Il presente studio propone un approccio fotocontrollato alla formazione di materiali polimerici solidi, basato sull’impiego simultaneo di due lunghezze d’onda differenti per attivare o inibire selettivamente reazioni chimiche di reticolazione. L’obiettivo è quello di migliorare la precisione spazio-temporale nei processi di fotopolimerizzazione, estendendo le potenzialità di tecnologie come la stampa 3D e la produzione di film strutturati.


Contesto e motivazione dello studio

L’impiego della luce per guidare la formazione di reti polimeriche è una strategia consolidata in diversi ambiti applicativi, tra cui adesivi, auto-riparazione dei materiali, patterning superficiale e manifattura additiva. Tuttavia, i sistemi fotoreattivi basati su una singola lunghezza d’onda presentano alcune limitazioni, come la bassa risoluzione spaziale e il rischio di reazioni collaterali fuori dall’area illuminata.

Per superare questi ostacoli, si è sviluppato un approccio che utilizza due fonti luminose con ruoli opposti: una attiva la reticolazione, mentre l’altra la inibisce, consentendo un controllo fine del processo. Questo principio, ispirato a tecniche come la microscopia STED, consente di confinare l’attività chimica a regioni selezionate.


Il sistema chimico utilizzato: due componenti chiave

Il sistema sviluppato in questo studio sfrutta una reazione fotochimica del tipo oxo-Diels-Alder (oDA). I due componenti reattivi principali sono:

Un precursore di diene protetto dalla luce (oMBA), inserito in una catena polimerica metacrilica (PoMBA);
Un dienofilo fotosensibile (DTE-COCF₃), dotato di un gruppo fotoswitchabile (dithienylethene) che cambia configurazione in risposta alla luce UV o rossa.
Sotto luce UV (λ = 365 nm), il precursore oMBA libera un intermedio reattivo (oQDM), che può reagire con la forma attiva del dienofilo (DTEc-COCF₃) per formare legami covalenti e costruire la rete polimerica. La luce rossa (λ = 625 nm) riconverte il dienofilo nella sua forma inattiva (DTEo-COCF₃), bloccando la reazione.


Sintesi dei materiali e ottimizzazione della reattività

Il polimero PoMBA è ottenuto da una copolimerizzazione di metacrilato di metile (MMA) e un monomero oMBA derivato da o-metilbenzaldeide. Il contenuto di oMBA è mantenuto basso per minimizzare reazioni indesiderate di dimerizzazione. Il dienofilo bifunzionale è stato ottenuto mediante una sintesi a più stadi, che ha incluso l’acilazione e la dimerizzazione con un ponte flessibile a catena lunga (dodecandioato) per mantenere buone proprietà fotoswitchabili.

I test condotti tramite spettroscopia UV-visibile, NMR e cromatografia SEC hanno confermato la stabilità fotometrica dei due componenti, l’efficacia del passaggio tra stati chiusi e aperti del fotoswitch e la capacità del sistema di formare legami selettivi tramite la reazione oDA.


Controllo su soluzione: valutazione dell’effetto antagonista

Una serie di esperimenti ha valutato l’efficacia del controllo bifotonico sulla reticolazione polimerica in soluzione. Variando la concentrazione dei reagenti, la potenza della luce UV e la presenza o assenza di luce rossa, è stato possibile stabilire condizioni ottimali che massimizzano il contrasto tra l’attivazione e l’inibizione del processo.

Con luce UV da sola, la reticolazione avanza in modo significativo; se si aggiunge luce rossa, il processo viene inibito con efficacia crescente a seconda dell’intensità relativa tra le due sorgenti. In condizioni ottimizzate (bassa intensità UV, rapporto 1:4 tra polimero e cross-linker), si è ottenuto un controllo on/off completo.


Formazione di materiali solidi e patterning spaziale

Per ottenere materiali solidi anziché reti in soluzione, si è modificata la composizione polimerica utilizzando una miscela di polimeri PoMBA a basso e alto peso molecolare. Questo ha permesso di generare film polimerici solidi con reticolazione permanente visibile anche macroscopicamente, osservabile come una sottile pellicola blu.

Sfruttando maschere geometriche e illuminazione selettiva, è stato possibile ottenere film polimerici con pattern ottici, in cui solo le aree non irradiate da luce rossa si reticolano. Le immagini al microscopio ottico hanno confermato che il pattern corrisponde perfettamente all’area schermata.


Conclusioni

Lo studio dimostra che è possibile ottenere un controllo preciso e localizzato della formazione di reti polimeriche tramite un sistema antagonista basato su due lunghezze d’onda. La chiave di questa strategia risiede nell’uso combinato di:

un precursore fotoattivabile del diene;
un dienofilo la cui reattività è modulata reversibilmente dalla luce.
Il sistema proposto non solo consente la formazione di materiali solidi e patternati, ma può anche essere adattato ad altri tipi di polimeri e precursori. L’approccio offre prospettive interessanti per la stampa 3D avanzata, il micro-patterning e la fabbricazione di dispositivi polimerici ad alte prestazioni.

Di Fantasy

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