Airbus sta producendo ogni anno oltre 25.000 parti pronte per il volo utilizzando la tecnologia di stampa 3D polimerica di Stratasys. Nella flotta Airbus sono oggi in servizio più di 200.000 parti certificate in polimero realizzate con piattaforme Stratasys: non si tratta più di dimostrazioni o lotti pilota, ma di produzione seriale distribuita su più programmi di velivoli.
Dall’A350 ai programmi A320 e A400M
Il cuore della collaborazione tra Airbus e Stratasys nasce con il programma A350 XWB, dove i primi componenti di cabina stampati in 3D in ULTEM 9085 hanno aperto la strada alla certificazione di parti polimeriche di volo. Già alcuni anni fa era stato comunicato che sull’A350 XWB volavano migliaia di componenti stampati in 3D, con Stratasys come fornitore chiave per staffe e parti non strutturali.
Oggi l’uso di parti stampate in 3D non è limitato all’A350: Airbus produce componenti in polimero certificato anche per i modelli A320 e A400M, utilizzando materiale ULTEM 9085 Certified Grade (CG) su più sistemi FDM di Stratasys.
Riduzione di peso del 43% e tempi accorciati dell’85%
I numeri diffusi dai partner danno la misura dell’impatto: sulle applicazioni di cabina dell’Airbus A350, l’uso di parti stampate in 3D in ULTEM 9085 ha portato a una riduzione di peso del 43%, all’eliminazione del vincolo di Minimum Order Quantity (MOQ) e a una riduzione dei tempi di consegna dell’85% rispetto ai metodi tradizionali. Questi benefici si traducono in risparmi di carburante sul ciclo di vita del velivolo, minori giacenze di magazzino e maggiore flessibilità nelle modifiche di configurazione.
Un caso parallelo, su altri programmi, mostra come la ri-progettazione per additive possa portare a pannelli di cabina più leggeri a parità di requisiti estetici e di certificazione, confermando che la combinazione tra alleggerimento e supply chain digitale sta diventando un pattern consolidato.
Tecnologia FDM e materiale ULTEM 9085 CG
La base tecnologica di questo risultato è la produzione additiva FDM (Fused Deposition Modeling) di Stratasys, utilizzata con il materiale ULTEM 9085™ in versione Certified Grade (CG), qualificata secondo specifiche aeronautiche per parti di volo. ULTEM 9085 è una termoplastica ad alte prestazioni con elevato rapporto resistenza/peso e proprietà FST (flame, smoke, toxicity) idonee per l’impiego in aeronautica civile.
Per queste applicazioni vengono impiegate piattaforme FDM di fascia industriale di Stratasys, come le serie F900 e Fortus, che offrono volumi di costruzione elevati, tracciabilità completa e ripetibilità di processo. Queste macchine sono già utilizzate da diversi fornitori aerospaziali per la produzione di grandi componenti di cabina e parti certificate.
Verso una produzione distribuita e on demand
La collaborazione tra Airbus e Stratasys ha contribuito a sviluppare una vera capacità di produzione distribuita: le parti possono essere prodotte dove e quando servono, riducendo l’esposizione a colli di bottiglia nella catena di fornitura. La possibilità di attivare hub di produzione – interni o presso service specializzati – permette di sostituire magazzini fisici con un “magazzino digitale” di file qualificati.
Questo approccio è particolarmente interessante per componenti soggetti a obsolescenza o a richiesta irregolare, tipici del mondo MRO (Maintenance, Repair & Overhaul). Le parti polimeriche stampate in 3D possono essere prodotte on demand per supportare flotta nuova e legacy, evitando i tempi lunghi di attrezzaggio e le difficoltà nel reperire ricambi fuori produzione.
Un tassello nella roadmap Airbus verso la neutralità carbonica 2050
Per Airbus, la stampa 3D non è solo uno strumento di riduzione costi, ma anche un elemento della propria roadmap verso la neutralità carbonica entro il 2050. Le parti più leggere contribuiscono a ridurre i consumi di carburante e le emissioni di CO₂, mentre la produzione additiva consente di ottimizzare il consumo di materiale e ridurre gli scarti lungo il ciclo produttivo.
In parallelo, il gruppo sta lavorando anche su componenti metallici stampati in 3D – come staffe in titanio, elementi del sistema di anti-ghiaccio o componenti strutturali – sfruttando tecnologie come PBF e Direct Energy Deposition, spesso in collaborazione con fornitori specializzati. Ne emerge una strategia AM integrata, che combina polimeri e metalli lungo l’intero velivolo.
Implicazioni per l’industria aerospaziale
Le oltre 25.000 parti di volo prodotte ogni anno e le più di 200.000 parti certificate già in servizio mostrano che la produzione additiva polimerica è entrata in una fase di produzione vera, non più sperimentale. Per i fornitori della filiera aerospaziale questo implica:
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una crescente richiesta di materiali e processi qualificati secondo standard aeronautici;
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la necessità di sistemi AM con tracciabilità completa, monitoraggio di processo e validazione statistica;
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un ripensamento del modello di business, con più servizi legati a progettazione, certificazione e gestione dei dati digitali.
La collaborazione tra Airbus e Stratasys diventa così un riferimento per altre realtà che vogliono portare la stampa 3D dalla fase di prototipazione a quella di produzione seriale, sfruttando il vantaggio combinato di alleggerimento, supply chain digitale e tempi di risposta più rapidi su flotta globale.
