E’ interessante vedere come uno dei mercati più importanti che si stanno sviluppando nel settore della stampa 3d sia questo selfie tridimensionale , naturalmente ci sono molte altre applicazioni,
Neanche 15 secondi per fare la scansione completa della persona, 4 ore per stampare una perfetta miniatura in scala, una decina per ottenere una riproduzione fedelissima in polvere di gesso o porcellana. Che sia di «uno sportivo», di «un’intera squadra di calcio», di «una cantante che vuole farsi promozione», o del cronista che li sta intervistando. Paolo Cartechini, la sorella Silvia e Ugo Roffi, tre genovesi con esperienze e lavori diversi alle spalle e una buona idea ad accomunarli, rappresentano dal mese scorso «la nuova frontiera dell’artigianato: – spiegano – ci siamo inventati “artigiani digitali”». Insieme infatti hanno aperto a Genova il primo laboratorio di scansioni e stampe 3D pensati per riprodurre soggetti umani: una sorta di prima bottega ad alta tecnologia «dove realizzare e acquistare avatar personali e cloni».
Un negozio fresco di nuova insegna in via della Libertà, alla Foce, e un investimento di parecchie decine di migliaia di euro, l’idea di questi tre artigiani 2.0 a prima vista non parrebbe poi troppo diversa da quella di chi – in strutture private o università – ha già allestito laboratori di scansione e stampa 3D, se non fosse per il carattere altamente hi-tech del progetto. «Grazie alle più innovative tecnologie del settore – spiega Cartechini, per dieci anni grafico e fotografo per Costa Crociere – siamo i primi e finora gli unici che riescono a realizzare in pochissimo tempo miniaturizzazioni di soggetti a colori, fedelissimi all’originale».
Oltre alle tante cose che possono fare le nuove stampanti e gli scanner (prototipi, premi, trofei), in pratica, dietro al bancone di Myclone – così si chiama il nuovo negozio genovese: botteghe simili in Italia stanno nascendo anche a Milano e Udine – è possibile farsi scansionare a grandezza naturale in una cabina-scanner a otto sensori, vedersi riprodotti in un avatar, e sul modello digitale rielaborato da software di modellazione 3D farsi ristampare in piccole o medie riproduzioni (statuine di 10 o 20 cm) in assoluta fedeltà e materiale vario (plastica, gesso o porcellana).
«L’idea di utilizzare scanner e stampanti di questo genere per riprodurre soggetti umani è venuta tre anni fa all’imprenditore giapponese Masashi Kawamura – continua Ugo Roffi, che oltre che artigiano 3D è videomaker e regista, e due anni fa ha realizzato per Chiarelettere “Il Canto del Gallo” – il fenomeno è arrivato l’anno scorso a Barcellona, poi a Berlino, e ora l’abbiamo portato qui, a Genova». Dove in pochi giorni di vera apertura – e a prezzi neanche così alti, trattandosi di hi-tech: dai 150 ai 350 euro – dalla bottega dei cloni sono già uscite miniature perfette di artisti, semplici cittadini e sportivi diventati testimonial.
«Puntiamo al mondo dello sport, dove le nostre opere possono diventare alternative a premi e coppe o ottimi strumenti di marketing, come al settore del wedding planning o a in generale alle aziende che fanno promozione alle fiere» – spiegano i tre – e forse dovrebbero farlo soprattutto sul’egocentrismo vanesio imperante di questi tempi di selfie e social network. «La nostra è tecnologia al servizio dell’autorappresentazione: ci sentiamo come agli albori della fotografia, nel secondo ‘800, e ci piace l’idea di essere attori di una svolta epocale, e un grande processo di innovazione».
di MATTEO MACOR da repubblica.it