Snapmaker chiude un round Series B sostenuto dalla rete di investitori vicini a Xiaomi
Il produttore cinese di stampanti 3D Snapmaker ha chiuso un round di finanziamento Series B supportato da alcuni dei nomi più influenti del venture capital cinese. Il round è guidato da Hillhouse Ventures e dal gruppo di servizi digitali Meituan, mentre partecipano nuovamente Cowin Capital e Orient Securities Capital, affiancati da Shunwei Capital, Longzhu Capital (braccio VC di Meituan) e Nanshan Innovation Investment.
Snapmaker non comunica la cifra esatta, ma parla di “tens of millions of USD”, indicando quindi un ordine di grandezza di decine di milioni di dollari destinati alla crescita del brand e allo sviluppo di nuove piattaforme hardware e software.
Chi sono Hillhouse, Meituan, Shunwei e gli altri investitori
La composizione del round è uno degli elementi più significativi della notizia. Il “parterre” di investitori rappresenta una sorta di élite finanziaria legata all’ecosistema tech cinese:
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Hillhouse Ventures è nota per investimenti early in aziende come Tencent, JD.com e Zoom, e gestisce fondi con profili diversi, dai round di crescita alle operazioni di buyout;
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Meituan è una super-app per servizi locali, attiva in consegne, ristorazione e on-demand, sempre più presente in investimenti strategici su hardware e robotica;
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Shunwei Capital è un fondo di venture capital con sede a Pechino, fondato da Lei Jun, co-fondatore e CEO di Xiaomi, e da Tuck Lye Koh, con forte specializzazione in tecnologia consumer;
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Cowin Capital e Orient Securities Capital sono investitori già presenti nel capitale di Snapmaker;
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Nanshan Innovation Investment è collegata al distretto di innovazione di Shenzhen, uno dei poli principali per l’elettronica e l’hardware consumer cinese.
Per Snapmaker, questo round significa molto più di capitale: indica l’ingresso in un circuito di investitori che possono agevolare l’accesso ai mercati internazionali, alle filiere produttive avanzate e, in prospettiva, a un’eventuale quotazione.
Dalla Series A 2021 alla Series B 2025: continuità di crescita
Questo round Series B arriva dopo la Series A annunciata nel 2021, guidata da MatrixPartners China e Cowin Capital, in cui Snapmaker aveva già raccolto “milioni di dollari” destinati al potenziamento della catena di approvvigionamento e al rafforzamento del team.
In quella fase la società dichiarava un aumento del 67% della domanda rispetto all’anno precedente, oltre 45.000 unità spedite in circa 120 Paesi, una rete di più di 60 rivenditori e un organico in rapida crescita.
Nel 2025 le notizie sulla Series B indicano la chiusura del round nel primo trimestre dell’anno, con il coinvolgimento di investitori finanziari e industriali; l’ingresso pubblico di Hillhouse, Meituan e degli altri fondi consolida questo percorso, trasformando Snapmaker da “successo da Kickstarter” a realtà con capitale istituzionale di peso.
Snapmaker: dal 3-in-1 alla U1, un marchio costruito sul crowdfunding
Snapmaker si è fatta conoscere nel 2017 con la prima macchina modulare 3-in-1 (stampa 3D, fresatura CNC, incisione/taglio laser) lanciata su Kickstarter, con una campagna da oltre 2,2 milioni di dollari.
Nel 2019 la serie Snapmaker 2.0 ha stabilito un nuovo record su Kickstarter per una stampante 3D, con 7,8 milioni di dollari raccolti e il riconoscimento CES Innovation Award 2020, consolidando l’immagine del marchio come soluzione “tutto-in-uno” per maker, laboratori scolastici e piccole aziende.
Nel periodo 2022–2025 il brand amplia l’offerta con:
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Snapmaker Artisan e Artisan Premium, sistemi 3-in-1 di fascia più alta;
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Snapmaker J1 / J1s IDEX, con doppio estrusore indipendente per una stampa multi-materiale più spinta;
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il software di slicing Snapmaker Orca, sviluppato a partire da OrcaSlicer e integrato nell’ecosistema Snapmaker.
