CASE STAMPATE IN 3D E PREZZI REALI: COSA INSEGNA IL CASO VEROTOUCH A SALIDA
L’idea delle case stampate in 3D è spesso associata a promesse di abitazioni “più economiche e più rapide” rispetto ai cantieri tradizionali. L’analisi di Fabbaloo sul progetto di VeroTouch in Colorado prova però a rispondere a una domanda più concreta: quanto costa davvero una casa 3DCP (3D Concrete Printing) quando si guarda al prezzo finale per chi compra, non solo al costo delle pareti stampate?
Chi è VeroTouch e cosa sta costruendo a Salida
VeroTouch è una società con sede a Salida, Colorado, specializzata in costruzioni residenziali stampate in 3D. L’azienda combina progettazione, ingegneria, stampa 3D in calcestruzzo e attività di cantiere tradizionali, con l’obiettivo dichiarato di ridurre i costi dell’abitare mantenendo elevati standard di qualità e durabilità.
Nel 2025 VeroTouch ha completato le prime case stampate in 3D del Colorado, sostenute dal programma statale Innovative Housing Incentive Program (IHIP), che ha stanziato fino a 618.000 dollari per permettere all’azienda di espandersi in nuove lottizzazioni. Il progetto iniziale a Buena Vista, incentrato sulle abitazioni “VeroVistas” resistenti al fuoco, è stato il banco di prova per passare poi a un intervento più ampio vicino alla sede di Salida.
Un mercato immobiliare già caro: il contesto di Salida
L’analisi sui costi delle case 3DCP non può prescindere dal contesto. Salida è una cittadina di montagna molto apprezzata per turismo, outdoor e qualità della vita: fattori che spingono in alto i valori immobiliari. Già nel 2025 le stime per il valore medio di una casa in città si collocano tra 550.000 e oltre 700.000 dollari, livelli nettamente più alti della media statunitense e dello stesso Colorado.
Questo significa che qualunque progetto residenziale a Salida – tradizionale o stampato in 3D – parte in un contesto di prezzi elevati, in cui la “convenienza” va misurata rispetto a un mercato già caro, non rispetto a medie nazionali più basse.
Il progetto VeroTouch: fino a 30–32 abitazioni stampate in 3D
Secondo le informazioni raccolte da Fabbaloo e da altri media locali, VeroTouch sta sviluppando un intervento residenziale nell’area di Cleora, nei pressi di Salida, con un cluster di circa 30–32 case stampate in 3D. L’idea è quella di creare un piccolo quartiere dimostrativo: unità ripetibili, costruite con un processo semi-industriale, ma integrate nel tessuto abitativo locale.
Le case combinano pareti portanti in calcestruzzo stampato in 3D con altri elementi costruttivi convenzionali (fondazioni, coperture, impianti, finiture), utilizzando tecnologie come la stampante COBOD BOD2 già impiegata nel progetto VeroVistas.
La frase chiave: “per ora siamo nella fascia alta del mercato”
Il cuore dell’articolo di Fabbaloo è una dichiarazione del CCO di VeroTouch, Jake Rishavy, rilasciata a una televisione locale (KKTV). Parlando del progetto di Salida, Rishavy spiega che il mercato della zona è “tutto fuorché economico” e ammette che le case stampate da VeroTouch si collocano nella fascia alta dei prezzi, almeno in questa fase.
Rishavy aggiunge però un elemento importante di prospettiva: l’obiettivo dichiarato è che nel giro di uno o due anni il costo finale delle abitazioni 3DCP scenda in modo significativo sotto i prezzi di mercato, grazie a miglioramenti di processo, economie di scala e maggiore integrazione tra stampa 3D e resto del cantiere.
Perché le case 3DCP non risultano ancora più economiche
Un punto che Fabbaloo sottolinea con chiarezza è la differenza tra costo delle pareti stampate e costo complessivo della casa. Le comunicazioni sul 3D concrete printing spesso insistono su velocità di realizzazione e riduzione della manodopera nella fase di struttura, ma una casa finita include molto altro: impianti HVAC, elettrico, idraulico, serramenti, tetto, interni, urbanizzazioni, oneri, finanziamento e margine del costruttore.
Nel caso VeroTouch le abitazioni 3DCP risultano quindi più costose del costruito medio, almeno nel contesto di Salida. Questo non significa che la stampa 3D non porti benefici: velocità di cantiere, riduzione di alcune lavorazioni ripetitive e migliore controllo di forma e isolamento sono fattori reali. Ma, finché il resto della filiera (fornitori, subappaltatori, burocrazia, costo del terreno) rimane allineato al mercato locale, il vantaggio sul prezzo finale non emerge in modo immediato.
