Saab investe 10 milioni di dollari in Pythom Space per i lanci rapidi e dispiegabili
Il gruppo svedese Saab ha investito 10 milioni di dollari in Pythom Space, diventando lead investor dell’ultimo round di finanziamento della giovane azienda spaziale. L’operazione punta ad accelerare lo sviluppo di razzi leggeri e rapidamente dispiegabili, pensati per rendere l’accesso allo spazio più flessibile, economico e resiliente.
Secondo l’annuncio originale, l’investimento è focalizzato sui sistemi di lancio e sui propulsori sviluppati da Pythom Space, che fa ampio uso di tecnologie di manifattura additiva per i propri motori a razzo. Saab collega esplicitamente questa mossa alla propria visione di infrastrutture di lancio “disperse e resilienti”, un tassello chiave nella strategia di difesa e sicurezza svedese in ambito spaziale.
Un round guidato da Saab per razzi leggeri e dispiegabili
Nel comunicato ufficiale, Saab sottolinea che il proprio ruolo è quello di lead investor nel round che ha portato 10 milioni di dollari nelle casse di Pythom Space. L’obiettivo è ridurre il time-to-market dei sistemi di lancio dell’azienda e velocizzare la transizione dai test a terra alle prime missioni orbitali.
I razzi di Pythom sono progettati per essere leggeri, rapidamente dispiegabili e operabili da siti di lancio “dispersi”, concetto che risponde a due esigenze convergenti: da un lato la capacità di lanciare piccoli satelliti in orbita bassa con tempi di preavviso ridotti, dall’altro la necessità militare di non dipendere da pochi cosmodromi fissi, vulnerabili a attacchi e interruzioni. Saab descrive l’investimento come un tassello per “colmare gap di capacità nel dominio spaziale” e rafforzare le capacità spaziali svedesi e dei suoi alleati.
Pythom Space: una realtà svedese-americana con ambizioni di trasporto umano
Pythom Space è una realtà svedese-americana fondata nel 2020 da Tina Sjögren (CEO) e Tom Sjögren (CTO), esploratori di lunga data con diversi Guinness World Records per spedizioni in condizioni estreme, dall’Everest ai poli. L’azienda ha sede a Bishop, in California, e una struttura societaria che include entità collegate in Svizzera e in Svezia per supportare sia il lato commerciale sia quello legato alla difesa e alla neutralità europea.
Pythom sta sviluppando un sistema completo di trasporto spaziale: razzi, lander e veicoli per missioni in orbita terrestre e, in prospettiva, verso Luna e Marte. Nei materiali pubblici l’azienda parla di una roadmap che parte da razzi orbitali per piccoli carichi, per poi estendersi a infrastrutture capaci – almeno nelle intenzioni – di supportare l’esplorazione umana del sistema solare. Dal punto di vista di business, Pythom si posiziona sul segmento dei microlanciatori e dei servizi di lancio rapidi per piccoli satelliti, un mercato in cui competono molte realtà emergenti ma dove la capacità di lanciare “quando serve e da dove serve” rimane ancora poco servita.
Motori Asterex e manifattura additiva: Inconel, canali di raffreddamento e design “dato per la stampa 3D”
Uno degli elementi più interessanti del progetto Pythom è l’uso intenso della manifattura additiva metallica per i propri motori a razzo, in particolare la famiglia di motori Asterex. In un’intervista dedicata, Tom Sjögren ha spiegato che l’architettura del motore è stata concepita “data per la stampa 3D”, cioè progettata fin dall’inizio per sfruttare geometrie interne complesse, canali di raffreddamento integrati e percorsi di flusso che sarebbero difficili – se non impossibili – da ottenere con lavorazioni convenzionali.
In collaborazione con GKN Additive, Pythom ha utilizzato principalmente Inconel 625 per i prototipi iniziali dei motori, con un passaggio programmato verso Inconel 718 nelle fasi successive. Si tratta di superleghe a base nichel-cromo ampiamente usate in propulsione aerospaziale per la loro resistenza a temperatura elevata e alla corrosione. La stampa 3D consente non solo di ridurre il numero di parti e le saldature, ma anche di iterare i design molto più velocemente, adattando gli ugelli e le camere di combustione alle esigenze di spinta e al profilo termico.
Più in generale, studi e campagne di test – inclusi lavori condotti in ambito NASA su camere di combustione e ugelli in Inconel – mostrano che la manifattura additiva può raggiungere proprietà meccaniche e prestazioni termiche compatibili con i requisiti dei motori per lanciatori, aprendo margini per design multi-materiale e strutture bimetalliche ancora più spinte. In questo contesto, Pythom Space si inserisce come utilizzatore avanzato di queste tecnologie, puntando a combinare stampa 3D, saldatura laser e lavorazioni tradizionali in un’unica catena produttiva orientata ai lanci rapidi.
Saab, spazio e difesa: perché i razzi dispiegabili interessano Stoccolma
Per Saab, l’investimento in Pythom Space non è un episodio isolato, ma rientra in una strategia più ampia che vede lo spazio come dominio operativo centrale per difesa, intelligence e sorveglianza. Sul proprio sito istituzionale, Saab sottolinea da tempo il lavoro su soluzioni “multi-domain” che integrano piattaforme terrestri, aeree, navali e spaziali con sistemi di comando e controllo proprietari.
Nel 2024 il governo svedese ha presentato la prima strategia nazionale per difesa e sicurezza nello spazio, con l’obiettivo di fare di Svezia un attore significativo nel settore, anche attraverso capacità di lancio proprie e cooperazioni con partner industriali. Nello stesso filone rientrano iniziative come la collaborazione fra Saab e Maxar Intelligence sulle tecnologie di geointelligence spaziale. L’investimento in Pythom rafforza questo quadro, puntando a garantire a Svezia e alleati una capacità di lancio rapida, su richiesta e geograficamente dispersa, che può sostenere sia missioni militari sia applicazioni civili critiche (osservazione terrestre, comunicazioni, resilienza delle infrastrutture).
Un tassello nel mercato globale dei microlanciatori
Il mercato dei microlanciatori e delle piattaforme di lancio flessibili è estremamente affollato, con attori che spaziano da aziende consolidate come Rocket Lab a startup focalizzate esclusivamente sui piccoli satelliti. In questo panorama, Pythom Space non punta a competere sul puro “costo per chilogrammo” contro i giganti del settore, ma su reattività e sovranità: fornire a governi e clienti istituzionali la possibilità di lanciare payload ridotti da infrastrutture meno complesse, con logistica più agile e, in prospettiva, anche da più siti in Europa e Nord America.
Per Saab, affiancare una realtà come Pythom significa avere voce in capitolo sulla direzione tecnologica di questi sistemi e, soprattutto, assicurarsi che parte di questa capacità industriale rimanga ancorata all’ecosistema svedese. Per Pythom, il capitale e il know-how di Saab possono trasformare una roadmap ambiziosa – che include razzi orbitali e un sistema di trasporto completo – in un percorso industriale più strutturato, con accesso a contratti governativi, standard militari e reti di fornitura mature.
