Barilla BITE: stampa 3D e sensori intelligenti nel nuovo hub di innovazione di Parma

A Parma, nel cuore della Food Valley, il Gruppo Barilla ha inaugurato il nuovo BITE – Barilla Innovation & Technology Experience, un centro dedicato a ricerca, sviluppo e sperimentazione che mette sotto lo stesso tetto prodotto, processo e strumenti digitali. Il complesso copre quasi 14.000 m² e integra l’Innovation Center vero e proprio con aree per laboratori, cucine sperimentali, spazi di co-creazione con clienti e partner. L’investimento complessivo è quantificato in decine di milioni di euro, con un budget annuale dedicato al continuo aggiornamento di impianti e tecnologie.


Un centro dove il ciclo dell’innovazione è completo

Il BITE è stato progettato per coprire l’intero ciclo dell’innovazione alimentare, dalle prime idee fino ai test in linea pilota. Nei diversi ambienti del centro si trovano aree di design thinking dove i team trasformano insight di consumo in concept di prodotto, laboratori di ricerca sensoriale, cucine sperimentali per pasta, salse e prodotti da forno, linee pilota che replicano in scala ridotta gli impianti industriali. Qui i tecnologi Barilla possono seguire un nuovo formato di pasta o una nuova ricetta di sugo dalla scelta delle materie prime alla validazione per la produzione su larga scala.


200 esperti e 30 giovani talenti ogni anno

Nel BITE lavorano circa 200 professionisti tra tecnologi alimentari, ricercatori, ingegneri di processo, esperti di qualità, food designer, assaggiatori professionisti e chef. Il centro è anche un punto di accesso per i giovani: i programmi di internship prevedono l’ingresso di circa 30 tirocinanti l’anno, che affiancano i team Barilla lungo i progetti di sviluppo per i diversi brand del gruppo. Il BITE diventa così un campus dove competenze scientifiche, ingegneristiche e culinarie si intrecciano con la cultura gastronomica italiana.


Sensoristica, “naso elettronico” e dati per controllare qualità e processo

Uno dei punti distintivi del BITE è l’uso estensivo della sensoristica avanzata per misurare ciò che prima era affidato quasi solo all’esperienza degli assaggiatori. Nel centro Barilla utilizza un “naso elettronico” e una rete di sensori intelligenti basati su algoritmi di intelligenza artificiale per mappare i profili aromatici degli ingredienti e dei prodotti lungo il processo, dal grano alla pasta essiccata. L’e-nose è in grado di riconoscere pattern di composti volatili associati a specifiche note olfattive, mentre altri sensori monitorano parametri come umidità, temperatura e flussi d’aria all’interno dei tunnel di essiccazione, permettendo di correggere in tempo reale deviazioni che potrebbero influire su consistenza, colore e sapore.


Misurare la “pelle” della pasta: rugosimetro e texture

Accanto ai sensori aromatici, al BITE è installato un rugosimetro, strumento che misura la rugosità superficiale di pasta e prodotti da forno in scala micrometrica. I dati ottenuti permettono di correlare la “pelle” della pasta – più liscia, più ruvida, più porosa – con parametri oggettivi di processo, come il tipo di trafila, le condizioni di essiccazione e la formula dell’impasto, e con la percezione sensoriale in bocca. In questo modo, attributi spesso descritti solo con termini qualitativi vengono tradotti in numeri che guidano ricette, settaggi macchina e specifiche di prodotto.


Stampa 3D e sistemi olografici: prototipazione rapida delle forme

Nel nuovo centro, la stampa 3D non è un semplice esercizio di stile, ma uno strumento di prototipazione rapida per lo sviluppo di nuove forme di pasta e nuovi concetti di impianto. Le postazioni di design olografico e i sistemi di 3D printing permettono ai team di creare, modificare e testare geometrie complesse, sia come modelli concettuali sia come veri prototipi alimentari, prima di passare alla produzione con trafile o impianti industriali. Questo approccio riduce il numero di prove su linea, abbrevia i tempi di sviluppo e consente di esplorare soluzioni che sarebbero difficili da valutare con i soli strumenti tradizionali.


