Disco vertebrale stampato in 3D: un’impatto rivoluzionario sulla vita
La RMIT University, in collaborazione con un’azienda di dispositivi medici e un neurochirurgo, ha effettuato un trapianto di disco vertebrale stampato in 3D a una paziente, Amanda Gorvin, afflitta da forti dolori alla schiena dovuti a un raro difetto congenito.
Il professor Milan Brandt, dell’RMIT, ha preso l’iniziativa su questo progetto pionieristico, che ha visto la realizzazione in Australia del primo disco spinale stampato in 3D. Il disco è stato progettato per adattarsi esattamente allo spazio specifico nella colonna vertebrale di Gorvin, poiché gli impianti disponibili in commercio non erano adatti.
Grazie alla tecnologia di stampa 3D, il team ha realizzato un impianto personalizzato in titanio, basandosi su una scansione TC della colonna vertebrale di Gorvin. Questa tecnica ha permesso di costruire l’impianto strato per strato con un controllo computerizzato, offrendo un vantaggio significativo rispetto alle tecniche di produzione tradizionali.
Dopo l’operazione, la riabilitazione di Gorvin è stata rapida. In breve tempo, il suo dolore è notevolmente diminuito e ha potuto ritornare a una vita normale. La collaborazione tra chirurghi e ingegneri è stata fondamentale per garantire l’accuratezza e la precisione dell’impianto.
Il professor Brandt ha evidenziato come la produzione additiva, o stampa 3D, stia rivoluzionando l’industria, offrendo numerosi vantaggi come la diversificazione del prodotto, la riduzione dei tempi di produzione e la diminuzione degli sprechi. L’obiettivo è ora di espandere questa tecnologia per creare soluzioni personalizzate a costi più contenuti.
Grazie a questo lavoro innovativo, nel 2019, Engineers Australia ha riconosciuto Brandt come uno dei loro “eroi del centenario”, un riconoscimento dato a coloro che hanno spinto l’innovazione oltre i limiti tradizionali.
Motivati da questo successo, Brandt e il suo team stanno ora esplorando nuove applicazioni per la stampa 3D, come la creazione di sostituzioni ossee personalizzate per pazienti affetti da tumori ossei, in collaborazione con altre istituzioni e aziende.
In conclusione, Brandt sottolinea l’importanza della collaborazione industriale nel settore manifatturiero, sottolineando come l’innovazione sia la chiave per affrontare le sfide future.