I numeri di Buena Vista e Cleora: quando le case 3DCP toccano il mercato
Nel progetto VeroVistas a Buena Vista, le prime due case stampate in 3D sono state messe sul mercato intorno a 625.000 dollari, con paragoni diretti alla mediana dei prezzi della contea, indicata attorno ai 650.000 dollari. In quell’analisi il focus era sui benefici tecnici (resistenza al fuoco, efficienza energetica, tempi di cantiere ridotti), mostrando le case 3DCP come competitive rispetto al contesto locale. A Cleora/Salida, però, il discorso si sposta: il target non è solo “essere vicini o leggermente sotto la mediana di zona”, ma abbassare in modo netto la barriera di accesso alla casa in un’area montana dove gli stipendi della popolazione locale non seguono sempre la stessa curva dei valori immobiliari. Da qui la consapevolezza – espressa da VeroTouch – che in questa fase le case stampate sono nella fascia alta e che serve tempo per arrivare a una vera svolta sui prezzi.
Il ruolo di COBOD e della tecnologia 3DCP nel contenimento dei costi
Sul piano tecnologico, VeroTouch utilizza sistemi sviluppati da COBOD, uno dei principali fornitori mondiali di stampanti 3D per calcestruzzo. La macchina BOD2 consente di estrudere strati di calcestruzzo in modo automatizzato, riducendo il numero di operai necessari per la costruzione delle pareti e comprimendo la durata del cantiere.
Teoricamente questa automazione dovrebbe tradursi in un costo per metro quadrato più competitivo, soprattutto su progetti ripetitivi come villette a schiera o piccoli condomini. Nella pratica, però, i vantaggi di COBOD e di altre soluzioni 3DCP vengono in parte compensati da:
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fase di avviamento e ammortamento delle macchine;
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costi di trasporto e installazione su più siti;
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necessità di personale specializzato per manutenzione e programmazione;
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integrazione con fornitori e artigiani tradizionali che non sempre sono ottimizzati per cicli di lavoro più rapidi.
3DCP e affordability: confronto con altri progetti nel mondo
Il caso VeroTouch si inserisce in un quadro più ampio di sperimentazioni su case stampate in 3D:
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ICON e Lennar in Texas lavorano su quartieri con decine di unità stampate in 3D per ridurre i tempi di costruzione, ma i prezzi finali restano influenzati dal mercato immobiliare locale e dal costo del terreno.
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In Portogallo, realtà come Havelar e progetti come Litehaus esplorano modelli di abitazioni compatte e sistemi di pannelli prefabbricati 3DCP, cercando di standardizzare il più possibile i componenti per abbassare i costi.
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In Arabia Saudita e in altri Paesi del Golfo, società come Dar Al Arkan utilizzano 3DCP per ville di fascia medio-alta, dove la priorità è spesso l’immagine di innovazione più che l’abbattimento radicale dei prezzi.
Questi esempi mostrano che la stampa 3D in edilizia si muove in tre direzioni parallele: dimostrazione tecnologica, ottimizzazione della manodopera e ricerca di modelli realmente più accessibili. Il caso VeroTouch appartiene soprattutto a quest’ultima categoria, ma si scontra con mercati locali che sono già costosi per ragioni indipendenti dalla tecnologia costruttiva.
Cosa ci dice il caso VeroTouch sul futuro delle case stampate in 3D
Dalla lettura incrociata delle fonti emerge un messaggio piuttosto chiaro:
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Oggi le case 3DCP come quelle di VeroTouch possono essere competitive nei mercati più cari, ma non sono automaticamente “case low cost”;
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il vero vantaggio della stampa 3D in edilizia potrebbe emergere quando processo, supply chain e scala produttiva saranno maturi quanto la tecnologia di stampa;
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l’attenzione dovrebbe spostarsi dai soli tempi di costruzione alla struttura dei costi complessivi: terreno, progettazione, autorizzazioni, finiture, finanziamento, manutenzione.
Il progetto di Salida e la trasparenza di VeroTouch sui prezzi rappresentano un passo importante: iniziano a emergere dati reali su cui valutare se la stampa 3D in calcestruzzo può diventare una leva credibile per l’housing sociale e per l’accesso alla prima casa, oppure resterà per lo più una soluzione di nicchia in mercati a reddito medio-alto.
