Horizon 2020: la Liuc nel progetto sul fai da te digitale
Si chiama “DiDIY: Digital Do It Yourself” il progetto legato a Horizon 2020 (strumento di finanziamento alla ricerca scientifica e all’innovazione della Commissione Europea) che vede la Liuc-Università Cattaneo come coordinatore
Gli strumenti del fai da te digitale (stampa 3D e prototipazione rapida) potranno migliorare la società valorizzando creatività e incentivare l’innovazione. Per rendere possibile questo è stato approvato un finanziamento di due milioni di euro nell’ambito di Horizon 2020. Si chiama “DiDIY: Digital Do It Yourself” il progetto legato a Horizon 2020 (strumento di finanziamento alla ricerca scientifica e all’innovazione della Commissione Europea) che vede la Liuc-Università Cattaneo, coordinatore di istituzioni quali University of Westminster, Ab.Acus, Manchester Metropolitan University, Free Knowledge Institute, Amerikaniko Kollegio Anatolia e Politecnico di Milano.
Si tratta di uno dei primi progetti presentati per Horizon 2020 per cui è stato approvato il finanziamento, pari a un valore complessivo di circa 2 milioni di euro. “Obiettivo del progetto – spiega Luca Mari, Ordinario della Scuola di Ingegneria Industriale della Liuc – Università Cattaneo e Coordinatore di DiDIY – è contribuire a chiarire le condizioni per cui gli strumenti del cosiddetto “fai da te digitale”, dalle stampanti 3D alle schede Arduino per la prototipazione rapida, potranno migliorare la nostra società, valorizzando la creatività degli individui e le sempre più diffuse possibilità di fare “innovazione aperta””.
Un progetto, questo, che attinge dunque al mondo delle scienze e tecnologie fisiche ma che si rivolge anche alle scienze sociali e si colloca nel settore Ict all’interno del topic “Human centric digital age”: un’impostazione che si sposa perfettamente con quella data dalla Liuc al proprio corso di laurea in Ingegneria Gestionale, che combina appunto componenti tecnologiche e gestionali.
“Il progetto è stato concepito per essere altamente interdisciplinare: – spiega Mari – riguarda infatti organizzazione e lavoro, ma anche formazione e ricerca, etica, aspetti giuridici quali la tutela della proprietà intellettuale e la creatività. Per questo, lavoreremo a contatto con il mondo dei FabLab e dei makers, le scuole e le imprese, con l’obiettivo di produrre linee guida per policy makers interessati a creare opportunità per una società della conoscenza”.
La Liuc gestirà il progetto mettendo a sistema le competenze sviluppate in particolare in alcuni dei propri centri di ricerca e di trasferimento tecnologico: SmartUp (Laboratorio Fabbricazione Digitale e Institute for Entrepreneurship and Competitiveness), Lab#ID e Cetic.
di Stefano Belvioland da itespresso.it