DNV aggiorna lo standard DNV-ST-B203: ora include polimeri e criteri per l’impronta CO₂
DNV ha pubblicato una nuova edizione del suo standard di riferimento per la produzione additiva nel settore energia e marittimo, il DNV-ST-B203, introducendo per la prima volta requisiti specifici per le parti stampate in 3D in polimero e una struttura più chiara per la valutazione dell’impatto ambientale in termini di CO₂. L’obiettivo è rendere l’adozione della stampa 3D più sicura, prevedibile e misurabile, sia dal punto di vista tecnico sia da quello della sostenibilità, per operatori energetici, fornitori marittimi e filiera degli OEM.
Chi è DNV e perché lo standard DNV-ST-B203 è importante
DNV è un organismo indipendente di assurance e gestione del rischio che opera in molti Paesi, molto presente nei mercati energia, oil & gas, marittimo e nelle infrastrutture critiche. Da anni l’azienda lavora per creare un quadro normativo specifico per la produzione additiva, con standard e prassi raccomandate che coprono dalla qualificazione del materiale al controllo qualità in esercizio.
Lo standard DNV-ST-B203 è uno dei pochi riferimenti globali dedicati espressamente all’uso della stampa 3D in contesti ad alta criticità – ad esempio per componenti destinati a impianti offshore, navi, infrastrutture energetiche e sistemi in pressione. In questo quadro, la nuova edizione non è un semplice aggiornamento formale, ma un tassello di una strategia più ampia con cui DNV vuole facilitare l’adozione industriale della stampa 3D, riducendo barriere tecniche, costi di qualificazione e incertezze normative.
Dalle parti metalliche ai polimeri: l’evoluzione dello standard
La prima versione del DNV-ST-B203 era focalizzata sulle parti metalliche, con un’attenzione particolare a tecnologie come DED (Directed Energy Deposition), PBF (Powder Bed Fusion) e Binder Jetting, e introdusse concetti chiave come classi di criticità, famiglie di parti e criteri di qualifica della produzione.
Una successiva edizione ha consolidato le regole per i metalli, estendendo il numero di processi coperti e fornendo indicazioni dettagliate sull’uso di prove non distruttive, monitoraggio di processo e criteri di accettazione. L’obiettivo era dare agli operatori energetici uno strumento pratico per sostituire componenti critici con parti stampate in 3D mantenendo livelli di sicurezza equivalenti o superiori rispetto alla produzione convenzionale.
Con l’edizione 2025, DNV compie un ulteriore passo: porta i polimeri dentro lo stesso quadro normativo e collega in modo esplicito lo standard alla riduzione di costi e CO₂ per l’intero ciclo di vita delle parti.
I punti chiave della nuova edizione 2025
Inclusione delle parti in polimero
La novità più evidente è l’estensione del DNV-ST-B203 alle parti stampate in 3D in polimero, con un quadro di qualificazione dedicato. Lo standard definisce un framework per la qualificazione che tiene conto della classe di criticità della parte, del tipo di materiale polimerico e del processo additivo utilizzato.
L’obiettivo è garantire coerenza e ripetibilità nella qualifica delle parti, riducendo il rischio che pezzi simili vengano trattati con approcci troppo diversi solo perché realizzati con polimeri anziché metalli.
Linee guida di progettazione più pratiche per ingegneri e progettisti
La nuova edizione introduce linee guida di progettazione più dettagliate, con l’intento di aiutare le aziende a sfruttare meglio la libertà geometrica offerta dalla stampa 3D, scegliere il materiale più adatto rispetto alle condizioni operative e evitare geometrie che rendano difficile il controllo qualità o il monitoraggio in esercizio.
Per gli uffici tecnici significa avere un riferimento riconosciuto quando si progettano parti nuove oppure retrofit e riparazioni da realizzare in additivo, riducendo i tempi di iterazione con gli enti di certificazione e con armatori o gestori di impianto.
Linee guida per il calcolo dell’impronta CO₂ delle parti AM
Uno dei passi più significativi dell’aggiornamento è l’introduzione di linee guida per la rendicontazione dell’impronta CO₂ delle parti prodotte in additivo. Lo standard definisce una metodologia per stimare la carbon footprint delle componenti stampate in 3D, integrando aspetti come consumo energetico del processo, materiali consumati e scarti, effetti della produzione locale su logistica e trasporti e possibili estensioni della vita utile delle attrezzature grazie a riparazioni AM.
