posti di lavoro tradizionali che scompariranno, noi agiamo per rendere le persone protagoniste di un cambiamento che potrà trasformare il modo di produrre, ma anche di comunicare, di vendere. E il Nordest può candidarsi a modello di questa nuova realtà che entra nella vita di tutti: di qui la scelta di lavorare con i giovani di scuole di ogni genere, non solo tecniche. Nel loro futuro potranno esserci assunzioni più facili grazie alle capacità apprese, ma anche la voglia di aprire nuove imprese basate sulle proprie idee».
Le scuole pronte a partire sono Itis Rossi e Fondazione ITS Meccatronico a Vicenza; Itis Marconi a Padova; Itis Ferraris, Ipsia Giorgi e Fondazione ITS Last (logistica) a Verona; Isiss Cerletti e Fondazione ITS agroalimentare-vitivinicolo a Conegliano Veneto, Itis Segato a Belluno, Itis Malignani e liceo artistico Sello a Udine, Istituto di istruzione delle Arti Vittoria Bonporti Depero e Cfp Centromoda Canossa a Trento; liceo classico Foscarini a Venezia.
Dopo l’avvio del piano “Un fablab in ogni scuola”, per ampliarne le possibilità verrà lanciato anche un crowfunding territoriale: sarà affidato a Ginger (Gestione idee nuove e geniali in Emilia Romagna), una startup tutta al femminile che ha già maturato esperienza nella raccolta fondi “civica”. Un esempio è unpassopersanluca.it, progetto di restauro del portico più lungo al mondo che ha raccolto finora 142mila euro (47% del necessario) e oltre 900 sostenitori che, dopo la donazione, vengono coinvolti e resi riconoscibili dalla comunità per la quale si sono impegnati.
di Barbara Ganz da ilsole24ore.com