Componenti in Tungsteno Stampate in 3D per la Fusione Nucleare: Freemelt e UKAEA Ampliano i Test
Nel settore della fusione nucleare, l’uso di materiali avanzati è fondamentale per garantire la resistenza alle temperature e alle sollecitazioni estreme. In questo contesto, Freemelt, azienda specializzata nella produzione additiva di metalli, ha annunciato una nuova fase di test in collaborazione con UKAEA (UK Atomic Energy Authority) per la realizzazione di componenti in tungsteno stampati in 3D, destinati ai reattori a fusione.
Perché il Tungsteno è Cruciale per la Fusione Nucleare?
Il tungsteno è un materiale chiave per la costruzione di componenti per la fusione nucleare, grazie alla sua elevata resistenza termica e capacità di sopportare condizioni estreme. I reattori a fusione generano temperature che possono superare i 150 milioni di gradi Celsius, rendendo necessario l’uso di materiali in grado di resistere senza deteriorarsi.
Tuttavia, lavorare il tungsteno con i metodi di produzione tradizionali è estremamente complesso e costoso. La stampa 3D a fascio di elettroni (EBM), utilizzata da Freemelt, offre una soluzione innovativa che permette di realizzare componenti complessi con maggiore efficienza e minor spreco di materiale.
Obiettivi della Collaborazione tra Freemelt e UKAEA
L’obiettivo principale di questi test è validare le prestazioni dei componenti in tungsteno stampati in 3D in ambienti che simulano le condizioni di un reattore a fusione. I test verranno condotti presso i laboratori di UKAEA e includeranno analisi su:
- Resistenza alle alte temperature e alla corrosione da plasma.
- Comportamento del materiale sotto stress meccanico prolungato.
- Compatibilità con le strutture dei futuri reattori a fusione.
La collaborazione tra Freemelt e UKAEA potrebbe aprire nuove prospettive per l’uso della stampa 3D nella produzione di componenti per l’energia nucleare, riducendo i costi e migliorando l’efficienza dei materiali impiegati.
Un Passo Verso la Fusione Nucleare Commerciale
Se i test avranno esito positivo, i componenti in tungsteno stampati in 3D potrebbero essere impiegati nei prototipi di reattori a fusione previsti per i prossimi anni. Questo progresso potrebbe accelerare lo sviluppo di tecnologie in grado di rendere la fusione nucleare una fonte di energia affidabile e sostenibile, contribuendo alla transizione verso un sistema energetico a basse emissioni.
L’evoluzione della produzione additiva applicata al nucleare dimostra come la stampa 3D possa offrire soluzioni concrete per affrontare sfide ingegneristiche complesse, con ricadute positive su settori strategici come quello energetico.
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