Il Policlinico Universitario di Würzburg introduce modelli di denti multilayer stampati in 3D per esercitazioni realistiche su carie, endodonzia e preparazioni protesiche; studi peer-reviewed indicano un miglioramento della percezione tattile e dell’equità d’esame.

 
Il progetto della Poliklinik für Zahnärztliche Prothetik del Universitätsklinikum Würzburg (UKW): modelli di denti stampati in 3D che riproducono anatomia e risposta al taglio con una stratigrafia che simula smalto e dentina. L’iniziativa, avviata e scalata negli ultimi anni, entra in una fase matura grazie a una pipeline che combina imaging clinico, modellazione e stampa SLA con resine differenziate; l’obiettivo è standardizzare le esercitazioni e ridurre la dipendenza da denti naturali o blocchi acrilici.  

Contesto
La formazione preclinica in odontoiatria ricorre tradizionalmente a denti estratti o a tipodonti in materiale plastico. Entrambe le opzioni pongono limiti: scarsa ripetibilità e disponibilità irregolare nel primo caso; feedback tattile e configurazione anatomica poco realistici nel secondo. La letteratura recente ha esplorato modelli stampati in 3D con risultati incoraggianti: per l’endodonzia, un lavoro su Scientific Reports descrive un dente 3D basato su micro-CT di un molare 36 e stampato su Formlabs Form 3B, con valutazioni positive da parte degli studenti; per l’escavazione cariosa, uno studio su BMC Medical Education segnala punteggi significativamente migliori rispetto ai tipodonti standard.  

Novità
Il progetto di Würzburg consolida un catalogo di esercizi che copre carie, endodonzia (compresa la prova con misuratori di lunghezza elettronici), e preparazioni per ponti adesivi con guide colorimetriche per controllare spessori e margini. Il comunicato di Universität Würzburg riassume il perimetro didattico e sottolinea la valutazione favorevole da parte degli studenti.  

Dettagli tecnici

  • Acquisizione: modellazione a partire da micro-CT di denti con lesioni reali; dataset elaborati in CAD (es. Autodesk Inventor) per generare cavità, canali e strati.  

  • Processo: stampa stereolitografica (piattaforma Form 3B) con resine differenziate per smalto/dentina; colorazione o opacità calibrate per rendere visibile la profondità di preparazione e facilitare la valutazione oggettiva.  

  • Endodonzia: compatibilità con sistemi rotanti e reciprocanti usati didatticamente (esempi nei lavori scientifici); possibilità di verificare la patency e la qualità dell’otturazione.  

  • Valutazione: studi su coorti studentesche mostrano migliori punteggi soggettivi rispetto ai tipodonti per caries excavation; la revisione narrativa su modelli stampati sintetizza vantaggi e limiti (costi, calibrazione della durezza).  

  • Stratagemmi elettrici: per usare i localizzatori apicali sui modelli in resina, il team adotta accorgimenti per garantire conducibilità durante la misurazione, come evidenziato dai docenti intervistati.  

Implicazioni e impatto
Per la didattica, il beneficio principale è la standardizzazione: tutti gli studenti affrontano le stesse difficoltà anatomiche, riducendo il bias dovuto alla variabilità dei denti estratti. Per la valutazione, le guide cromatiche e la visibilità degli strati aiutano docenti e studenti a quantificare sovrapreparazioni o margini imprecisi. Dal lato logistico, si riduce la dipendenza da catene di fornitura non prevedibili; dal lato economico, la stampa batch su macchine SLA consente costi unitari più prevedibili e una maggiore ripetibilità nel tempo. Le criticità: calibrazione fine della durezza per riprodurre lo “scricchiolio” dello smalto, gestione dell’usura degli utensili su resine caricate e messa a punto della radiopacità per esercizi radiografici. La letteratura suggerisce inoltre che i modelli stampati integrati con simulazione virtuale (manichino + VR) possono ottimizzare le sequenze di apprendimento.  

Prezzi e disponibilità
Non si tratta di un prodotto commerciale “a scaffale”: i modelli sono propri dell’ateneo e prodotti in-house; l’output dipende da tempi macchina e materiali disponibili. L’università segnala l’intenzione di ampliare la gamma di resine per avvicinarsi ulteriormente a dentina e smalto in termini di feedback tattile.  

Confronto/alternative

  • Denti estratti: massimo realismo, scarsa disponibilità e variabilità intrinseca.

  • Tipodonti plastici: costi contenuti, ma anatomia e sensazione al taglio spesso semplificate.

  • Modelli 3D stampati: equilibrio tra ripetibilità e realismo; consentono disegni didattici (lesioni, guide) impossibili su denti reali. Gli studi su Scientific Reports e BMC Medical Education indicano buona accettazione e migliori esiti percepiti per alcune esercitazioni, restando però la necessità di validare resistenza, usura e response al calore.  

 
L’esperienza del UKW mostra come la stampa 3D possa diventare infrastruttura didattica e non solo supporto episodico: pipeline digitale stabile, materiali stratificati, metodi di valutazione più oggettivi. Il passaggio da progetto a ecosistema di corso è la vera notizia: per il contesto europeo, offre un riferimento replicabile in altre scuole con laboratori SLA già attivi

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Di Fantasy

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