U1 e record su Kickstarter: numeri che spiegano l’interesse degli investitori
Il recente successo di Snapmaker ruota in gran parte intorno alla U1, stampante CoreXY con quattro teste di stampa dedicate e cambio utensile rapido, ottimizzata per la stampa multicolore e multi-materiale riducendo al minimo gli scarti di purge.
La campagna Kickstarter della U1 ha:
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superato i 20 milioni di dollari raccolti;
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coinvolto oltre 20.000 sostenitori in tutto il mondo;
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stabilito il record come progetto di stampante 3D più finanziato nella storia di Kickstarter.
La macchina unisce:
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velocità di stampa elevate (fino a 500 mm/s nella comunicazione del produttore);
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quattro toolhead indipendenti che riducono il cambio colore basato su spurgo;
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possibilità di combinare materiali rigidi e flessibili nella stessa stampa.
Permangono alcune criticità sull’uso intensivo di materiali tecnici più esigenti (ASA, ABS, PA), dove la gestione termica e l’eventuale chiusura completa della camera giocano ancora un ruolo determinante.
Come Snapmaker investirà il capitale della Series B
Commentando il round, il fondatore Daniel Chen presenta la Series B come un passaggio dalla leadership di prodotto alla costruzione di un ecosistema completo. Le priorità annunciate sono tre:
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Accelerare la ricerca e sviluppo
Focus su stampa multicolore e multi-materiale, aumento di velocità e affidabilità, algoritmi software più evoluti e una migliore integrazione tra hardware, firmware e slicer. -
Ampliare il team globale
Assunzioni mirate in ambito hardware R&D, software con Intelligenza Artificiale e content ecosystem, cioè figure dedicate a profili di stampa, plug-in, contenuti e integrazioni con piattaforme di design e marketplace. -
Costruire un ecosistema di partner
Collaborazioni con creatori, sviluppatori, fornitori di materiali, produttori di accessori e partner di filiera, con l’obiettivo di abbassare la barriera d’ingresso e rendere la stampa 3D uno strumento il più possibile “universale”.
Questa strategia si innesta sulla tradizione Snapmaker di macchina modulare 3-in-1, con l’intento di trasformare il concetto di “laboratorio desktop” in una piattaforma completa di hardware, software e contenuti.
Perché i grandi fondi cinesi guardano alla stampa 3D desktop
L’ingresso di Hillhouse, Meituan, Shunwei e degli altri investitori in Snapmaker riflette una tendenza più ampia: i grandi fondi cinesi stanno puntando con decisione sul 3D printing desktop, dopo anni in cui il settore era percepito come nicchia.
Si vedono segnali simili in:
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Creality, che prepara la quotazione a Hong Kong ed è sostenuta da investitori istituzionali di primo piano;
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Bambu Lab, che ha raccolto capitali importanti da fondi internazionali per spingere la propria linea di stampanti ad alta velocità e forte automazione;
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altre aziende AM (come ICON nel settore edilizio) che chiudono round Series B e Series C a più decine di milioni di dollari.
In questo scenario, Snapmaker rappresenta un caso interessante: un’azienda cresciuta grazie al crowdfunding e alla community, che ora viene letta dai capitali istituzionali come hardware di massa potenzialmente integrabile nell’ecosistema di dispositivi intelligenti, in stile “Xiaomi-like”.
Snapmaker tra opportunità e sfide
Accanto alle opportunità, non mancano le sfide. Alcuni report di settore evidenziano:
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un numero di casi di macchine difettose all’arrivo più alto rispetto a concorrenti come Bambu Lab e Creality;
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una maturità software inferiore rispetto ai sistemi più avanzati, soprattutto su automazioni, sensori e gestione del flusso d’aria in camera;
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una maggiore sensibilità ai parametri di processo quando si lavora con materiali tecnici, in parte legata all’architettura aperta e alla necessità di ottimizzare ulteriormente la gestione termica.
La Series B offre a Snapmaker l’occasione di colmare questi gap, portando qualità, controllo di produzione e software allo stesso livello dell’innovazione di prodotto e della forza del marchio. Il successo della U1 dimostra che la domanda per una stampante multicolore e multi-materiale “da scrivania” esiste; il passo successivo sarà tradurre quell’interesse in affidabilità e continuità sul lungo periodo.
