Nel settore della produzione additiva in Corea del Sud, le piccole e medie imprese che offrono servizi di stampa 3D avvertono una crescente esposizione al rischio di furto di proprietà intellettuale, con possibili ricadute sulla competitività nazionale e la sicurezza dei settori considerati “core” dalla normativa locale, come semiconduttori e aerospaziale.
Esternalizzazione verso la Cina e furto di IP
Alcuni service bureau sudcoreani inoltrano direttamente commesse a fornitori cinesi, talvolta senza informare i clienti finali. In diversi casi, aziende locali hanno affidato grandi lotti di produzione di componenti – per esempio custodie di telefoni cellulari – a partner in Cina, che poi hanno fatto perdere ogni contatto poco prima della consegna, lasciando progetti e dati di progettazione in balia di terzi.
Produzione fittizia e pratiche fraudolente
Non mancano episodi in cui gli stessi studi di stampa 3D dichiarano di realizzare internamente i pezzi, quando in realtà li fanno produrre all’estero. Questa scorciatoia, oltre a ledere le aspettative di clienti industriali, espone disegni tecnici e materiali digitali a possibili appropriazioni indebite.
Minacce derivanti dall’hardware e dal software cinesi
L’utilizzo di stampanti e piattaforme software provenienti dalla Cina ha aperto scenari ancor più preoccupanti. In occasione di Formnext 2024, un’azione giudiziaria ha interessato il fornitore cinese VoxelDance, accusato di aver sottratto codici e algoritmi proprietari. Il pericolo più grave consiste nella possibilità di accessi non autorizzati ai file CAD e ai parametri di processo, con il trasferimento clandestino di tecnologie sensibili.
Quadro normativo e difficoltà di intervento
Le violazioni potrebbero configurare reati ai sensi della legge sudcoreana sulla prevenzione della concorrenza sleale e tutela dei segreti commerciali, nonché del regolamento sul controllo delle tecnologie industriali strategiche. Tuttavia, l’attuale sistema regolatorio prevede unicamente obblighi di segnalazione per i service bureau di stampa 3D, senza meccanismi di ispezione efficaci. Secondo fonti del Ministero della Scienza e delle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione, le indagini sul campo faticano a individuare concretamente i casi di violazione, lasciando ampi spazi alle pratiche illecite.
Dimensione e slancio del mercato locale
Il mercato coreano della stampa 3D ha raggiunto un valore di circa 1,5 miliardi di dollari nel 2024, con una previsione di crescita fino a oltre 5 miliardi entro il 2033, grazie a un tasso di incremento annuo del 15,4 %. Questa espansione coinvolge settori come quello dentale, della gioielleria e dell’ingegneria di precisione, con una domanda sempre più orientata a soluzioni ad alta risoluzione e rapida prototipazione.
Conseguenze sulla catena di fornitura e sicurezza nazionale
La fuga di disegni e parametri produttivi rischia di compromettere l’integrità di tecnologie considerate strategiche, erodendo vantaggi competitivi acquisiti dopo anni di investimenti in ricerca. In un contesto di tensioni commerciali globali, la possibilità di traffico illecito di know-how verso aziende estere può tradursi in un indebolimento delle industrie critiche, con implicazioni per la difesa e le infrastrutture.
Verso nuove strategie di protezione dell’innovazione
La dinamica attuale spinge a considerare l’ampliamento di normative e controlli specifici per il settore AM, incluse ispezioni periodiche sui partner esteri e l’adozione di soluzioni di cybersicurezza nella gestione dei file di stampa. Un approccio condiviso tra imprese, istituti di ricerca e agenzie governative potrebbe creare un perimetro di difesa più solido, favorendo una crescita sostenibile del comparto.
