L’8 ottobre 2025 SoftBank Group ha firmato un accordo per acquisire la divisione Robotics di ABB Ltd per un enterprise value di 5,375 miliardi di dollari, trasformando uno dei maggiori produttori di robot industriali al mondo in una controllata del gruppo giapponese. L’operazione, soggetta alle consuete approvazioni regolatorie, dovrebbe chiudersi tra la metà e la fine del 2026.
Numeri chiave dell’operazione: valore, ricavi e margini
La divisione ABB Robotics porta in dote circa 7.000 dipendenti e 2,3 miliardi di dollari di ricavi nel 2024, pari a circa il 7% delle vendite complessive del gruppo ABB, con un margine operativo EBITA del 12,1%. Si tratta quindi di un’attività già profittevole e ben posizionata sui mercati automotive, manifatturiero e logistica. Il corrispettivo in contanti per ABB è stimato in circa 5,3 miliardi di dollari netti dopo i costi di transazione, con una plusvalenza pre-imposte attesa intorno ai 2,4 miliardi di dollari.
La visione di SoftBank: dalla “Information Revolution” alla “Physical AI”
SoftBank presenta l’acquisizione come un tassello centrale della propria strategia verso l’Artificial Super Intelligence (ASI). Nei documenti ufficiali, il gruppo guidato da Masayoshi Son descrive quattro pilastri di investimento: chip AI, robot AI, data center AI ed energia, a cui si affiancano partecipazioni in società di punta nel campo del generative AI. ABB Robotics diventa il braccio industriale di questa visione, trasformando l’AI da algoritmo astratto a capacità fisica operativa sulle linee di produzione.
Un ecosistema di robotica già esistente dentro SoftBank
L’unità ABB Robotics non arriva in un vuoto: SoftBank possiede già un portafoglio ampio di aziende nel campo dell’automazione e della logistica, tra cui SoftBank Robotics Group, Berkshire Grey, AutoStore, Agile Robots e Skild AI. Il piano dichiarato è quello di combinare:
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la piattaforma globale di robot industriali ABB (bracci articolati, cobot, controller, software),
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con le competenze software e AI delle partecipate SoftBank,
per accelerare lo sviluppo di sistemi robotici “intelligenti” in grado di percepire, pianificare e agire in maniera coordinata in fabbrica, magazzini e infrastrutture.
Per ABB: focus su elettrificazione e automazione con più cassa in bilancio
Per ABB la cessione è coerente con una strategia di focalizzazione: l’azienda evidenzia che le sinergie tra la divisione Robotics e il resto del gruppo sono limitate rispetto alle aree elettrificazione e automazione di processo, dove intende concentrare investimenti e acquisizioni mirate. I proventi della vendita verranno utilizzati seguendo i criteri di allocazione del capitale già dichiarati: rafforzamento della struttura finanziaria, remunerazione degli azionisti e M&A selettivo in segmenti a margini più elevati.
Giappone, Europa e la corsa globale alla robotica AI-centrica
Con il passaggio di ABB Robotics a proprietario giapponese, una parte importante della capacità globale di robotica industriale si sposta sotto controllo di un gruppo che dichiara apertamente l’obiettivo di guidare la “Physical AI”. Diversi osservatori sottolineano che questo rafforza la posizione del Giappone in un momento in cui Europa e Stati Uniti stanno ancora definendo strategie industriali coordinate per l’AI embodied, cioè l’intelligenza artificiale applicata a sistemi fisici.
Dai robot alla stampa 3D: ABB già piattaforma per l’additive manufacturing
Uno degli aspetti più interessanti, soprattutto per chi segue la stampa 3D, è che i robot ABB sono già utilizzati come piattaforma di movimento in sistemi di additive manufacturing su larga scala:
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progetti WAAM (Wire Arc Additive Manufacturing) in metallo,
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estrusione di calcestruzzo per l’edilizia,
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estrusione di pellet polimerici per componenti di grandi dimensioni.
