Noi siamo esseri tridimensionali
La stampa 3D una delle tante mode passeggere? Non credo. E non lo crede nessuno infondo. Almeno visto il successo che le stampanti tridimensionali hanno avuto al Ces di Las Vegas che ha chiuso il 10 gennaio. Solo tre anni fa il pensiero di poter usare una stampante a casa per fabbricare oggetti di uso comune o addirittura pietanze commestibili era davvero fantascienza. Ora quasi non più. La fiera dell’elettronica di consumo più grande del mondo quest’anno aveva un’area espositiva dedicata a queste novità di centinaia di metri quadrati e le previsioni di mercato danno per il settore un fatturato stimato di 3,7 miliardi di dollari nel 2015 e di 10,8 entro il 2020.
Che la stampa tridimensionale sia destinata a cambiare l’intera industria dell’elettronica di consumo e molti ambiti anche non tech pare già un dato di fatto. Ma la rivoluzione promette di toccare anche i ‘singoli utilizzatori’ anche grazie al fatto che prodotti e prezzi stanno progressivamente raggiungendo (non sempre però!) una soglia ‘accessibile’ o comunque molto meno inarrivabile rispetto a prima.
Io ho addirittura colleghi che hanno provato sulla propria pelle l’ebrezza di vedersi rimpiccoliti – come potete leggere in questo articolo autobiografico di @pestoverde.
Makerbot, la prima società che timidamente al Ces di tre anni fa aveva presentato i primi – quasi ignorati – prototipi di stampa in 3D – quest’anno vanta 218 mila design già pronti per produrre 48 mila oggetti complessi. Makerbot, che finora ha venduto circa 44 mila stampanti 3D, non solo presenta una linea completa di stampanti 3D, che vanno da 1.300 a 6.500 dollari a seconda delle dimensioni di stampa, ma fornisce anche uno scanner 3D, che costa un migliaio di dollari, e soprattutto ha creato un ‘digital store’ tipo iTunes che vende modelli da scaricare online a partire da 99 centesimi di dollaro.
E non finisce qui. Perché esistono stampanti anche a più buon mercato come la DaVinci, che costa appena 499 dollari, o quelle Cube di 3Dsystems: possono stampare un oggetto di 6 centimetri di altezza in circa tre ore, con prezzi che vanno da mille a 5 mila dollari a seconda del modello.
Certo, ancora c’è molto da fare e la strada dell’evoluzione in 3D è ancora lunga. Ma gli ingredienti giusti ci sono tutti. Anche perché la tecnologia merità davvero la sua terza dimensione.
ClaudiaLavia da lettera43.it