Lightforce Orthodontics, un’azienda che si specializza nella creazione di apparecchi ortodontici personalizzati stampati in 3D, ha recentemente raccolto 80 milioni di dollari nel suo round di finanziamento della serie D. Questo nuovo capitale segue gli investimenti precedenti, con 50 milioni di dollari raccolti nel 2021 e 14 milioni nel 2020.
Gli investitori in questo round includono Ally Bridge Group, Transformation Capital e CareCapital, oltre a Omega Venture Partners, Matter Venture Partners e l’American Association of Orthodontics. Gli investitori esistenti come Kleiner Perkins, Tyche Partners e Matrix Partners hanno anche partecipato.
Questo finanziamento sosterrà Lightforce nel suo obiettivo di espandere la produzione dei suoi apparecchi ortodontici stampati in 3D, su misura per ciascun paziente. Inoltre, l’azienda intende promuovere l’uso dell’intelligenza artificiale (AI) nei suoi processi di lavoro e investire nell’istruzione.
Dal lancio delle operazioni commerciali nel 2020, Lightforce ha mirato a rivoluzionare l’approccio agli apparecchi ortodontici, combinando la stampa 3D con l’AI. L’obiettivo è creare attacchi su misura che si adattano perfettamente all’anatomia del paziente, migliorando l’efficienza clinica e l’estetica.
Un nuovo impianto di produzione da 36.000 piedi quadrati a Wilmington, Massachusetts, consentirà un’ulteriore espansione, e i fondi aggiuntivi saranno utilizzati per far crescere i team di ingegneria e scienza dell’azienda. Lightforce investirà anche in formazione clinica, fornendo agli ortodontisti gli strumenti necessari per passare da un approccio standardizzato a una pratica completamente digitale.
Il CEO di Lightforce, Alfred Griffin III, ha espresso entusiasmo per la collaborazione con un gruppo diversificato di investitori, sottolineando che l’obiettivo è migliorare i risultati e l’esperienza dei pazienti attraverso trattamenti completamente personalizzati. Kevin Reilly, CEO di Ally Bridge Group, ha lodato Lightforce per portare l’industria ortodontica a un nuovo livello, enfatizzando il futuro della personalizzazione e del flusso di lavoro digitale nell’ortodonzia.