WASP, azienda italiana specializzata in sistemi di stampa 3D su larga scala per l’edilizia sostenibile, ha collaborato con il Natural Materials Lab della Columbia University per realizzare Earthen Rituals, un’installazione in argilla visitabile nel padiglione “Natural” dell’Arsenale durante la 19ª Biennale di Architettura di Venezia. Il progetto si propone di mettere in dialogo tecniche ancestrali di costruzione in terra con processi digitalizzati, offrendo un’esperienza multisensoriale che rimarrà aperta fino al 23 novembre.
Tecnologia LDM per produzione su scala industriale
Per costruire centinaia di piastrelle in terra cruda, il team guidato da Lola Ben-Alon ha sfruttato la stampante WASP 40100 LDM, parte di un progetto finanziato dalla National Science Foundation degli Stati Uniti. Nell’ambito del programma di residenza in Italia, i ricercatori hanno lavorato presso la sede di WASP utilizzando anche il sistema 3MT LDM dotato di alimentazione continua ad alta densità. Queste piattaforme permettono una produzione personalizzata ininterrotta, traducendo texture di argilla e fibre in codice stampabile con precisione millimetrica.
Materiali e approccio “da cucina”
La miscela per le piastrelle è stata concepita unendo terre di scarto edilizio e residui agricoli, seguendo un metodo che trae ispirazione dalle costruzioni vernacolari di diverse culture: la Terracruda italiana, il Lehm tedesco, il Toub Laban arabo e l’Udongo swahili. Grazie a una pipeline digitale, le caratteristiche fisiche e tattili dell’argilla sono state convertite in istruzioni di stampa, consentendo di enfatizzare porosità, trama e colori naturali.
Richiamo alle tecniche manuali e coinvolgimento sensoriale
Le superfici stampate richiamano il pisé, la tessitura, l’intreccio e la modellazione di piccole statuette, evocando pratiche artigianali trasmesse di generazione in generazione. All’interno della struttura, giochi di luce e fragranze terrose arricchiscono l’esplorazione visiva, tattile e olfattiva, sottolineando il ciclo di vita dei materiali, la loro capacità di riciclo e la relazione fra gesto umano e meccanizzazione.
Tre chiavi interpretative
Il percorso espositivo si articola in tre approcci metodologici:
- Cerimoniale, che celebra l’interazione tra mani, utensili e macchine;
- Radicale, che abbraccia l’irregolarità e la porosità dei materiali grezzi;
- Devozionale, che unisce rigore scientifico e pratiche di design critico.
Attraverso questa tela, Earthen Rituals intende riflettere sulle dinamiche estrattive, sulle eredità coloniali e sulle sfide ambientali attuali.
Team e contributi
Oltre a Lola Ben-Alon, il progetto vede l’impegno di Olga Beatrice Carcassi e Penmai Chongtoua, rispettivamente Associate e Adjunct Research Scientist alla Graduate School of Architecture, Planning and Preservation (GSAPP) di Columbia. Tra i graduate assistants che hanno partecipato figurano Keenan Bellisari, Christopher Tillinghast Sherman, Trella Isabel Lopez, Kelechi Iheanacho, Neil Potnis, Sherry Aine Chuang Te, Nikoletta Zakynthinou Xanthi e Amani Makee Hill.
Altre applicazioni WASP in ambito sostenibile e architettonico
Durante Formnext 2024, WASP ha presentato soluzioni per il riuso dei materiali, come una stazione di riciclo della plastica e un sistema di estrusione multicolore, oltre a moduli in geopolimero sviluppati con l’Eindhoven University of Technology. Il prototipo di edificio a basso impatto carbonico da 100 m², realizzato per l’Institute for Advanced Architecture of Catalonia con una stampante Crane WASP e terra locale, ha mostrato le potenzialità di una edilizia digitale ma radicata nel territorio. In collaborazione con rrreefs sono stati inoltre prodotti in diretta moduli per il ripristino delle barriere coralline.
Esperienze internazionali: Expo Osaka 2025
All’inizio del 2025 lo studio giapponese Aki Hamada Architects ha realizzato uno dei venti punti di sosta per l’Expo di Osaka, utilizzando il modello Crane Stand Alone di WASP. Elementi prefabbricati come pannelli, lavabi cilindrici e panchine fioriere sono stati stampati con miscele di argilla, paglia, colla di alghe, pigmenti naturali e ossido di magnesio. Le geometrie derivate dalla scansione di rocce di diverse regioni del Giappone sono state ottimizzate per garantire stabilità e tolleranze di sbalzo, quindi assemblate in loco su strutture lignee.
