Guardate la definizione nella foto…..
Terminator, il braccio stampato in 3D esposto a Londra ,
Una protesi stampata in 3D ed esposta in un museo londinese mostra le possibilità di questa tecnica.
Sembra il famoso braccio di Terminator ma in verità vuole essere una protesi, e una dimostrazione di come la stampa 3D possa creare strutture tanto solide quanto complesse. L’ha progettato Richard Hague, direttore dell’Additive Manufacturing and 3D Printing Research Group presso l’Università di Nottingham (Regno Unito).
È un oggetto strabiliante che si può ammirare presso l’esposizione dedicata alla stampa 3D del London Science Museum, fino al prossimo sette luglio. L’ingresso è gratuito, quindi chi passa da Londra prima della prossima estate non ha proprio scuse per perdersela.
Il braccio realizzato da Hague in ogni caso è un modello dimostrativo, un “mock-up, ma si possono vedere i circuiti per percepire la temperatura e gli oggetti, e controllare i movimenti del braccio”, spiega il progettista. “La stampa 3D ci dà la libertà di creare forme complesse e ottimizzate, e l’obiettivo della nostra ricerca è incentrato sulla stampa di meccanismi elettrici, ottici o persino biologici”.
Ancora una volta quindi la tecnica della stampa 3D si propone come la strada più interessante per la realizzazione di protesi: da una parte perché permette di abbattere drasticamente i costi, come ha mostrato il francese Nicolas Huchet a Roma; il suo progetto è simile alla Robohand creata da Richard Van As, che ha creato appunto una mano robotica open source a basso costo – anch’essa esposta a Londra.
La creazione di protesi stampate in 3D però rende anche più concreta la possibilità di creare protesi potenziate, che renderebbe chi le usa in qualche modo migliore (più forte, più sensibile, etc.) di un individuo dal corpo “tradizionale”. Queste novità in altre parole dipingono un essere umano contaminato dalla tecnologia, in un futuro che non sembra poi tanto remoto.
di Valerio Porcu da tomshw.it