ANYCUBIC PHOTON P1: LA PRIMA STAMPANTE 3D A RESINA DESKTOP CON DOPPIA VASCA MULTICOLORE

Introduzione: perché la Photon P1 è diversa dalle altre stampanti a resina

Anycubic sta preparando il lancio della Photon P1, una stampante 3D MSLA da tavolo che introduce un’architettura a doppia vasca con due piattaforme di stampa indipendenti, pensata per la stampa in due colori o due materiali nello stesso job. L’azienda presenta il sistema come una soluzione “dual-color & dual-material” con precisione di livello industriale, orientata a utenti che vogliono un flusso di lavoro più evoluto rispetto alle classiche macchine mono-vasca.
 


Architettura dual-vat: come funziona la stampa multicolore su resina

La Photon P1 adotta una meccanica particolare: un unico sistema di movimento per l’asse Z, ma due piatti di costruzione e due vasche di resina affiancate. In pratica la macchina può gestire due “zone” di stampa parallele, ognuna con la propria vasca riempita con una resina diversa. In un singolo job si possono realizzare due parti con colori o materiali differenti, oppure suddividere un modello in due porzioni da assemblare, ottenendo un risultato multicolore senza ricorrere a verniciatura o processi di post-produzione complessi.
 


Gestione delle due vasche: sensori di livello e complessità d’uso

La presenza di due vasche comporta la necessità di controllare con precisione il livello di resina da entrambe le parti. Secondo Fabbaloo, la Photon P1 integra doppi sistemi di rilevamento del livello di resina, che monitorano costantemente la disponibilità di materiale durante la stampa. Se si stampa solo su una delle due piattaforme, la vasca inattiva può essere ignorata, ma nel caso di stampa simultanea la logica di controllo deve garantire che entrambe le vasche restino entro i limiti operativi. Questo introduce un grado di complessità superiore rispetto alle classiche stampanti a vasca singola, sia nella calibrazione iniziale sia nella gestione quotidiana.
 


Specifiche principali: volume di stampa, risoluzione e display 14K

Dalle informazioni rilasciate da Anycubic emerge una macchina di fascia medio-alta per il segmento desktop:

  • Volume di stampa complessivo dichiarato: 223 × 126 × 230 mm, pari a circa 6,5 litri.

  • Schermo LCD mono 14K da 10,1″, con passo XY di 16,8 µm sull’asse X e 24,8 µm sull’asse Y.

  • Risoluzione sull’asse Z di 20 µm, supportata da viti a ricircolo di sfere di grado industriale e doppie guide lineari.

  • Sorgente luminosa COB + riflettore + lente di Fresnel, con uniformità dichiarata ≥92% misurata su 88 punti, per ridurre differenze di esposizione tra centro e bordi.

Queste caratteristiche collocano la Photon P1 tra le stampanti resin desktop orientate alla qualità del dettaglio (modellismo, miniature, gioielleria, componenti tecnici di piccole e medie dimensioni) più che alla pura produttività massiva.
 


Wave release film e riduzione delle forze di distacco

Oltre alla doppia vasca, Anycubic abbina alla Photon P1 un nuovo wave release film, una pellicola di fondo vasca progettata per ridurre la forza necessaria allo stacco di ogni layer. Fabbaloo indica un valore di circa 60% in meno di forza di rilascio rispetto a soluzioni convenzionali, con diversi vantaggi: minore sollecitazione sui pezzi sottili, minori rischi di deformazione in fase di peeling e migliore compatibilità con resine elastiche o ad alta deformabilità.
 


Vasche riscaldate e resine ad alta viscosità

Un’altra caratteristica di rilievo è la vasca riscaldabile fino a 40 °C, pensata per lavorare con resine ad alta viscosità che a temperatura ambiente risultano troppo dense per fluire correttamente tra uno strato e l’altro. Portando la resina a una temperatura controllata, la viscosità si abbassa e il materiale può riempire gli spazi in modo più uniforme. Anycubic dichiara una compatibilità fino a 8000 cP, valore tipico di resine flessibili o formulazioni tecniche.
 


Risparmio di resina e gestione dei materiali premium

Secondo l’analisi pubblicata su Fabbaloo, il design con vasche più compatte e la possibilità di utilizzare solo la porzione realmente necessaria consentirebbero un risparmio di resina nell’ordine del 20–30%, specialmente quando si lavora con materiali costosi. Inoltre, il doppio serbatoio permette di dedicare una vasca a resine “premium” o tecniche e l’altra a materiali standard, scegliendo di volta in volta dove posizionare le parti in funzione del costo e delle proprietà richieste.
 