Il software RobotStudio 3D Printing PowerPac consente di trasformare il G-code generato dai comuni slicer in codice RAPID per i robot ABB, simulando il processo prima della stampa e gestendo anche assi esterni coordinati (gantry lineari o tavole rotanti). Questo permette di superare i limiti di volume tipici delle stampanti cartesiane tradizionali.
Esempi concreti: dal ponte MX3D alle applicazioni nel calcestruzzo
Nel campo metallico, il caso più noto è il ponte pedonale in acciaio di MX3D ad Amsterdam, lungo circa 12 metri e prodotto con tecnologia WAAM, in cui bracci robotici industriali eseguono deposizione di filo metallico con saldatura ad arco per creare strutture complesse certificabili per uso reale.
Nel settore delle costruzioni, ABB collabora con Simpliforge Creations per realizzare quella che viene descritta come la più grande stampante 3D robotica per calcestruzzo dell’Asia meridionale, utilizzata per opere come il primo luogo di culto stampato in 3D e un ponte stampato in India. In queste installazioni, i robot ABB IRB 6700 lavorano in combinazione con RobotStudio e software proprietari per gestire geometrie complesse, tempi di deposizione e requisiti strutturali.
Il ruolo di SoftBank nella stampa 3D: il caso Formlabs
SoftBank non è nuova al mondo dell’additive manufacturing. Nel 2021 il SoftBank Vision Fund 2 ha guidato il round Series E da 150 milioni di dollari in Formlabs, portando la valutazione dell’azienda a circa 2 miliardi di dollari. L’investimento aveva l’obiettivo dichiarato di sostenere l’espansione del portafoglio di tecnologie di stampa 3D (SLA e SLS), la crescita del team e l’adozione di massa della produzione digitale.
Con l’arrivo di ABB Robotics nel perimetro SoftBank, questa esperienza diretta nel finanziare e scalare aziende di stampa 3D si combina con una piattaforma robotica industriale globale. In prospettiva, è credibile immaginare celle di produzione in cui:
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l’AI definisce geometrie e ottimizzazioni (generative design),
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sistemi AM multi-asse basati su robot depositano metallo, calcestruzzo o polimeri,
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gli stessi robot gestiscono post-processing, ispezioni e riconfigurazione delle linee.
Dal concetto di “Physical AI” alla fabbrica chiusa ad anello
L’idea di “Physical AI” diventa concreta quando si guarda alle celle robotizzate di stampa 3D e lavorazione:
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sensori e visione artificiale raccolgono dati durante l’estrusione o la deposizione;
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modelli AI analizzano in tempo quasi reale deformazioni, difetti, deviazioni termiche;
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il robot adatta traiettoria, velocità, parametri di processo;
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a fine ciclo, la stessa cella può cambiare utensile o testina di stampa per passare da produzione a finitura o ispezione.
ABB, con strumenti come RobotStudio e le soluzioni WAAM e concrete printing, ha già dimostrato che queste architetture sono tecnicamente realizzabili; l’ingresso di SoftBank aggiunge capitali e un forte orientamento verso AI generativa e ASI, che potrebbero accelerare la transizione da progetti pilota a produzioni stabili.
Implicazioni per il settore della stampa 3D e per i produttori
Per i produttori che già utilizzano robot ABB come piattaforma di stampa 3D, il passaggio sotto SoftBank potrebbe significare nel medio termine:
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maggiore integrazione tra software di pianificazione AI e controllo del robot;
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nuove offerte hardware-software pensate esplicitamente per celle di additive manufacturing ibride (stampa + lavorazioni);
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potenziale accesso a ecosistemi di data center e calcolo AI ottimizzati per addestrare modelli basati sui dati di processo raccolti in fabbrica.
Per ABB, alleggerirsi della robotica e investire in elettrificazione e automazione può consolidare il ruolo di fornitore di infrastrutture per i futuri impianti ad alta intensità di dati e AI, inclusi quelli che ospitano celle di stampa 3D robotizzata.

