Un nuovo progetto austriaco nel tiro sportivo: OPOS e la piattaforma Venator

La giovane start-up OPOS, con sede nel Burgenland austriaco, sta sviluppando una piattaforma di pistola sportiva chiamata Venator, pensata in primo luogo per il tiro dinamico e per gli sport di tiro IPSC/USPSA. L’idea è combinare una base meccanica molto tradizionale con un’architettura interna ripensata e con componenti metallici realizzati tramite stampa 3D, aprendo in prospettiva anche al mercato della difesa.


Florian Tripaum: dal banco di scuola alla pistola “di sistema”

Alla guida del progetto c’è Florian Tripaum, armaiolo formato alla HTL di Ferlach, che ha iniziato a lavorare sulla piattaforma quando era ancora studente e oggi, poco più che ventenne, ha fondato OPOS per industrializzare il progetto. La sua posizione è chiara: gran parte del settore delle pistole semi-automatiche ha puntato per anni su piccole evoluzioni meccaniche, senza integrare davvero elettronica e sensori né sfruttare fino in fondo le possibilità della produzione additiva. Con Venator, Tripaum vuole dimostrare che un’arma sportiva può nascere fin dall’inizio come sistema modulare, meccanico e digitale insieme, ma con l’affidabilità di una pistola tradizionale.


Architettura meccanica: asse di canna basso e blocco a canna rotante

Dal punto di vista tecnico, Venator è una pistola semi-automatica in calibro 9×19 alimentata da caricatori a doppia fila da 18 colpi, derivati nel design dai caricatori della serie Beretta 92. Il cuore del progetto è il sistema di chiusura a canna rotante: canna, molla di recupero e guidamolla sono configurati in modo invertito rispetto alle pistole più comuni, con la canna che corre molto in basso all’interno dell’asse dell’impugnatura. Questo schema permette un’asse di canna estremamente bassa, riducendo innalzamento della volata e rilevamento tra un colpo e l’altro, in modo paragonabile a quanto visto su piattaforme come la Laugo Alien, con cui Venator si posiziona in diretta competizione nel segmento delle pistole da tiro dinamico di alto livello.


Carrello alleggerito e mire “fisse” per il tiro dinamico

Il carrello superiore è fortemente alleggerito e ospita le sedi per mire metalliche o micro red dot, che possono essere montati in modo da restare fissi rispetto al fusto invece di arretrare con il carrello durante il ciclo di sparo. Questo riduce le sollecitazioni sul dispositivo di mira e offre un’immagine del bersaglio più stabile, soprattutto nei tiri rapidi. Per chi pratica IPSC o USPSA, la combinazione di asse di canna basso, carrello leggero e mire che non reciprocano punta a ridurre i tempi tra un colpo e l’altro e a migliorare la ripetibilità della rosata anche a cadenze elevate.


Componenti metallici stampati in 3D: il ruolo di M&H

Una parte importante della particolarità di Venator sta nell’uso di componenti metallici prodotti con stampa 3D presso l’azienda austriaca M&H, specializzata in 3D metal printing e già attiva in settori come aerospazio e aviazione. In Venator, M&H realizza elementi funzioni-critici come gruppi di scatto e comandi, che in una costruzione tradizionale richiederebbero più pezzi lavorati CNC e assemblati con perni e molle. Con la produzione additiva è possibile ridurre interi sottogruppi a un unico pezzo in metallo, eliminando punti di giunzione e potenziali zone di rottura e rendendo la produzione di piccole serie più efficiente.


Dalla prototipazione alla serie: ottimizzazione congiunta di geometrie e materiali

Il percorso con M&H non si limita alla semplice fornitura di pezzi. L’azienda segue OPOS dalla prototipazione alla pre-serie, lavorando su scelta delle leghe metalliche, spessori di parete, strategie di supporto e sequenza di post-processing. Riducendo il numero di parti e sfruttando la libertà geometrica del 3D metal printing, i progettisti possono integrare funzioni – per esempio guide, sedi per molle, cambi di sezione – all’interno di un singolo componente, con minor peso e meno lavorazioni successive. Esperienze analoghe in aeronautica, dove complessi sistemi di tubazioni o elementi di ala vengono sostituiti da pochi componenti stampati e ottimizzati topologicamente, sono trasferite qui nel mondo delle armi corte.


OPOS Vision: il modulo digitale che aggiunge dati alla meccanica

Accanto alla versione puramente meccanica, OPOS propone un modulo elettronico opzionale chiamato OPOS Vision, integrato nella parte posteriore dell’arma. Questo modulo visualizza in tempo reale informazioni come numero di colpi ancora nel caricatore, conteggio totale degli spari effettuati, stato della sicura, livello batteria e temperatura dell’arma. L’obiettivo non è rendere Venator dipendente dall’elettronica, ma aggiungere un livello di consapevolezza utile per il tiratore sportivo e, in futuro, per forze dell’ordine e unità specializzate. La pistola mantiene comunque un funzionamento completamente meccanico anche in assenza di alimentazione, con elettronica e cinematismi tenuti deliberatamente separati.


Strategia di lancio: prima una serie limitata per il mercato DACH

Il piano di OPOS prevede per il 2025 un primo lotto limitato di 300 unità della Venator, destinato esclusivamente ai mercati di Germania, Austria e Svizzera. Il prezzo di listino indicato per il sistema base è nell’ordine dei 4.250 euro, mentre l’upgrade Vision viene proposto come sistema aggiuntivo o integrato, con una versione “Inclusive Vision” a un prezzo complessivo più alto. In una fase successiva è prevista l’estensione ad altri mercati europei e internazionali, con varianti adattate alle diverse discipline di tiro e, nel lungo periodo, configurazioni orientate anche a impieghi nel settore difesa.


Affidabilità e test di durata

Per un’arma che punta a entrare anche in ambiti professionali, l’affidabilità è cruciale. I prototipi di Venator sono stati sottoposti a test di durata con sequenze di migliaia di colpi con intervalli di manutenzione ridotti, per verificare la resistenza allo sporcamento e al surriscaldamento. I risultati vengono utilizzati da OPOS per sostenere che l’impiego di componenti metallici stampati in 3D può coesistere con standard di robustezza elevati, a condizione che materiali, geometrie e processi siano progettati e controllati in modo coerente.


Additive manufacturing nel settore armiero: un caso studio da osservare

Venator rappresenta un caso interessante per chi segue la produzione additiva, perché applica logiche già consolidate in settori come aerospazio e automotive – riduzione del numero di parti, integrazione funzionale, ottimizzazione topologica – a un segmento regolato e tendenzialmente conservativo come quello delle pistole sportive e, in prospettiva, della difesa. La collaborazione tra un produttore d’armi emergente come OPOS e un centro specializzato in 3D metal printing come M&H mostra come la stampa 3D possa uscire dal ruolo di sola prototipazione per entrare nelle parti funzionali in serie, inserita in un progetto che tiene insieme meccanica, processi industriali, requisiti normativi e, in questo caso, anche componenti elettronici.

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Di Fantasy

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