Dyndrite ed EOS: controllo vettoriale del percorso laser e build 2–3× più veloci
Una nuova integrazione tra il software Dyndrite LPBF Pro e l’EOS Open Architecture per i sistemi di stampa 3D in metallo permette di controllare il percorso utensile a livello di singolo vettore, con l’obiettivo dichiarato di ottenere 2–3 volte la velocità di stampa a parità di qualità. L’accordo coinvolge anche nLIGHT, che fornisce i laser a beam shaping AFX, e il produttore di propulsori Ursa Major, che ha validato sul campo i benefici di produttività e qualità.
EOS Open Architecture e Dyndrite LPBF Pro: la combinazione software–hardware
L’integrazione riguarda diversi sistemi metal LPBF del gruppo EOS, tra cui EOS M 290, M 300-4, la serie M 400 e varianti AMCM FLX, dotate di architettura aperta per l’accesso al toolpath e alla gestione dei parametri. Dyndrite, in qualità di membro dell’EOS Developer Network (EDN), utilizza la Toolpath API di EOS Open Architecture per collegare direttamente le strategie di esposizione di LPBF Pro al controllo del laser sulle macchine EOS.
Dyndrite LPBF Pro è il software CAM per Laser Powder Bed Fusion basato sul motore di calcolo accelerato GPU dell’azienda: lavora direttamente su dati CAD nativi, permette strategie di build avanzate, gestione fine delle geometrie critiche e automazione dei workflow per sviluppo parametri e produzione.
Cosa significa controllo “a livello vettoriale” del toolpath
Con il nuovo collegamento, LPBF Pro non si limita a generare layer e strategie standard, ma scrive vettore per vettore i percorsi di scansione sulle macchine EOS: per ogni tratto il software può definire velocità, potenza, tempo di esposizione e forma del fascio, distinguendo tra contorni, riempimenti, zone critiche e regioni massicce all’interno della stessa build.
Questo approccio consente di:
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adattare in modo mirato i parametri per pareti sottili, spigoli, fori e superfici a sbalzo,
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utilizzare strategie di riempimento più aggressive nelle zone di volume,
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ridurre tempi morti e sovrapposizioni non necessarie,
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standardizzare ricette di processo riutilizzabili da R&D fino alla produzione.
Per EOS, l’Open Architecture rende possibile questa profondità di controllo offrendo un’API documentata per gestire laser e ottiche su sistemi mono e multi-ottica, con l’obiettivo di aprire la piattaforma a partner software come Dyndrite.
nLIGHT AFX: il laser a beam shaping che abilita il salto di produttività
La terza gamba della collaborazione è nLIGHT, che porta in dote i laser in fibra AFX con beam shaping dinamico. Questi laser possono passare da un fascio Gaussian “pieno” a profili ad anello di diverso diametro, fino a sette configurazioni, mantenendo stabilità ed efficienza del laser. Il passaggio tra i profili avviene in tempi dell’ordine delle decine di millisecondi, abbastanza rapido da adattare la forma del fascio alle diverse zone della parte all’interno dello stesso strato.
Per geometrie estese e massicce, il fascio ad anello distribuisce meglio l’energia, stabilizza il bagno di fusione e permette spessori di strato maggiori e velocità di scansione più elevate; per dettagli fini, canali e pareti sottili, il sistema torna a un fascio più concentrato. Secondo nLIGHT, con soluzioni come l’AFX-2000 da 2 kW, il beam shaping dinamico può portare incrementi di produttività che arrivano a triplicare il tasso di costruzione rispetto a configurazioni tradizionali mono-modo.
Il ruolo di EOS: sistemi metal con beam shaping integrato
In parallelo, EOS e la consociata AMCM stanno qualificando i laser AFX su sistemi metal come AMCM M 290-2 FLX, puntando a combinare open toolpath, beam shaping e architetture multi-laser per aumentare throughput e stabilità di processo. Comunicazioni ufficiali di EOS descrivono il beam shaping come una leva per: aumentare la produttività, migliorare la stabilità del processo e ampliare la finestra di materiali lavorabili.
L’integrazione con Dyndrite collega questo livello hardware a un motore software programmabile in Python, che consente a produttori e service di codificare workflow, ricette di processo e strategie di qualifica direttamente in script, invece di dover dipendere unicamente da interfacce grafiche e impostazioni manuali.
Ursa Major: qualità migliore, meno scarti e velocità 2–3×
L’azienda aerospaziale Ursa Major, già utilizzatrice di Dyndrite LPBF Pro per i motori a razzo stampati in 3D, è il primo caso studio che mette insieme Dyndrite, EOS e nLIGHT. Secondo i dati presentati, la combinazione di toolpath vettoriale, Open Architecture EOS e laser AFX ha portato: miglior qualità delle parti, riduzione degli scarti di produzione e incrementi di velocità di stampa nell’ordine di 2–3× mantenendo lo stesso livello di qualità.
Ursa Major è anche promotrice dell’Alliance for the American Additive Manufacturing Ecosystem (AAAME), in cui figurano proprio Dyndrite, EOS e nLIGHT tra i partner chiave. L’alleanza mira a rafforzare la base industriale della difesa statunitense tramite la manifattura additiva, e vede la combinazione di software avanzato, sistemi metal LPBF e laser a beam shaping come un tassello importante per ridurre tempi di produzione e rendere più robusta la supply chain.
Un ecosistema Dyndrite in crescita: simulazione, multi-OEM e consorzi materiali
L’integrazione con EOS Open Architecture si somma ad altri tasselli della strategia Dyndrite per la produzione metal AM:
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collegamento con Ansys per portare la simulazione termica direttamente nel flusso LPBF Pro, con l’obiettivo di prevedere distorsioni e difetti prima della stampa;
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supporto alla piattaforma MetalFab di Additive Industries, con focus su path planning e automazione di workflow multi-laser;
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collaborazione con Elementum 3D, Constellium e Sandvik in un consorzio materiali per condividere parametri di processo e dati di test.
Insieme, questi elementi puntano a un modello di software-first AM, in cui la vera differenza non è solo nella potenza dei laser o nelle dimensioni del volume di costruzione, ma nella capacità di codificare processi ripetibili, condividere ricette di toolpath, standardizzare dataset sui materiali e integrare simulazione, slicing e monitoraggio in un unico flusso.
Implicazioni per chi usa EOS in produzione
Per gli utenti dei sistemi metal EOS questa integrazione significa poter:
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usare strategie di esposizione più sofisticate senza attendere il rilascio di profili ufficiali,
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qualificare in modo più rapido nuovi materiali e parametri grazie a script e ricette riutilizzabili,
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sfruttare pienamente laser AFX quando presenti, decidendo dove privilegiare dettaglio e dove spingere sulla produttività,
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collegare questi strumenti a iniziative di standardizzazione più ampie, come consorzi materiali e alleanze industriali.
In prospettiva, la combinazione Dyndrite + EOS + nLIGHT + Ursa Major mostra come il controllo a livello vettoriale, l’architettura aperta e il beam shaping dinamico possano diventare strumenti concreti per portare la stampa 3D metal più vicina alla logica di produzione in serie, con cicli di qualifica più strutturati, dati condivisibili e una maggiore trasparenza sui parametri che determinano la qualità finale della parte.
