Origini e obiettivi del formato 3MF
Il 3D Manufacturing Format (3MF) è nato nel 2015 per iniziativa di Microsoft insieme ad altri protagonisti del settore, con l’intento di superare le limitazioni degli formati tradizionali come STL e OBJ e garantire interoperabilità e fedeltà del modello. Per dieci anni, all’interno del 3MF Consortium — un’associazione che annovera nomi quali Autodesk, HP, Dassault Systèmes, EOS, Materialise, PTC, Siemens, Stratasys e Ultimaker — è proseguito lo sviluppo di specifiche in grado di integrare dati su colori, materiali, strutture reticolari complesse e informazioni sulle preparazioni di stampa; il tutto in un unico pacchetto basato su ZIP e XML.
Adozione a livello internazionale
Il 31 luglio 2025 il formato 3MF è diventato standard ISO/IEC 25422:2025, ponendosi come linguaggio comune per tutte le realtà coinvolte nella produzione additiva: studi di design, laboratori di prototipazione rapida e stabilimenti di produzione su larga scala. L’Organizzazione internazionale per la normazione ha certificato sia la “Core Specification” sia l’insieme di estensioni che definiscono, ad esempio, i componenti di rete assetto (beam lattice), il supporto a più materiali, l’inclusione di dati di macchina (slice extension) e i meccanismi per la cifratura end-to-end dei file.
Caratteristiche tecniche principali
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Modularità: la norma ISO/IEC 25422:2025 struttura il formato in moduli indipendenti, in modo che ogni nuova funzione possa essere aggiunta o rimossa senza alterare le altre
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Supporto pieno per colori e texture: consente di assegnare a livello di mesh informazioni cromatiche e mappe di texture, eliminando la necessità di file esterni
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Strutture reticolari avanzate: grazie all’“extension beam lattice” è possibile descrivere geometrie interne leggere e resistenti, fondamentali per applicazioni aerospaziali e biomedicali
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Tracciabilità e preparazione di stampa: il file incorpora il cosiddetto “print ticket” che specifica i parametri di processo (temperature, strategie di supporto, orientamento), semplificando il passaggio dal progetto digitale al pezzo finito
Processo di standardizzazione ISO
L’iter formale ha coinvolto ISO e IEC, oltre all’organismo statunitense ANSI, nell’ambito del comitato congiunto ISO/IEC JTC 1 (Information Technology). Il comitato ha valutato la documentazione preparata dal 3MF Consortium, ha condotto revisioni tecniche e sessioni di voto fra gli Stati membri. Grazie al sostegno di realtà come HP (per le soluzioni polymeriche e a getto di materiale), EOS (specializzata in metalli), 3D Systems e Stratasys, è stato possibile testare le specifiche in produzioni di prova e validarne la portata su sistemi estremamente diversi per tecnologia e scala.
Applicazioni e diffusione nel settore
L’integrazione nativa del formato 3MF in applicativi CAD come SolidWorks, Siemens NX, Autodesk Fusion 360 e in slicer quali Ultimaker Cura e PrusaSlicer ha accelerato la diffusione. HP, per esempio, ha annunciato il supporto ufficiale in Multi Jet Fusion, mentre Autodesk include il 3MF nei flussi di lavoro generativi per parti complesse. Anche aziende produttrici di sistemi di controllo e monitoraggio, come Hexagon e Materialise, lo hanno adottato per la trasmissione di dati di lavorazione e qualità.
Prospettive e sviluppi futuri
Con il riconoscimento ISO, si apre la fase di estensione a nuovi ambiti: integrazione con protocolli IoT per linee di produzione automatizzate, supporto a materiali compositi avanzati, gestione di dati analitici in tempo reale e interfacciamento con gemelli digitali. Il 3MF Consortium ha già previsto aggiornamenti per includere moduli sulla realtà aumentata e funzionalità di simulazione, in vista di una catena di produzione completamente digitale e connessa.
