E dal Ces capiamo e tendenze tecnologiche anche del settore delle stampanti tridimensionali
CES 2014, MakerBot lancia le nuove stampanti 3D
Bre Pettis presenta la Mini, pensata per allargare il pubblico della stampa tridimensionale, e la grande Z18, destinata ai prototipi e all’uso industriale. Oltre a una nuova versione dell’ammiraglia Replicator. Ma anche le prossime applicazioni desktop e mobile e le piattaforme per acquistare modelli già pronti
Nuovo corso per MakerBot. La società specializzata in stampa 3D, acquistata la scorsa primavera dal gigante israeliano Stratasys, ha appena presentato al CES di Las Vegas tre nuovi modelli di macchine, nuove applicazioni e un’importante alleanza. Il tutto raccolto sotto l’etichetta MakerBot Replicator 3D Printing Platform. Si tratta di stampanti destinate a scuotere il mercato del desktop manufacturing: cominciano infatti a ritagliare il target e vanno dunque a toccare tipi di utenza diversi.
La prima è destinata alla fascia più ampia di consumatori. Lo stesso Bre Pettis, cofondatore e Ceo del gruppo newyorkese, l’ha ribattezzata “La punta e clicca della famiglia”. È la Replicator Mini. Facile da usare e da gestire, col suo ugello magnetico removibile (comune a tutte le altre), più piccola della sorella maggiore, manda in stampa in PLA gli oggetti in pochissimi passaggi anche tramite l’app per dispositivi mobili. Dispone ovviamente di una connessione Wi-Fi e, curiosità, di una camera incorporata con cui tenere d’occhio quando non ci sei quello che stai costruendo. Disponibile dalla primavera, costerà circa mille euro.
La seconda novità è la versione rivisitata della stampante ammiraglia, la Replicator. Che arriva così alla quinta generazione. In grado di stampare oggetti con un volume più grande dell’11% (20x25x15 centimetri), corre di più e sfoggia una risoluzione da 100 micron. Anche in questo caso, se vuoi eviti il passaggio dal PC grazie a un display da 3,5″ installato sulla macchina. Pressoché totale la possibilità di connessione: al Wi-Fi si aggiungono Ethernet e USB. Disponibile da subito, costa circa 2200 euro.
Ma il pezzo forte della conferenza stampa a Las Vegas è stata la MakerBot Z18, una gigantesca stampante in grado di sfornare pezzi da 30 x 30 x 45,7 centimetri e che la stessa azienda userà per costruire i pezzi delle altre 3D printer. “Se sei stato bloccato dalla grandezza degli oggetti da realizzare, ora non lo sarai più” ha detto Pettis dal palco. La macchina può stampare più oggetti contemporaneamente e, alla pari delle altre, ha una camera per controllare il lavoro e superconnettività. Disponibile dalla primavera, costerà circa 4700 euro.
MakerBot ha anche annunciato le sue nuove applicazioni Desktop e Mobile, che forniranno agli utenti soluzioni complete per scoprire, gestire e condividere stampe tridimensionali da PC fisso, smartphone o tablet. Il tutto attraverso una personale MakerBot Cloud Library che darà accesso alla storica community Thingiverse e al controllo del lavoro sulla propria macchina. L’app Desktop sarà disponibile a febbraio mentre quella per iOS in primavera, Android a seguire sempre entro l’anno. L’idea, com’è evidente, è quella di spingere ancora di più nel coinvolgimento e nella costruzione di un universo MakerBot completamente autosufficiente.
Non basta. Pettis e i suoi hanno anche lanciato due negozi digitali: il MakerBot PrintShop e il Digital Store. Nel primo caso si tratta di un portale per avvicinare più facilmente le persone al mondo della stampa 3D. Pensato fondamentalmente per i tablet, serve a realizzare il proprio progetto o ad attingere ad altri già pronti (MakerBot Verified Files). Anche per questo servizio ci sarà da aspettare la primavera. Nel secondo caso si parla più che altro di un negozio da cui acquistare modelli di stampa già pronti e verificati (anche di intere collezioni di oggetti: non ti serviva un nuovo set di bicchieri?) da stampare ogni volta che vuoi con la tua macchina. Da 70 centesimi a 7 euro il prezzo per i singoli file .x3g o .makerbot. Infine, MakerBot ha annunciato un’alleanza strategica con l’azienda belga SoftKinetic per espandere ancora di più nei prossimi mesi ecosistema e piattaforma.
Simone Cosimi da wired.it