Intelligent Assist 3.0 e rete di sensori: verso una stampa più controllata

La Photon P1 integra un pacchetto di funzioni di controllo denominato “Intelligent Assist 3.0”, che coordina diversi sensori hardware e controlli software. Tra le funzioni elencate nella scheda prodotto compaiono:

  • Rilevamento del livello di resina.

  • Rilevamento del distacco del modello dalla piattaforma.

  • Rilevamento di residui di resina nella vasca.

  • Self-check della macchina e ripresa dopo interruzioni di alimentazione.

  • Aggiornamenti OTA del firmware tramite app.

Anycubic associa a questo ecosistema un tasso di successo delle stampe del 98%, un valore che va inteso come indicazione di affidabilità della macchina quando i parametri e le impostazioni di slicing sono corretti. Resta comunque la necessità, per l’utente, di impostare correttamente esposizione, altezza layer e supporti, perché errori in questa fase possono compromettere il risultato indipendentemente dall’hardware.
 


Esperienza d’uso: app Anycubic, flusso connesso e “plug & play”

Anycubic posiziona la Photon P1 come macchina “plug & play”, con livellamento free 3.0 + auto-check, interfaccia tramite touchscreen da 4,5″, e integrazione con l’app Anycubic per monitoraggio, OTA e gestione dei job via rete. Il flusso di lavoro prevede la possibilità di utilizzare slicer come Photon Workshop, Chitubox, Lychee, oltre al software proprietario, e di sfruttare una pipeline “fully connected”, dal caricamento del file fino al controllo remoto della stampa.
 


Confronto con altre soluzioni multicolore e multimateriale

Nel panorama attuale, la Photon P1 si colloca in una nicchia particolare:

  • Sul fronte resina multimateriale, esistono soluzioni come MAASS Shimmy MMSLA, anch’essa con sistema a doppia vasca, ma progettata per laboratori di ricerca e applicazioni avanzate, con focus su elettronica stampata e materiali intelligenti più che sul segmento consumer.

  • Nel mondo professionale multicolore, sistemi come le stampanti Stratasys J5 abbinate alla resina TrueDent consentono geometrie e texture policromatiche per il settore dentale, ma con costi e dimensioni lontani dal target desktop.

  • Nel comparto FDM multicolore, le stampanti con sistemi di cambio filamento (ad esempio Bambu Lab con AMS o Creality Hi Combo) gestiscono più colori tramite filamenti diversi, ma si basano su estrusione, non su fotopolimerizzazione.

Rispetto a queste soluzioni, la Photon P1 punta a portare nel formato desktop una combinazione di multicolore su resina, controllo delle vasche e gestione delle resine viscose, con un prezzo previsto in area prosumer grazie a campagne di pre-ordine e Kickstarter.
 


Punti di attenzione: complessità operativa e domande aperte

L’idea della doppia vasca presenta anche alcuni interrogativi tecnici:

  • Gestione della contaminazione tra resine con caratteristiche molto diverse (colori, viscosità, tempi di esposizione).

  • Necessità di profilare in modo accurato i materiali per sfruttare al meglio il riscaldamento vasca e il wave release film.

  • Possibile curva di apprendimento più ripida per chi arriva da stampanti resin entry-level, che utilizzano una sola vasca e procedure più standardizzate.

Fabbaloo sottolinea come non siano ancora pubblicate tutte le specifiche definitive e come l’accoglienza del concetto di doppia vasca nella community andrà valutata sul campo, quando inizieranno le prime prove indipendenti in laboratorio e in studio.
 


Target ideale: chi può trarre vantaggio dalla Photon P1

La Anycubic Photon P1 si rivolge in particolare a:

  • Maker e studi che già lavorano con la resina e vogliono aggiungere il multicolore senza passare a piattaforme industriali.

  • Utenti professionali che hanno bisogno di prototipi estetici in resina con due materiali, ad esempio combinando rigido e flessibile nella stessa sessione di stampa.

  • Laboratori e service che desiderano sperimentare flussi multi-materiale su resina mantenendo però ingombri e costi compatibili con il formato desktop.

Chi cerca una macchina puramente plug & play e non ha esigenza di multicolore o multimateriale potrebbe invece orientarsi su sistemi resin “mono vasca” più semplici, che richiedono meno attenzione alla gestione dei materiali e del flusso di lavoro. 

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Di Fantasy

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