Da BluRhapsody a Artisia: la pasta 3D entra nel BITE

La stampa 3D trova un’espressione concreta nella linea di pasta Artisia by Barilla, evoluzione del progetto BluRhapsody, lo spin-off interno che per primo ha portato sul mercato formati di pasta stampata in 3D per l’alta cucina. Il rebranding da BluRhapsody ad Artisia ha segnato il passaggio da una sperimentazione di laboratorio a un brand dedicato alla pasta 3D per aperitivi, finger food e degustazioni. Artisia viene presentata come un punto di incontro tra creatività dei designer, cura artigianale e tecnologie digitali, con algoritmi di progettazione che entrano nel processo alla stregua di uno strumento creativo nelle mani del progettista.


Forme, funzioni e servizio: cosa rende Artisia diversa

Le forme Artisia sono progettate con un obiettivo preciso: guidare il modo in cui la pasta interagisce con il condimento e con chi la mangia. L’uso della stampa 3D alimentare consente di creare cavità, texture e spessori che regolano la distribuzione delle salse, il rilascio degli aromi e la percezione al morso. La linea è pensata per contesti di fine dining e banqueting: piccoli pezzi scenografici, facili da gestire in cucina e al servizio, che trasformano l’aperitivo in un momento di sperimentazione gastronomica. La partecipazione ad appuntamenti di rilievo del calendario culturale italiano conferma la volontà di collocare questo progetto nel dialogo tra cibo, cultura ed esperienza estetica.


BITE come nodo di una rete di partnership globali

Il BITE non è un laboratorio chiuso, ma il nodo centrale di una rete di partnership strategiche con università, centri di ricerca e organizzazioni in tutto il mondo. Tra i partner figurano atenei europei e nordamericani, istituti italiani di ricerca e università dedicate alle scienze gastronomiche. A questa rete si aggiungono ogni anno start-up agrifood e tech selezionate da Barilla per progetti di co-sviluppo su ingredienti, logistica, tracciabilità e nuove esperienze di consumo. In questo modo il centro diventa una piattaforma di open innovation, dove competenze esterne e know-how interno si contaminano in modo strutturato.


Sostenibilità, energia rinnovabile e progettazione inclusiva

Nella visione di Barilla, il BITE è anche un laboratorio di sostenibilità. Il centro utilizza energia da fonti rinnovabili e ospita progetti su pratiche agricole rigenerative, con l’obiettivo di valutare l’impatto delle filiere di grano duro e altre materie prime in scenari climatici diversi. L’edificio è progettato con attenzione all’accessibilità, con percorsi studiati per ospiti e collaboratori con esigenze differenti, e integra spazi di formazione per diffondere competenze su nutrizione, alimentazione equilibrata e riduzione degli sprechi, tanto all’interno del gruppo quanto verso i partner esterni.


Perché combinare stampa 3D e sensoristica cambia il modo di sviluppare cibo

Il modello che Barilla sta sperimentando con il BITE unisce tre elementi chiave: dati in tempo reale grazie a sensori, e-nose e strumenti di misura avanzati; prototipazione digitale e fisica veloce attraverso sistemi olografici e stampa 3D; reti di collaborazione con università e start-up. Presi insieme, questi elementi possono cambiare il modo di progettare prodotti alimentari, riducendo i tempi di sviluppo, aumentando la capacità di esplorare configurazioni non convenzionali – come le forme 3D di Artisia – e documentando in modo robusto la qualità. In un settore dove gusto, sicurezza e fiducia del consumatore sono centrali, la combinazione tra sensoristica e stampa 3D diventa così uno strumento concreto per portare l’innovazione dal laboratorio alla tavola.

{ "slotId": "", "unitType": "responsive", "pubId": "pub-7805201604771823", "resize": "auto" }

Di Fantasy

Lascia un commento