PerformanceCon “Performance” Ora si Può Stampare Cibo in 3D

Il fenomeno delle stampanti 3D ha appena iniziato a spopolare e già arrivano notizie riguardanti alcune curiose applicazioni di questa modalità di stampa in tre dimensioni.
Un esempio è il progetto PERFORMANCE (PERsonalised FOod using Rapid MAnufacturing for the Nutrition of elderly ConsumErs), che ha l’obiettivo di venire incontro alle esigenze alimentari della popolazione più anziana, che si trova ad affrontare problemi di deglutizione e masticazione. Il collegamento tra stampanti 3D e cibo è abbastanza logico anche se può sembrare strano: immaginando i prodotti della stampa tridimensionale vengono in mente modellini o piccoli oggetti di design, sicuramente un piatto di pasta non è la prima cosa a cui pensiamo.
Eppure, idealmente, usare del cibo come inchiostro potrebbe essere proprio il modo per stampare il cibo, e modellarlo nelle forme che vogliamo. Un’idea tanto semplice da essere vera.

Ed è proprio il concetto di dare al cibo la forma desiderata ad essere alla base di PERFORMANCE.

Il problema principale del cibo servito agli anziani con problemi di masticazione è quello si essere poco gustoso e monotono, tanto da far perdere l’appetito a coloro che ogni giorno si trovano sempre davanti alla stessa “poltiglia”, e da rendere il pasto un momento poco piacevole.
Per migliorare questa situazione, l’Unione Europea ha finanziato PERFORMANCE, che ha lo scopo di rendere accessibile l’opzione di piatti personalizzati per persone affette da tali problemi. Per raggiungere questo obiettivo, il team del progetto sta sviluppando una forma innovativa di stampa 3D.

L’idea alla base è quella di scomporre un alimento fino al punto in cui è sicuro da ingerire anche senza essere masticato e successivamente di ricostruirlo nella sua forma tradizionale utilizzando un agente di solidificazione a base vegetale, in modo da essere simile al prodotto originario, ma con una consistenza morbida e gelatinosa (una carota per esempio prima verrebbe tritata, versata in uno stampo in silicone a forma di carota e poi resa di nuovo solida grazie all’agente solidificante). Inoltre, integratori alimentari specifici possono essere aggiunti direttamente per soddisfare le più specifiche. PERFORMANCE sarebbe quindi un passo in avanti significativo verso l’aumento della qualità del cibo, e di conseguenza del miglioramento delle condizioni di vita degli anziani.

Il problema è che la preparazione di questi pasti richiede più tempo rispetto a quelli serviti attualmente e alcune strutture di assistenza sono pertanto riluttanti o incapaci di introdurre questa tecnologia.
 Per questo motivo Mathias Kück, coordinatore del progetto, spiega che il modo per aumentare l’applicabilità di PERFORMANCE è l’industrializzazione. Solo in questo modo si potrebbero ridurre i costi e renderlo disponibile anche per l’assistenza domiciliare. Kück è ottimista, e convinto che una volta completato, il progetto sarà ben accolto. Ad oggi oltre 1000 case di riposo in Germania hanno già implementato il progetto.

Questo progetto, basato sull’idea tanto semplice quanto innovativa alterare l’aspetto del cibo per modificarne la percezione potrebbe davvero essere una svolta nel campo dell’alimentazione per coloro che hanno questo tipo di problemi. Non ci resta che aspettare e vedere gli sviluppi, molto promettenti, di questo nuovo modo di gustare il cibo.

di  Martina Colombo  da smartweek.it

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