L’azienda svedese add:north ha sviluppato un nuovo materiale per la stampa 3D, chiamato Addlantis, interamente prodotto a partire da reti da pesca in nylon recuperate e riciclate. Questo progetto nasce dalla collaborazione con l’iniziativa portoghese Peniche Ocean Watch, che si occupa del recupero di reti da pesca abbandonate nei fondali dell’Oceano Atlantico, note anche come “reti fantasma”.
L’obiettivo è trasformare un rifiuto plastico proveniente dall’ambiente marino in una risorsa concreta per la manifattura additiva, inserendosi così in un processo produttivo più attento alla sostenibilità e alla riduzione dell’impatto ambientale.
Un approccio consapevole alla produzione di oggetti in plastica
Il progetto nasce dall’esigenza di ripensare il modo in cui vengono realizzati oggetti di uso quotidiano, mettendo al centro materiali più sostenibili e processi produttivi più controllabili. Lotta Lundgren e Helena Hesselman, due delle promotrici dell’iniziativa, hanno voluto creare uno strumento robusto, duraturo e al tempo stesso rispettoso dell’ambiente.
L’idea iniziale era quella di sviluppare un manico in plastica per un utensile da giardinaggio, privilegiando il comfort e la resistenza del materiale. Tuttavia, la volontà era anche quella di utilizzare un tipo di plastica meno impattante, preferibilmente proveniente da fonti riciclate. In questo contesto, la stampa 3D è emersa come una soluzione in grado di unire funzionalità, controllo progettuale e sostenibilità.
Attraverso il contatto con il designer Ivo Kiusalaas, il progetto ha preso forma: da alcuni prototipi iniziali si è passati alla realizzazione diretta del manico tramite stampa 3D, utilizzando proprio il nuovo filamento Addlantis.
Processo di trasformazione delle reti da pesca in materiale stampabile
Lo sviluppo del materiale ha richiesto diversi anni di lavoro, durante i quali le reti raccolte vengono sottoposte a un processo di pulizia, selezione e granulazione. Successivamente, il materiale viene integrato con additivi che lo rendono compatibile con la tecnologia FDM (Fused Deposition Modeling), una delle tecniche di stampa 3D più diffuse.
Le caratteristiche tecniche di Addlantis includono:
Stabilità dimensionale durante la stampa
Buona adesione tra strati
Resistenza ai raggi UV
Tenuta meccanica anche in ambienti esterni
Questi aspetti rendono il materiale adatto per applicazioni che richiedono robustezza e durata, superando le limitazioni di molti filamenti tradizionali.
Un’applicazione concreta: il diserbante manuale Renskroken
La prima applicazione industriale di Addlantis è avvenuta con il marchio svedese Häxkraft, che ha scelto di utilizzare questo materiale per la produzione del manico del proprio utensile per la rimozione delle erbacce, chiamato Renskroken. L’intero componente viene stampato in 3D direttamente con Addlantis.
Secondo quanto riferito da Helena Hesselman, la scelta di questo materiale è stata motivata dalla sua combinazione di resistenza meccanica e origine sostenibile. Inoltre, la possibilità di realizzare piccole serie direttamente sul territorio ha permesso di evitare sprechi, ottimizzare i costi e ridurre la logistica, allineandosi con una visione più attenta al consumo di risorse.
Il designer Ivo Kiusalaas ha svolto un ruolo fondamentale nell’adattare la geometria del manico alle specifiche proprietà di Addlantis, contribuendo così alla funzionalità finale del prodotto.
Una manifattura più locale e circolare
Questa esperienza dimostra che la stampa 3D può rappresentare una valida opzione anche per la produzione di piccole serie. Il suo impiego non si limita a prototipi o oggetti decorativi, ma si estende a componenti funzionali, prodotti con materiali tecnici, che rispondono a esigenze di durabilità e prestazioni.
Allo stesso tempo, il progetto dimostra che è possibile integrare design, provenienza dei materiali e controllo del processo produttivo all’interno di un sistema più circolare. La possibilità di seguire da vicino tutte le fasi – dalla scelta delle materie prime al risultato finale – consente di ottenere prodotti che rispecchiano criteri di qualità, consapevolezza e ridotto impatto ambientale.
