Oggi abbiamo avuto la conferenza stampa , ma la notizia risse al 9 ottobre scorso nel 2019.
L’intervento è avvenuto all’istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna coordinati dal direttore Cesare Faldini, su un uomo di 57 anni che avevo perso il movimento della caviglia dopo un grave incidente in moto avvenuto ben 11 anni fa.
L’intervento si è basato sulla stampa 3d di una protesi su misura partendo dall’anatomia della caviglia.
La procedura si è svolta in due tempi – spiega in una nota l’Istituto Rizzoli -. Il paziente ha eseguito qualche settimana prima dell’intervento un esame TC della caviglia, in posizione eretta. Da questo esame, un’attenta ricostruzione 3D ha permesso di ricavare un modello tridimensionale della gamba e del piede del paziente, tramite software e procedure sviluppati al laboratorio di analisi del movimento del Rizzoli dal gruppo di ricerca dell’ingegner Alberto Leardini”.
Primo l’intervento è stato simulato per trovare la migliore coppie tra astragalo e tibia, le due ossa che compongono la caviglia con diverse geometrie di posizionamento , poi si è stampata in 3d un fantasma prova per poi stampare la protesi definitiva in una lega di Cromo-Cobalto-Molibdeno con la tecnologia Ebm, un fascio di elettroni fonde strato per strato la polvere metallica in base al file fornito.
“L’intervento chirurgico – evidenziano i medici del Rizzoli – nonostante la complessità legata alla presenza di una grave alterazione dell’anatomia, è stato reso meno invasivo dall’utilizzo di guide personalizzate, costruite sempre in stampa 3D e progettate a stampo sull’osso virtuale del paziente, che hanno permesso di rimuovere solo l’esatta parte di cartilagine e osso accessori, risparmiando il tessuto osseo necessario per ospitare le componenti protesiche”.
Solo così, dopo 13 anni, l’uomo è ritornato a camminare: “Già a fine intervento, in sala operatoria, è stato possibile valutare il perfetto posizionamento e l’ottimo recupero dell’arco di movimento dell’articolazione della caviglia”. Poi concludono dal Rizzoli: “Anche il protocollo post operatorio è stato personalizzato: riportare in movimento continuo un’articolazione bloccata da anni è complesso e ha richiesto un’intensa collaborazione con l’Unità di Medicina fisica e riabilitativa del Rizzoli diretta dalla professoressa Maria Grazia Benedetti“.