Oggi Desktop Metal ha richiesto l’amministrazione controllata negli Stati Uniti e intende cedere ExOne GmbH, EnvisionTEC GmbH, ExOne KK e AIDRO a un affiliato di Anzu Partners. La mossa arriva a poche settimane dalla chiusura forzata della fusione con Nano Dimension e apre un nuovo capitolo per clienti e fornitori nel binder jetting e nella fotopolimerizzazione DLP.
Nel corso della giornata di martedì 29 luglio 2025 (fuso orario Europe/Rome), Desktop Metal ha depositato istanza di Chapter 11 presso il Tribunale del Distretto Meridionale del Texas. Contestualmente, la società ha comunicato che, tramite un processo vigilato dal tribunale, intende vendere alcune controllate estere – tra cui ExOne GmbH, EnvisionTEC GmbH, ExOne KK e AIDRO s.r.l. – a un’entità affiliata ad Anzu Partners. L’annuncio, pubblicato in mattinata su TCT Magazine (ore 09:03) e confermato nel pomeriggio da 3D Printing Industry (ore 16:03), segna una svolta per uno dei marchi più noti dell’additive manufacturing industriale.
Il percorso che porta a oggi è tutt’altro che lineare. Nel 2024 Nano Dimension aveva annunciato l’acquisizione in contanti di Desktop Metal, un percorso poi finito davanti ai giudici. A marzo 2025 il tribunale ha ordinato a Nano Dimension di completare la fusione; l’operazione si è chiusa, ma il nuovo proprietario ha subito avviato una “revisione di tutte le alternative strategiche” a causa dei vincoli di liquidità e delle passività accumulate da Desktop Metal. In parallelo, lo studio legale Quinn Emanuel – che aveva rappresentato Desktop Metal nella controversia – ha avviato azioni per il pagamento di parcelle per circa 30 milioni di dollari. Questi tasselli spiegano perché, nonostante la fusione completata, si sia arrivati al Chapter 11: preservare cassa e continuità mentre si massimizza il valore residuo degli asset alienabili.
Novità
Il perno della notizia odierna è doppio: da un lato la procedura di Chapter 11, che consente a Desktop Metal di continuare le operazioni sotto protezione dai creditori mentre ristruttura il debito; dall’altro, la vendita delle controllate estere a un affiliato di Anzu Partners, già attiva nel settore AM e in passato interessata ad acquisizioni nel comparto (si ricordi il tentativo su voxeljet, poi respinto dagli azionisti). L’operazione è soggetta ad approvazione del tribunale e alle consuete condizioni di closing. A commento, l’amministratore delegato di Nano Dimension, Ofir Baharav, ha sottolineato la volontà di “salvaguardare la solidità finanziaria” e di perseguire opportunità strategiche “da una posizione di forza”.
Dettagli tecnici e organizzativi
Sul piano industriale, gli asset in oggetto toccano tecnologie e mercati differenti. ExOne rappresenta l’eredità storica del binder jetting su sabbia e metallo (impianti per getti e componenti porosi o sinterizzati); EnvisionTEC (oggi EnvisionTEC/Etec) è legata al DLP per resine ad alte prestazioni, con una forte presenza in gioielleria e dentale; ExOne KK presidia il Giappone; AIDRO è specializzata in idraulica additiva (componenti fluidici ottimizzati per AM). Proprio la dispersione tecnologica – binder jetting, DLP, AM per idraulica – spiega perché le cessioni mirino a concentrare il perimetro residuo e, insieme, a preservare la continuità per clienti e supply chain dei brand locali.
Implicazioni e impatto
Per i clienti, la priorità immediata è la continuità operativa: service, pezzi di ricambio, manutenzione, aggiornamenti software. Nelle procedure in Chapter 11, i giudici tendono ad autorizzare pagamenti e forniture che garantiscano l’“ordinaria amministrazione”, per evitare interruzioni dannose per il valore degli asset in vendita. L’eventuale passaggio di ExOne GmbH, EnvisionTEC GmbH, ExOne KK e AIDRO a un affiliato di Anzu potrebbe risultare neutro o persino positivo nel breve periodo se il nuovo proprietario investisse su supporto, stock di parti e roadmap prodotto. Sul medio termine, invece, gli utenti dovranno monitorare le integrazioni organizzative e le scelte di portafoglio: consolidamento delle piattaforme, razionalizzazione dei modelli meno profittevoli, lancio di upgrade focalizzati sulle nicchie a maggior margine (gioiello, dentale, foundry).
Prezzi e disponibilità
Al momento non emergono listini aggiornati o modifiche commerciali immediate. Nel quadro del Chapter 11, l’azienda ha indicato di voler “proteggere il business mentre commercializza gli asset rimanenti”, una formula che lascia intendere stabilità nel breve periodo su contratti in essere e condizioni di fornitura. Eventuali ritocchi di prezzo o cambi di canale dipenderanno dalla velocità del closing con l’affiliato di Anzu e dagli accordi transitori per service e ricambi.
Confronto/alternative
Il settore AM non è nuovo a ristrutturazioni: Fast Radius aveva intrapreso un Chapter 11 terminato con la vendita per 15,9 milioni di dollari a un solo anno dalla quotazione. Allo stesso tempo, si osservano operazioni di consolidamento (per esempio, la vendita di asset Nexa3D a Stratasys) e dismissioni selettive in aree non core. Per gli utilizzatori finali – fonderie per anime in sabbia, laboratori dentali, officine per idraulica additiva – l’alternativa tecnica non manca, ma il costo di switching (validazione, formazione, qualifica) resta elevato: ragione in più per pretendere dai potenziali nuovi proprietari dei brand ceduti impegni chiari su roadmap, compatibilità di materiali, tempi di consegna e disponibilità di parti.
L’odierna combinazione di Chapter 11 e cessione di controllate non equivale a uno “stop” dell’operatività: è piuttosto il tentativo di isolare e massimizzare il valore cedibile, salvaguardando allo stesso tempo la continuità per clienti e partner. La comunità AM deve ora guardare a tre fattori: l’esito dell’asta/cessione, gli accordi di transizione per service e ricambi, e le scelte industriali che seguiranno in termini di investimenti e focalizzazione tecnologica. Solo da questi elementi si capirà se il perimetro che resterà potrà tornare a crescere su basi sostenibili.
