L’U.S. Army punta su stampa 3D e droni: dal comando strategico ai corsi “hands-on” della Guardia Nazionale dell’Oregon
Dalla strategia all’esecuzione: perché i droni stampati in 3D sono una priorità
L’U.S. Army sta inquadrando la stampa 3D come abilitatore per aumentare rapidamente la disponibilità di droni a basso costo e facile manutenzione. La linea è stata ribadita dal comandante dell’Army Futures Command, Gen. James E. Rainey, in occasione dell’AUSA Global Force Symposium (Huntsville, Alabama, 25–27 marzo), collegando l’adozione di UAS “commodity” e componenti prodotti additivamente alla trasformazione “in contatto” con il campo.
“Transforming-in-contact”: sperimentare in reparto, non solo in laboratorio
Il programma “transforming-in-contact” usa rotazioni e addestramenti per testare rapidamente nuove dotazioni, soprattutto COTS, incluse piattaforme UAS e contromisure. In questo quadro, le unità sono spinte ad auto-produrre parti e telai con la stampa 3D per aumentare ritmi, autonomia e resilienza logistica.
Fort Campbell: la 101st Airborne fabbrica e vola con i propri sUAS
Alla 101st Airborne Division (Air Assault), l’Innovation Center “EagleWerx” ha già progettato e realizzato piccoli UAS stampati in 3D, integrandoli negli esercizi divisionari come Operation Lethal Eagle. L’obiettivo operativo è produrre ~100 sistemi per l’addestramento e validare flussi di produzione rapidi e riparazioni sul campo.
Oregon Army National Guard: corsi su Edge 130 e prototipi “stampa e vola”
Al Rees Training Center (RTI 249th), l’Oregon Army National Guard ha strutturato a settembre 2025 due percorsi: un corso “Master sUAS” sul Flightwave Edge 130 (divisione Red Cat Holdings) e un corso sUAS esteso. In parallelo, il team ha avviato con EchoMAV lo sviluppo di velivoli personalizzati con telai stampati in 3D e componenti NDAA-compliant, per ridurre costi e tempi di fermo: i prototipi completi (con ground control) rientrano nella fascia 2.000–5.000 dollari.
Le piattaforme in addestramento: VTOL a lunga autonomia e moduli didattici digitali
L’Edge 130 integra decollo/atterraggio verticale con transizione ad ala fissa, fino a 90 minuti di autonomia in configurazione ala fissa, payload EO/IR e pacchetti per mappatura. La didattica unisce LMS pre-corso con attività hands-on per accelerare la messa in linea degli operatori.
EchoMAV e MONARK: airframe 3D-printed, riparabilità sul campo e compliance
Nel catalogo EchoMAV spicca MONARK, quadricottero modulare con airframe interamente stampato in 3D, progettato per essere riparabile “in teatro” e conforme NDAA; dichiarati 42 minuti di volo e 5 minuti di set-up da ripiegato a pronto al decollo. La distribuzione commerciale vede anche l’onboarding presso Darley come offerta UAS NDAA.
Componenti NDAA e filiera: esempi di ecosistema disponibile sul mercato USA
L’adozione di piattaforme/ricambi conformi passa da un paniere crescente di flight controller, ESC, GNSS e moduli RID non soggetti a restrizioni, acquistabili presso rivenditori specializzati con indicazione esplicita di conformità NDAA. Questo facilita standardizzazione e sostituzioni rapide nei programmi militari e governativi.
Il tassello “motori” e il reshoring: perché conta per la stampa 3D
La carenza di motori “Made in USA” è stata un collo di bottiglia per droni NDAA-compliant. Unusual Machines (proprietaria dei brand Rotor Riot e Fat Shark) sta avviando un impianto per motori a Orlando (avvio consegne previsto settembre 2025) e ha siglato i primi ordini con Red Cat. La disponibilità domestica di motori e componenti riduce il rischio supply chain e, come sottolineato anche su 3DPrint.com, rafforza la domanda di parti strutturali e accessori stampati in 3D sul territorio USA.
Implicazioni: costi, tempi, manutenzione e “attrito” accettabile
Droni stampati in 3D con elettronica NDAA consentono: (1) costi unitari drastici per training e consumo operativo; (2) cicli di riparazione rapidi con ricambi stampabili a richiesta; (3) adattamenti modulari (payload/sensori) senza vincoli di vendor lock-in; (4) resilienza rispetto a catene d’importazione esposte a restrizioni. La traiettoria di policy e procurement discussa all’AUSA e i trial della 101st/Guardia Nazionale indicano una scala più ampia nel breve-medio periodo.
Il quadro visto dall’additive manufacturing
Per l’AM, l’ecosistema UAS dell’Army è una domanda “di sistema”: telai e gondole stampati (polimeri/compositi), fixture personalizzate, parti di ricambio “last-mile”, e—sul fronte metallico—propulsione leggera e staffaggi integrati. I segnali di mercato (nuove linee motori negli USA, partnership industriali e canali NDAA) convergono verso supply chain più corte e capacità distribuite in unità e centri addestrativi.
