Interessante punto della situazione che ci spiega quanto la stampa 3d stia per arrivare anche in produzione oltre che nella prototipazione
Su misura ma non unici: perché gli occhiali sono il prodotto ideale per la stampa 3D
Come il colosso Luxottica e la startup Soda Concept inseguono il sogno dell’occhiale stampato: un accessorio a metà tra la produzione di massa e la super personalizzazione
Quando potremo indossare occhiali stampati in 3D? Tra poco. L’industria ottica è sicuramente tra quelle che per prime stanno sperimentando le tecniche di additive manufacturing su vari materiali per la produzione di oggetti finiti. Un nuovo approccio alla supply chain che interessa allo stesso modo grandi marchi e piccoli designer.
In Italia Luxottica ha cominciato a utilizzare la tecnologia 3D per le attività di prototipazione circa dieci anni fa. Dal 2011, con l’evoluzione dei materiali disponibili, le stampanti vengono impiegate per realizzare componenti di supporto al prodotto finale con il metodo della fusione a cera persa. Secondo Federico Buffa, Engineering & Product Development Director del gruppo, i benefici sono numerosi: “C’è un vantaggio economico nell’avere un’alternativa allo stampo tradizionale in acciaio e c’è un vantaggio in termini di velocizzazione del processo, perché dal modello matematico ottengo subito lo stampo in cera”. Non solo. Lavorare su un file aumenta la velocità di trasferimento del progetto tra una sede e l’altra (ad esempio dagli uffici dei designer agli stabilimenti di produzione) e lascia margini più ampi alla creatività, soprattutto quando si parla di geometrie complesse e difficilmente realizzabili con le tecniche tradizionali.
Non siamo però ancora oltre l’ostacolo. “Il primo limite riguarda la finitura – spiega Buffa – il livello qualitativo raggiunto con le stampanti 3D non è ancora sufficiente per un accessorio così delicato e in vista come gli occhiali. Volendo fare una proiezione, non manca molto: fra tre anni potremo avere parti di montatura stampate in 3D, come i naselli”.
Un gap temporale che una giovane startup italiana sta cercando di colmare velocemente. Fondata a Torino nel 2013 Soda Concept è una pioniera della stampa 3D nell’industria ottica. Un progetto ancora in fase primordiale, come dice il founder Carlo Marchisio, che segue la filosofia del DIY: “L’idea è quella di arrivare a una montatura modulare con più pezzi di ricambio stampabili in 3D, che ciascuno possa montare da sé: per non cambiare le lenti ogni volta che si vuole cambiare il design della montatura”.
Soda Concept stampa occhiali da sole (“Per quelli da vista serve una certificazione”, spiega Marchisio) con una Maker Boot Applicator 2. Finora ha venduto poco più di 100 pezzi su RedResin, piattaforma di e-commerce spagnola. Il limite, sia per un gigante come Luxottica che per un giovane designer, è ancora la scalabilità della produzione. “L’industria ottica ha un break even diverso rispetto ad altri settori – sottolinea Buffa – Se nel biomedicale, ad esempio, ha senso investire molto per la tipologia di prodotto, nel nostro caso la produttività al momento non giustifica l’investimento”.
C’è l’interesse, ci sono gli investimenti. Perché gli occhiali sono forse tra i prodotti che più possono beneficiare dell’enorme livello di personalizzazione che si ottiene grazie a questa tecnologia. Oggetti personali e personalizzabili, dalle forme non sempre lineari, a metà tra un prodotto di massa e un pezzo unico: l’ideale per le sfide della stampa 3D.
Federica Ionta da Wired.it