Stampa 3D, la rivoluzione che piace alle pmi italiane
Lo dicono gli esperti e, da tempo, anche gli stessi imprenditori: la stampa in 3D sarà l’applicazione industriale che segnerà una rivoluzione senza ritorno dei processi produttivi. Non solo materia per appassionati di tecnologia, insomma: non a caso di questo ne è convinto oltre il 96% delle piccole e medie imprese italiane. Si tratta per lo più di piccolissime imprese con fatturati inferiori al milione di euro (60,5%) e che occupano fino a 9 dipendenti (56,5%), ma grazie a loro, la produzione industriale delle Pmi italiane subirà davvero una rivoluzione irreversibile. Secondo quanto rileva l’Osservatorio 3DPrint Hub realizzato da Senaf, le imprese del mondo della stampa 3D vedono in questa tecnologia “una soluzione che avrà un’alta diffusione a livello industriale, secondo il 96,2%, e sarà destinata a cambiare per sempre il modo di produrre, integrando gli attuali processi”.
Un dato molto interessante è questo: la tecnologia 3D non impaurisce il comparto produttivo. “Pmi in aiuto di altre pmi. Nei prossimi cinque anni, saranno le aziende del manifatturiero, più che i privati cittadini, a beneficiare dei vantaggi di questa tecnologia” ha affermato Emilio Bianchi, direttore di Senaf. “La stampa 3D rappresenta una vera e propria rivoluzione per l’intero sistema produttivo italiano e tocca trasversalmente moltissimi comparti chiave della nostra economia: l’aerospaziale, l’architettura e l’edilizia, l’arredo e l’arte, così come il mondo dell’automotive, della nautica, della meccanica, del medicale, ma anche quelli della calzatura e della gioielleria”. Ed è proprio grazie alla sua “versatilità e capacità di creare prototipi e prodotti personalizzabili in tempi rapidi” ed a “costi limitati” che la stampa 3D, sottolinea l’Osservatorio 3DPrint Hub di Senaf, ha conosciuto una diffusione rapidissima, con una crescita del mercato che pare inarrestabile: per circa otto addetti su dieci, infatti, il mercato crescerà ulteriormente”.
Un trend in crescita
In questo contesto positivo le aziende, come spiega ancora l’indagine, “non possono che dirsi complessivamente soddisfatte del proprio andamento aziendale attuale (97,7%): sul fronte dei fatturati infatti oltre la metà delle aziende dichiara nel 2013 un incremento, rispetto agli ultimi tre anni, e per quasi tre su dieci il fatturato è rimasto stabile. Un andamento che si conferma positivo anche per il 2014, con un terzo che prospetta una chiusura nel segno della stabilità e oltre sei su dieci una crescita; solo il 7,1% si aspetta un calo”. Anche l’export risulta una componente fondamentale per molte delle imprese del comparto (78,6%) E anche per quanto riguarda i livelli occupazionali il trend è positivo: se il 48,4% nel 2013 non ha visto variare il proprio numero di addetti, è ben il 41,9% ad aver assunto.
Dinamica incalzante
Un settore, quello della stampa 3D, in continua evoluzione in cui si susseguono con velocità incalzante cambiamenti tecnologici importanti, che obbligano le imprese a puntare necessariamente sull’innovazione: nel 2014, infatti, circa un terzo delle imprese ha destinato tra l’1% e il 15% dei propri ricavi in R&S, mentre oltre metà ne ha investito una quota che oscilla tra il 16% e il 45%. Anche la formazione dei propri dipendenti si rivela un asset fondamentale: se il 43,4% dedica fino a 20 ore di aggiornamento, ben il 43,3% arriva a prevederne oltre 40.
“Le imprese, come raccontano i nostri dati, sono cresciute e cresceranno ancora, andando ad affiancare le imprese del made in Italy in un processo di cambiamento radicale dei processi produttivi” ha proseguito Bianchi. “I tempi della giustizia e la burocrazia preoccupano non poco le imprese, che dichiarano, tra l’altro, di temere l’accesso al credito con conseguenze sui propri tempi di pagamento. Non possiamo pensare che un mercato dalle grandi potenzialità, come quello della stampa 3D, venga rallentato da elementi esogeni e non venga sostenuto”.
Danilo Patti da ilfattoquotidiano.it