Smart Materials 3D: dagli scarti di ostriche, pino e sughero ai filamenti per la stampa 3D
Smart Materials 3D, azienda spagnola con sede in Andalusia, ha costruito una parte importante del proprio catalogo sulla linea SMARTFIL ECO, dedicata a materiali per FFF/FFF a base PLA che integrano scarti organici: gusci di ostrica, polvere di sughero, residui di pino, noccioli d’oliva e altre biomasse. L’idea è trasformare flussi di rifiuti dell’industria alimentare e del legno in filamenti biodegradabili e compostabili, mantenendo la facilità d’uso tipica del PLA e offrendo superfici estetiche molto riconoscibili.
Formnext 2025: il focus sugli eco-filamenti Smartfil ECO OYSTER, PINE e CORK
In occasione di Formnext 2025, Smart Materials 3D ha messo al centro della propria presenza i filamenti SMARTFIL ECO OYSTER, PINE e ECO CORK, presentandoli come esempi concreti di come materiali di scarto possano diventare risorse per la stampa 3D. Le tre formulazioni nascono tutte da una base PLA ma si differenziano per il tipo di carica organica: gusci di ostriche frantumati per OYSTER, farina di legno di pino per PINE e residui dell’industria del sughero per CORK.
SMARTFIL ECO OYSTER: i gusci di ostrica diventano un filamento PLA radio-opaco
Il filamento SMARTFIL ECO OYSTER è basato su una matrice termoplastica (PLA modificato) caricata con gusci di ostriche frantumati, recuperati come scarto organico. Smart Materials 3D lo definisce “filamento di alta qualità, biodegradabile e compostabile”, pensato per favorire l’economia circolare e ridurre l’uso di pigmenti e cariche di origine puramente sintetica. La presenza di carbonato di calcio nei gusci conferisce al materiale una caratteristica poco comune nei PLA: radio-opacità, utile per oggetti che devono essere visibili ai raggi X, per esempio in ambito educativo o per piccoli dispositivi dimostrativi in medicina veterinaria e umana.
Applicazioni di ECO OYSTER: design, didattica e prototipi “marini”
Smart Materials 3D indica per ECO OYSTER applicazioni come oggetti decorativi, prototipi, modelli visivi ed esercizi didattici. La texture leggermente ruvida e il colore naturale lo rendono adatto a geometrie ispirate al mondo marino, elementi d’arredo, pezzi espositivi per musei e acquari, oltre a modelli funzionali che devono essere riconosciuti sotto radiografia per test o simulazioni. L’estetica “stone-like” e la tonalità variabile da bobina a bobina, dovuta alla natura del rifiuto organico, rafforzano la percezione di un materiale “vivo” e non completamente standardizzato.
SMARTFIL PINE: il filamento a base di legno di pino per superfici “naturali”
Il filamento SMARTFIL PINE utilizza una matrice polimerica con carica di legno di pino, sempre su base PLA. Anche in questo caso il materiale è descritto come biodegradabile e compostabile, con una finitura che ricorda il legno chiaro e permette di ottenere pezzi dall’aspetto “warm” e naturale. Il produttore sottolinea che si tratta di un filamento pensato per la stampa FFF standard, in diametro 1,75 o 2,85 mm, con bobine da 750 g e compatibilità con la maggior parte delle stampanti consumer e professionali.
SMARTFIL ECO CORK: il sughero in versione PLA composito
Con SMARTFIL ECO CORK, Smart Materials 3D propone un PLA composito caricato con residui di sughero, pensato per ottenere oggetti con aspetto e tatto molto vicini alla corteccia del sughero. Il filamento è definito biodegradabile e compostabile, con una percentuale di carica in sughero intorno al 18–20% secondo diversi rivenditori, scelta che permette di mantenere una buona stampabilità pur ottenendo un peso ridotto, un certo assorbimento d’urto e una texture calda al tatto.
Dal bosco all’estrusore: il contesto del sughero in Spagna
Nel blog tecnico di Smart Materials 3D dedicato al processo PELLETSMART CORK, l’azienda ricorda come la Spagna rappresenti circa il 25% delle foreste di sughera mondiali (circa 506.000 ettari) e circa il 30% della produzione globale di sughero, pari a 88.400 tonnellate all’anno. Una quota non trascurabile diventa scarto durante il taglio, la sagomatura e le finiture dei prodotti in sughero. Proprio questi residui vengono selezionati, macinati e trasformati in carica per il composto PLA, chiudendo un ciclo che lega foresta, industria del tappo e stampa 3D.
Economia circolare e gamma SMARTFIL ECO
In un’intervista dedicata ai materiali innovativi, Smart Materials 3D spiega di avere sviluppato una gamma crescente di filamenti PLA caricati con scarti organici e inorganici, tra cui gusci d’ostrica, sughero, noccioli d’oliva e altre frazioni residue. L’obiettivo dichiarato è duplice: ridurre l’uso di materie prime vergini, soprattutto pigmenti e cariche minerali tradizionali, e offrire al mercato materiali estetici e “storytelling-friendly”, in cui il valore aggiunto non è solo tecnico, ma anche narrativo (l’utente sa da dove arriva il materiale e che tipo di rifiuto ha valorizzato).
Parametri di stampa e accorgimenti pratici
Dal punto di vista della stampa, i filamenti a base PLA con cariche organiche mantengono parametri simili al PLA standard: temperature dell’estrusore intorno ai 200–230 °C e piano spesso non riscaldato o moderatamente riscaldato. Tuttavia, la presenza di particelle solide (gusci frantumati, polvere di sughero o fibre di legno) rende consigliabile l’uso di ugelli da almeno 0,4–0,6 mm, in particolare per ECO OYSTER, per ridurre il rischio di intasamenti e garantire un flusso regolare. Molti rivenditori indicano anche un leggero aumento del flusso e velocità moderate, soprattutto quando si desidera preservare la texture superficiale.
Ambiti di utilizzo: dal consumer al professionale
L’impostazione di Smart Materials 3D non limita questi materiali al solo uso hobbistico. La combinazione tra PLA di buona qualità e cariche organiche permette di coprire ambiti come:
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design di prodotto e oggetti d’arredo
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packaging di pregio e espositori per punti vendita
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modelli architettonici e di paesaggio
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progetti didattici su sostenibilità, economia circolare e biomateriali
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prototipi visivi per il settore HO.RE.CA. e la comunicazione ambientale
Grazie alla compatibilità con stampanti FFF standard e alla produzione in Europa, questi filamenti si inseriscono in un panorama in cui cresce l’interesse per materiali “low impact” e storie di filiera tracciabili.
