Stampanti 3d, in Italia ‘rivoluzione’ in ritardo
Al momento viene sottovalutata, forse perchè l’emergenza seguita alla grande crisi ha determinato altre priorità
Nei rapporti del l’utilizzo delle stampanti 3d nei processi produttivi viene definito “una nuova rivoluzione industriale” che, in tempi non troppo lunghi, finira’ per avere “una diffusione capillare” modificando significativamente l’organizzazione delle fabbriche e aprendo la strada a “un nuovo saper fare” e al “rilancio della manifattura italiana”. Il problema e’ che “la portata delle novita’ in arrivo rischia di venire sottovalutata”, spiega Giuseppe Lipari, direttore generale per l’internazionalizzazione del ministero. Di sicuro, almeno per il momento, viene sottovalutata, forse perche’ l’emergenza seguita alla grande crisi ha determinato altre priorita’. Per questo, aggiunge Lipari, nelle prossime settimane verra’ aperto un tavolo di confronto tra lo stesso ministero, piccole e medie imprese, artigiani.
L’obiettivo e’ promuovere gli investimenti necessari per evitare di aggravare ritardi che si stanno gia’ delineando. E’ troppo presto, invece, per trasformare in legge l’intervento che gli addetti ai lavori stanno immaginando: un pacchetto d’incentivi per imprese e artigiani che accettano la scommessa investendo nella messa a punto e nell’acquisto di macchine utensili con stampanti 3d. E qui nasce un secondo problema: i produttori di macchine utensili in versione 3d sono soprattutto americani, con l’eccezione in Europa dei tedeschi e, in misura minore, della Svezia. Un peccato e, soprattutto, una insidia per la leadership dei produttori italiani di macchine utensili. Ma e’ davvero cosi’? “Nessuna distrazione”, risponde Alfredo Mariotti, direttore generale dell’Ucimu, l’associazione dei produttori di macchine utensili. “Siamo molto attenti a quanto sta accadendo, ma e’ ancora troppo presto. Per il momento sono soltanto esperimenti in nicchie di mercato che giustificano costi molto elevati per prodotti particolari”.
In effetti un primo esempio e’ la fabbrica della Avio aero di Novara, inaugurata nel dicembre scorso, che produce componenti di motori variamente assortiti per elicotteri, aerei e nell’oil & gas. Un fascio di elettroni fonda leghe di metallo in polvere ottenendo prodotti di precisione assoluta, molto resistenti e leggeri, impossibili da realizzare con le tecnologie tradizionali. La fabbrica, grande 2400 metri quadrati e con possibilita’ di ospitare fino a 60 macchine, ha richiesto 20 milioni d’investimento e un progetto di ricerca effettuato in collaborazione con l’azienda svedese che ha messo a punto le macchine utensili 3d. Ma con le stampanti 3d si puo’ fare quasi tutto.
“Il rischio”, spiega Lipari, “e’ che la questione venga considerata un tema d’interesse culturale, mentre e’ una innovazione tecnologica che puo’ davvero cambiare in profondita’ il modello organizzativo e, in prospettiva, e’ tutt’altro che una tecnologia di nicchia”.
La necessita’ e’ sperimentare come la nuova tecnologia puo’ modificare l’organizzazione produttiva. Esattamente quello che stanno facendo soprattutto negli Stati Uniti e in Germania, unendo risorse pubbliche e private. L’idea della stampa 3d risale agli anni Novanta e, all’origine, e’ stata utilizzata per produrre componenti della monoposto di Formula1 Renault. Poi i prototipi iniziali hanno lasciato il campo alle stampanti 3d di uso consumer, il cui costo e’ crollato fino a 1000-1500 euro, e a macchine utensili che con ceramica e composti metallici vengono utilizzate per componenti di elicotteri, auto e moto. Ma l’impatto puo’ essere forte anche sulla produzione artigianale. In particolare le attivita’ che si prestano agli utilizzi piu’ immediati sono quelle di orafi, pelletteria, oggettistica.
Per quanto riguarda le produzioni industriali, invece, l’attenzione e’ verso la componentistica aerea e automobilistica. Un capitolo a parte riguarda la sanita’, con riferimento alla realizzazioni di protesi, che si prestano a essere realizzate su misura. Non e’ piu’ l’apparecchio che va adattato al malato, ma la protesi che viene creata su misura. Riassunto finale: la tecnologia e’ d’avanguardia, la concorrenza americana e tedesca sta investendo risorse adeguate, le principali imprese europee di macchine utensili 3d sono in overbooking, i produttori italiani rischiano di essere spiazzati.
da Italiachiamaitalia.it