Questo approccio aiuta aziende dell’energia e del settore marittimo a collegare in modo trasparente le proprie iniziative di stampa 3D agli obiettivi di decarbonizzazione e agli impegni ESG, facilitando l’inclusione di questi dati nei report di sostenibilità e nei requisiti di gara.
Un quadro di qualificazione più flessibile: famiglie di parti e riduzione dei test
La nuova edizione rafforza l’idea di “famiglie di parti”, consentendo di raggruppare componenti con caratteristiche simili sotto una qualifica comune. Una volta dimostrata la conformità per una famiglia ben definita, non è necessario ripetere l’intero ciclo di test e verifiche per ogni variante minore.
I vantaggi riguardano la riduzione dei costi di test e certificazione, l’abbreviazione del time-to-market e una maggiore prevedibilità nella pianificazione di nuove applicazioni AM. Lo standard fornisce anche criteri di accettazione per i controlli non distruttivi e indicazioni sull’uso del monitoraggio di processo per migliorare qualità e tracciabilità.
Il ruolo dei progetti congiunti ProGRAM JIP
La nuova edizione del DNV-ST-B203 è uno degli esiti del ProGRAM Joint Industry Project, un’iniziativa che coinvolge aziende lungo l’intera catena del valore: utenti finali, costruttori di impianti, service provider AM, produttori di macchine e fornitori di materiali.
Nei diversi cicli del ProGRAM JIP, DNV ha lavorato su procedure di qualifica basate su casi reali, sullo sviluppo di linee guida per la produzione distribuita e il controllo qualità in reti di fornitura globali e sull’integrazione tra standard per i metalli, linee guida per i polimeri e nuovi scenari come materiali compositi e componenti ibridi.
Il coinvolgimento diretto di aziende come Pelagus 3D, operatori marittimi e grandi player dell’energia permette allo standard di riflettere problemi concreti: gestione dei ricambi, obsolescenza dei componenti, tempi di fermo impianto e vincoli logistici.
Inventari digitali e DNV-RP-B205: lo sfondo della transizione ai ricambi on-demand
La nuova edizione dello standard si inserisce in un contesto più ampio, che comprende la prassi raccomandata DNV-RP-B205 “Digital inventories and on-demand manufacturing”. Questa prassi definisce un percorso di maturità per i ricambi digitali, dal rilievo iniziale alla produzione qualificata on-demand.
Il documento collega inventari digitali, catene di fornitura distribuite e produzione additiva, fornendo linee guida per valutare il livello di prontezza di un “digital part”, decidere quali componenti digitalizzare per primi e integrare la stampa 3D nella gestione dei ricambi di impianti energetici e mezzi marittimi.
Casi industriali legati a Pelagus 3D, Kawasaki Heavy Industries e soluzioni WAAM per componenti di grandi dimensioni mostrano come la combinazione fra standard, inventari digitali e stampa 3D possa accorciare tempi e costi di sostituzione dei pezzi.
Perché questo aggiornamento è rilevante per energia e marittimo
Per gli operatori dell’energia e del settore marittimo, il nuovo DNV-ST-B203 offre una maggiore copertura di materiali e processi, grazie all’inclusione dei polimeri e al collegamento con futuri sviluppi sui compositi.
Lo standard mette a disposizione strumenti per misurare e comunicare la sostenibilità della stampa 3D, in linea con gli obiettivi di riduzione delle emissioni e con le richieste di trasparenza di clienti, autorità e investitori. Inoltre, propone un quadro di qualificazione più efficiente, con famiglie di parti e riuso dei risultati di test e ispezioni, e si collega in modo diretto a iniziative sugli inventari digitali e sulla produzione on-demand.
Nel complesso, l’aggiornamento non modifica solo i requisiti tecnici, ma offre anche un linguaggio comune per collegare scelte progettuali, gestione dei ricambi, digitalizzazione e obiettivi di sostenibilità.
Prospettive future: verso compositi e applicazioni sempre più complesse
Le attività di DNV sui compositi stampati in 3D, attraverso progetti dedicati alle parti composite, indicano che il DNV-ST-B203 potrebbe continuare a evolvere includendo materiali ibridi, strutture multistrato e componenti che combinano metalli, polimeri e rinforzi in fibra.
In parallelo, la comunità scientifica e industriale sta affinando modelli di qualificazione basati sui dati, in cui le informazioni raccolte durante la stampa vengono usate per ridurre il numero di prove distruttive e costruire gemelli digitali dei processi produttivi. Standard come il DNV-ST-B203 rappresentano una base su cui integrare queste metodologie in modo coerente e accettabile per enti regolatori, società di classificazione e gestori di impianti critici.
