JAYLEN BROWN PORTA LA STAMPA 3D NEL MONDO DEL BASKET: IL PROTOTIPO 741 V1 INSIEME A ZELLERFELD
Durante la sfida tra Boston Celtics e Los Angeles Lakers del 5 dicembre al TD Garden, Jaylen Brown si è presentato nel tunnel con due paia di scarpe in mano: da una parte le 741 Rover pronte per la partita, dall’altra un prototipo di sneaker interamente stampata in 3D, sviluppato insieme all’azienda tedesca Zellerfeld.
Il prototipo, indicato come “741 V1”, non è ancora una scarpa da gara ma il risultato di una fase di ricerca e sviluppo pensata per testare forme, materiali e geometrie che la calzatura tradizionale non permette. La scelta di mostrarlo davanti alle telecamere NBA ha acceso il dibattito su come potrebbero evolversi le scarpe da basket nei prossimi anni.
Un progetto di R&D, non una signature shoe finita
Il prototipo 3D visto nel tunnel fa parte di un programma di sviluppo a più tappe: non è stato progettato per essere subito utilizzato in partita, bensì per essere sottoposto a test, modifiche e nuove stampe. L’obiettivo dichiarato da Brown è capire come la stampa 3D possa permettere alla scarpa di “raggiungere” il modo in cui gli atleti si muovono oggi, accelerando il ritmo di evoluzione del prodotto.
La struttura del prototipo appare come un corpo unico, con una trama di cavità e pattern che funzionano da ammortizzazione e supporto. L’uso di un polimero flessibile e di geometrie interne complesse permette di combinare zone più rigide con aree più elastiche, senza dover ricorrere a schiume, inserti e pezzi incollati.
741 Performance: indipendenza creativa e controllo sul prodotto
Per comprendere il senso di questa scelta bisogna guardare al progetto 741 Performance. Jaylen Brown ha preferito costruire un proprio marchio indipendente invece di firmare un contratto di lungo periodo con i principali colossi dello sportswear. 741 nasce come piattaforma che unisce sport, creatività, design e impatto sociale, con l’idea di dare agli atleti più controllo sul proprio lavoro e sulla propria immagine.
Il nome “741” richiama concetti di intuizione, resilienza, creatività e indipendenza, e il brand è stato presentato fin dal primo giorno come qualcosa di più di una semplice linea di prodotti. La prima scarpa, la Rover, ha puntato su un mix di prestazioni, design essenziale e prezzo relativamente accessibile, con colorazioni come “Black Moon” e “White Noise” che hanno già trovato un loro pubblico.
Nel corso dei mesi Brown ha legato il marchio a iniziative sul territorio, eventi con i giovani e collaborazioni con istituzioni culturali, rafforzando l’idea di 741 come progetto che si muove tra campo da basket, educazione e tecnologia.
Zellerfeld: la piattaforma delle scarpe monomateriale stampate in 3D
Zellerfeld è una delle realtà più attive nel settore delle calzature stampate in 3D. L’azienda ha sviluppato una piattaforma che permette di realizzare scarpe completamente stampate, monomateriale e riciclabili, personalizzate partendo dalla scansione del piede di chi le indossa.
Invece di combinare tomaie in tessuto, intersuole in schiuma e suole in gomma, Zellerfeld stampa un’unica struttura che integra tutte queste funzioni. Nel tempo il brand ha collaborato con designer e marchi come Heron Preston, Pangaia, Moncler, RAINS e altri progetti legati al mondo della moda, del metaverso e dello streetwear.
L’approccio è dichiaratamente digitale: le scarpe si disegnano in software, si testano via simulazione e si stampano on-demand, con l’obiettivo di passare da qualche centinaio a migliaia di sistemi di stampa e costruire una sorta di “operating system” per la calzatura stampata.
Cosa offre una scarpa da basket stampata in 3D
Una sneaker da basket interamente stampata in 3D introduce alcuni cambiamenti importanti:
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la possibilità di iterare velocemente tra una versione e l’altra, modificando geometrie interne e spessori senza dover rifare stampi;
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una personalizzazione molto spinta, adattando l’ammortizzazione in punti specifici del piede e del gesto tecnico;
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un design monomateriale, più semplice da reinserire in un ciclo di riciclo quando la scarpa arriva a fine vita.
Per un giocatore come Brown significa trattare la scarpa come un oggetto in continua evoluzione, in cui feedback sul campo, dati di performance e nuove idee di design possono tradursi in un prototipo aggiornato in tempi brevi.
Il ruolo del prototipo 741 V1 nello sviluppo del brand
La comparsa del prototipo 741 V1 nel tunnel del TD Garden ha funzionato come un messaggio preciso: il brand non si limita a proporre colorazioni e versioni speciali delle scarpe esistenti, ma usa la stampa 3D come strumento per ripensare la scarpa da basket alla radice.
Comunicazioni ufficiali e articoli specializzati parlano del 741 V1 come dell’inizio di un percorso che prevede altri prototipi, mano a mano che ingegneri e designer raccolgono dati, testano nuove soluzioni e cercano di avvicinarsi a una versione che possa essere davvero utilizzata in partita. L’idea è rendere visibile il processo, mostrando gli step intermedi invece di presentare solo il prodotto finito.
Per 741 Performance questo approccio rafforza il posizionamento del brand: le Rover presidiano il terreno delle sneaker prestazionali e accessibili, mentre il prototipo 3D rappresenta la punta avanzata, dove sperimentazione tecnica e narrazione sul futuro delle scarpe da basket si intrecciano.
Possibili effetti sul mercato delle sneaker NBA
L’esperimento di Brown e Zellerfeld arriva in un periodo in cui molti atleti hanno linee firmate, ma poche iniziative mettono davvero in discussione il modo in cui le scarpe vengono progettate e prodotte. Se una scarpa interamente stampata in 3D riuscirà a dimostrare affidabilità, comfort e durata sul parquet NBA, l’effetto potrebbe essere significativo:
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una maggiore diversificazione delle tecnologie utilizzate dai brand;
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un interesse crescente per la produzione on-demand e per filiere più corte;
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nuove forme di collaborazione tra atleti, designer e aziende tecnologiche.
Per ora il 741 V1 è un segnale, non un prodotto in vendita. Ma proprio questo, per Brown, sembra essere il punto: usare la visibilità dell’NBA per aprire domande su come si progetta una scarpa e su chi controlla davvero le scelte tecniche, estetiche e industriali che la riguardano.
