Che cos’è FP3D e a chi serve
Carbon annuncia la disponibilità commerciale di FP3D, una resina per protesi parziali rimovibili flessibili (FRPD) destinata ai laboratori odontotecnici. L’obiettivo è portare nel flusso digitale un dispositivo che, con metodi tradizionali, richiede lavorazioni complesse e molta manualità: modellazione, ritocchi multipli, rifiniture lunghe. Con FP3D queste fasi si spostano in un percorso CAD/CAM più controllabile, dalla progettazione alla post-cura fino alla lucidatura.
La chimica “dual-cure” come base prestazionale
Il cuore del materiale è la chimica dual-cure sviluppata da Carbon, già sperimentata su applicazioni ad alto carico come protezioni sportive, intersuole per calzature e selle personalizzate. In ambito dentale questo approccio unisce fotopolimerizzazione e post-polimerizzazione termicamente attivata, aumentando densità di reticolazione e stabilità dimensionale. Il risultato atteso è un equilibrio tra flessibilità (per il comfort del paziente) e integrità strutturale (per la tenuta nel tempo), con translucenza e finitura adatte all’estetica del cavo orale.
Collaborazione industriale e dispositivo medico
FP3D nasce da un programma pluriennale condotto insieme a Keystone Industries, impostato sui riscontri dei laboratori che chiedevano un’alternativa stampabile ai metodi analogici. Il materiale rientra nella classificazione FDA Classe II per l’uso come componente di protesi parziali rimovibili e porta in dote documentazione pensata per l’adozione in contesti professionali.
Cosa cambia per il laboratorio
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Riduzione delle fasi manuali: meno passaggi laboriosi su basamenti e bracci elastici, più attività in ambiente digitale.
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Ripetibilità: parametri di stampa e post-cura codificati facilitano la standardizzazione interna.
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Integrazione: compatibilità con i flussi digital dentures e accessori Carbon, inclusa la cassette AO per la lucidatura.
Dati e proprietà dichiarate
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Biocompatibilità e sicurezza: indicato per la produzione di FRPD, con conformità a ISO 10993; rispetta ISO 20795-1 per l’estrazione di monomero residuo.
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Modulo flessionale: 800 MPa, per coniugare adattabilità e sostegno. *
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Durabilità a fatica: oltre 20.000 cicli di sollecitazione, con resistenza che supera un ciclo d’uso di 3 anni nelle condizioni di test. *
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Stabilità dimensionale in ambiente umido: assorbimento d’acqua 1,82 μg/mm³, utile a contenere rigonfiamenti e deformazioni in bocca.
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Aspetto e finitura: alta traslucenza e lucidabilità migliorata per un effetto naturale.
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Tinte disponibili: pink originale, rosa rossastro chiaro, venato scuro, per abbinare colore e venature ai tessuti del paziente.
* Dati tecnici disponibili su richiesta.
Voci dal campo: efficienza e scalabilità
Tra i primi utilizzatori, il laboratorio statunitense R-Dent evidenzia due benefici principali: contenimento della manodopera e tempi di consegna più stretti. La possibilità di spostare la produzione su stampanti abbinate a un flusso digitale rende più semplice aumentare i volumi senza moltiplicare le ore di banco. Dal lato Carbon, il management dell’area oral health sottolinea traslucenza, integrazione con i workflow esistenti e impatto sui costi operativi come aspetti maggiormente apprezzati dai laboratori nelle prime fasi di utilizzo.
Disponibilità e percorso regolatorio
FP3D è in commercio negli Stati Uniti e in Canada. Con l’autorizzazione FDA già acquisita, l’azienda ha avviato il percorso per le approvazioni regolatorie europee con obiettivo di estensione in Europa nel 2026.
Come si inserisce nel flusso digitale
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Rilevazione e modellazione: scansione e design CAD della protesi parziale con bracci, selle e connettori flessibili.
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Preparazione di stampa: orientamento e supportazione coerenti con le zone estetiche e funzionali, seguendo linee guida su spessori minimi e zone di carico.
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Stampa: utilizzo delle stampanti Carbon compatibili con la famiglia di resine per dispositivi dentali.
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Post-cura: sequenza di polimerizzazione programmata per completare la reticolazione dual-cure.
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Finitura: rimozione dei supporti, rifinitura e lucidatura con AO polishing cassette e protocolli dedicati.
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Controllo qualità: verifiche dimensionali, spessori e bordi funzionali nelle aree di contatto con i tessuti molli.
Perché puntare su un FRPD stampato
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Comfort grazie a una flessibilità controllata lungo i bracci di ritenzione.
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Coerenza estetica con la mucosa per via di colore, translucenza e opzioni venate.
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Riparabilità e remake più lineari: il file digitale consente rifacimenti o varianti senza ripartire da zero.
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Costo complessivo più prevedibile, con risparmi legati alla semplificazione del flusso e alla riduzione di passaggi manuali. *

