Sharebot punta molto su questa stampante a sinterizzazione laser che sembra molto versatile , come sempre per questa potente tecnologia il problema è il prezzo anche se inferiore ai 20 mila Euro , che è comunque basso per la categoria , ma che per uno sviluppo di massa è fuori portata
Il debutto in società di SnowWhite, la stampante 3D con tecnologia laser di sinterizzazione di polveri per stampare copolimeri di nylon (e qualche folle esperimento con del comune zucchero da cucina) è avvenuto al TCT di Birmingham lo scorso ottobre. Il progetto nacque per stampare a freddo con la camera d’aria a temperatura ambiente.
Sono passati alcuni mesi e il reparto R&D non si è certo accontentato dei primi risultati. Durante il tour autunnale i ricercatori Sharebot hanno raccolto opinioni, idee, suggerimenti per migliorare il “pandino” (come è stato ribattezzato affettuosamente il progetto) e portarlo verso orizzonti ancora inesplorati.
Giorno e notte
Il team di ricercatori che si occupa di SnowWhite, ha lavorato giorno e notte, senza sosta e soluzione di continuità per apportare cambiamenti e innovazioni utili a cambiare drasticamente la stampante.
Gli interventi sono stati moltissimi: hanno deciso di percorrere la strada della sinterizzazione a caldo, più intricata ma anche più adatta per raggiungere le vette tecnologiche a cui SnowWhite può arrivare, tra cui stampare con il PA12; il sistema laser ora non ha bisogno di manutenzione.
L’area di stampa è stata ampliata a 100x100x130mm con un sistema di distribuzione della polvere completamente ridisegnato e stravolto introducendo una nuova spatola.
Anche il caricamento della polvere è cambiato: adesso la macchina ha un sistema a doppio pistone che permette di raggiungere una velocità che nella prima fase era impensabile (meno di 10 secondi per un singolo layer!). Cambiando il caricamento della polvere, anche il sistema di raccolta polveri è stato migliorato.
Tutto questo diminuendo l’ingombro. Il “pandino” è pronto per un lungo e incredibile viaggio.
Software
La ricerca non si è concentrata solo sugli aspetti meccanici ma ovviamente anche su tutta la parte software che governa la stampante.
Abbiamo studiato e sviluppato tutto il codice che comanda la macchina superando le 20.000 righe totali: l’algoritmo di gestione del laser è stato cambiato così come sono cambiare le matematiche degli oggetti.
Sono stati introdotti nuovi controlli, temporizzazioni, ed è stata riprogettata l’intera conversione dei file 3D in file di stampa.
Se lo sviluppo di tutte le tecnologie di stampa 3D dipende dalla ricerca di soluzioni più raffinate per la meccanica, i software e i materiali, Sharebot SnowWhite coniuga perfettamente queste tre componenti, sviluppate contemporaneamente per avere le stampe migliori possibili.
Il lavoro di ricerca e sviluppo ha però un fine ben preciso: migliorare la qualità di stampa per avere degli oggetti sempre più precisi, dettagliati, funzionali e resistenti.
Osservando e toccando con mano questi progetti, Sharebot è sempre più convinta ed entusiasta di un progetto partito in sordina in modo quasi avventuroso attraverso i primi studi di fattibilità e diventato nel tempo una stampante con un’altissima resa qualitativa.
Il laser CO2 consente di sinterizzare sempre più materiali, oltre ai già citati zucchero (che ha permesso a Sharebot SnowWhite di essere citata anche da chi normalmente non si occupa di stampa 3D) e nylon, sono stati svolti test soddisfacenti con il grafene.
Sharebot SnowWhite non è più solo un progetto, ma una stampante 3D destinata ad arrivare sul mercato per portare la stampa 3D professionale in una nuova era.
da sharebot.it